Woody, la pioggia e la giornalista groupie

Un giorno di pioggia a New York, in uscita con Lucky Red il 28 novembre, è una commedia sofisticata che racchiude tutte le passioni e le idosincrasie dell'84enne cineasta americano


“Ho sempre amato le vecchie commedie romantiche di Hollywood, le trovo davvero meravigliose. Questa è una storia d’amore e mi piaceva moltissimo l’idea di ambientarla in una romantica New York piovosa”, così Woody Allen a proposito di Un giorno di pioggia a New York, commedia sofisticata che racchiude tutte le passioni e le idosincrasie dell’84enne cineasta americano: il jazz e Gershwin, l’amore viscerale per la sua città, davvero magnifica nelle luci di Vittorio Storaro e idolatrata persino nei suoi difetti, come il traffico e l’ossido di carbonio. E poi l’elogio della nevrosi, le pulsioni contraddittorie di un giovane nerd (l’ottimo Chalamet), le battute salaci e le giovani donne intellettuali in versione collegiale che poi quando si ubriacano perdono la bussola.

Malvisto in epoca di # MeeToo con l’aggravante della campagna mediatica condotta contro di lui dal figlio Ronan e da Mia Farrow, il film è stato ritirato dagli Amazon Studios nell’agosto del 2018 e poi sospeso a tempo indeterminato, c’è stata anche una causa tra la società e il regista risolta con un verdetto top secret.

Ma in Europa il boicottaggio non è scattato e Lucky Red distribuirà il Italia dal 28 novembre per la gioia dei tanti alleniani, convinti che questo sia uno dei capolavori del cineasta, in effetti di nuovo in palla dopo qualche titolo un po’ grigio e di maniera come To Rome With Love, con film recenti dove ha ritrovato la sua verve come Blue Jasmine e La ruota delle meraviglie.

Al centro della vicenda una giovane coppia di studenti di letteratura, il newyorchese purosangue Gatsby (Timothée Chalamet, che dopo il film ha preso le distanze da Allen devolvendo i compensi alle associazioni delle donne #MeeToo e Time’s Up) e la provinciale Ashleigh (Elle Fanning). Lui è intelligente, dedito al gioco d’azzardo, ribelle rispetto alla ricca famiglia d’origine. Lei è una bellezza acerba in fibrillazione perché il giornale scolastico le ha procurato un’intervista con il regista di nicchia Roland Pollard (Liev Schreiber) che adora e considera il nuovo Kurosawa, insomma una ventenne più groupie che giornalista. Prendendo la palla al balzo, Gatsby, che ha un nome a dir poco programmatico, chiaro riferimento all’antieroe per eccellenza della letteratura americana, organizza un week end che si prevede super romantico nella Grande Mela sotto la pioggia autunnale tra alberghi di lusso e giri in carrozza a Central Park. Ma i suoi piani vanno in fumo quando Ashleigh parte per la tangente: prima diventa la confidente del regista in crisi, poi si trova a condividere i problemi matrimoniali dello sceneggiatore Ted Davidoff (Jude Law) e, infine, viene concupita dal vanitoso divo Francisco Vega (Diego Luna), un attore scialbo ma belloccio che la sua migliore amica definisce “la cosa più bella dopo la pillola del giorno dopo”. Nel frattempo l’innamoratissimo Gatsby incontra vecchi amici, si trova a recitare un bacio in un film di diploma accanto alla pepata Chan (Selena Gomez), sorellina minore di una sua vecchia fiamma, va malvolentieri a un party di famiglia dove avrà per la prima volta un confronto sincero con la madre, impeccabile donna dell’alta società che nasconde un segreto inconfessabile e piccante.

Insomma, tutto cambia, tutto si evolve, sotto la pioggia che sembra fatta apposta per rivelare la vera natura dei personaggi, marionette sapientemente manovrate dall’abile maestro Allen in un décor dorato e totalmente autoreferenziale che serve anche a fare i conti con il succitato #MeeToo: vedi la finta ingenua Ashleigh pronta ad andare a letto con l’attore marpione per “avere qualcosa da raccontare ai nipotini”.  

Cristiana Paternò
18 Novembre 2019

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