Colpiti al cuore: gli anni di piombo secondo il cinema

A cinquant'anni dalla strage di Piazza Fontana - un evento poco ricordato in questo 2019 - il film prodotto da Rai Movie raccoglie testimonianze di autori come Marco Bellocchio e Marco Tullio Giordana


TORINO – Gli anni di piombo secondo il cinema. A raccontarceli il documentario Colpiti al cuore di Alessandro Bignami, presentato al Torino Film Festival. A cinquant’anni dalla strage di Piazza Fontana – un evento poco ricordato in questo 2019 – il film prodotto da Rai Movie raccoglie testimonianze di autori come Marco Bellocchio e Marco Tullio Giordana che si trovavano casualmente a Milano quel 12 dicembre del 1969. E di Gianni Amelio e Wilma Labate, Renato De Maria e Paola Petri. “Unendo passione civile e passione per il cinema – spiega Bignami – abbiamo voluto mostrare come il cinema italiano abbia raccontato quella stagione”.

Spezzoni di film politici come Le mani sulla città di Francesco Rosi, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri (uscito subito dopo la strage e in un certo senso profetico), ma anche film apparentemente lontani eppure impregnati dello spirito del tempo, come gli spaghetti western Giù la testa o Vamos a matar companeros. O i cosiddetti poliziotteschi. E ancora Nell’anno del Signore che veniva programmato in un cinema nei pressi di Piazza Fontana quando esplose la bomba. 

La produttrice Cecilia Valmarana (Rai Movie) racconta come l’idea del doc sia nata proprio qui a Torino, l’anno scorso, parlando del ’68. E sottolinea la presenza delle testimonianze dello storico Giovanni De Luna e dello scrittore Giuseppe Genna, quest’ultimo nato proprio il giorno della bomba e quasi alla stessa ora. Altro spirito guida quello di Luciano Bianciardi con il suo La vita agra.

A dare il titolo al documentario è poi ovviamente Colpire al cuore di Gianni Amelio, che al Festival viene riproposto in versione restaurata. “E’ stato il film della vita per mio padre Paolo – spiega Cecilia Valmarana – che era capostruttura in Rai e che ebbe il coraggio di produrre un nuovo autore come Amelio con una storia controversa, realmente accaduta a Trieste, una storia che forse solo oggi riusciamo a capire appieno essendo usciti dal tempo delle contrapposizioni”. In effetti nel 1983 la Rai ritardò l’uscita del film nelle sale temendo che fosse tacciato di giustificare il terrorismo. 

Tra i film inseriti nel documentario non potevano mancare Buongiorno notte di Marco Bellocchio, Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana, La mia generazione di Wilma Labate. E la regista racconta che le suggerirono di affidare quella sceneggiatura a un autore maschio per realizzare invece una commedia, più adatta a un’autrice.

Tra i materiali di repertorio anche lo speciale tv La notte della repubblica di Sergio Zavoli e molti filmati delle Teche Rai per un film “fatto in casa” praticamente a costo zero.                       

Cristiana Paternò
26 Novembre 2019

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