Lila e Lenù, amicizia e rabbia

L'amica geniale Storia del nuovo cognome, in onda in prima visione su Raiuno e online su RaiPlay da lunedì 10 febbraio alle 21,25. In sala i primi due episodi il 27, 28 e 29 gennaio con Nexo Digital


E’ quasi un antidoto a certe uscite poco felici sulla posizione della donna, perché Lila e Lenù di certo non stanno “un passo indietro”. Così la nuova stagione de L’amica geniale Storia del nuovo cognome, in onda in prima visione mondiale su Raiuno e online su RaiPlay da lunedì 10 febbraio alle 21,25 (ma anche in sala con i primi due episodi il 27, 28 e 29 gennaio con Nexo Digital), ha fatto parlare di emancipazione femminile. “Il lavoro che sta facendo Rai Fiction è sistematico – ha detto il direttore Eleonora Andreatta rispondendo a una domanda che faceva riferimento alla recente sparata di Amadeus – L’amica geniale è il frutto più maturo e ambizioso di questo lavoro che mette al centro il punto di vista femminile e l’emancipazione”. 

Otto episodi da 50′ per 4 serate, targati HBO e Rai Fiction, prodotti da The Apartment e Wildside, parte di Freemantle, e Fandango, in coproduzione con Mowe e Umedia, con un costo di circa 40 mln €, per proseguire il racconto ispirato alla fortunata quadrilogia di Elena Ferrante, con la voce narrante di Alba Rohrwacher e tanti giovani attori napoletani. Lila (Gaia Girace) ed Elena (Margherita Mazzucco) ora hanno 16 anni, la prima si è appena sposata con un uomo per il quale prova repulsione fisica, la seconda è una studentessa fidanzata con un ragazzo del Rione, non alla sua altezza, ma contemporaneamente attratta dall’universitario Nino Sarratore (Francesco Serpico), ragazzo colto e politicamente impegnato. Entrambe sperimentano le costrizioni legate alla propria condizione femminile in un mondo ancorato a modelli rigidi di rapporti tra i due sessi, ma vivono anche i primi fuochi di una ribellione destinata a durare, inizialmente solo individuale e quasi inconfessata. Come nella scena in cui Lenù osserva le mogli e madri del rione con amarezza per quello che sono diventate a forza di gravidanze e percosse. 

I risultati della prima stagione parlano chiaro: una media di 7 mln di spettatori, il 30% di share (33% ragazze e 36% laureati) con 5 mln di views su Rai Play. “Abbiamo portato un linguaggio sofisticato e una storia ricca e complessa sulla rete generalista e abbiamo vinto la sfida”, dice ancora Andreatta. Che parla anche di internazionalizzazione della Rai per il connubio con HBO e il successo all’estero (la serie è stata vista da 120 mln di persone in 144 paesi). “La seconda stagione rilancia il racconto della precedente, esplorando nuovi temi e sentimenti con la scoperta della sessualità, la follia dell’amore, la durezza dei rapporti familiari malsani, la contesa di classe. Entriamo negli anni ’60, anni in cui la crescita sociale diventa possibile ed Elena può accedere a un ambiente diverso grazie alla cultura”. Le chiedono se la serie – dove si assiste anche al rapporto sessuale estorto a Lila con la violenza dal marito nella prima notte di nozze – avrà il bollino rosso: “E’ importante che le giovani generazioni vedano L’amica geniale, i minori accompagnati dai genitori. Il vero scandalo è che ci sia la violenza nelle famiglie, all’interno di un matrimonio. Saverio Costanzo ha raccontato con verità e pudore una scena forte, del resto credo che la sequenza più terribile sia quella in cui Lila torna a casa con i segni delle percosse sul viso e nessuno della sua famiglia reagisce, tutti fanno finta di niente”. Afferma Stefano Coletta, neo direttore di Raiuno e lettore vorace di Elena Ferrante: “Questa è la Rai che mi piace. Portare nel racconto popolare la maggiore qualità possibile”.  

Saverio Costanzo si sofferma sull’allargamento della prospettiva tra la prima e la seconda stagione: “Col passaggio dagli anni ’50 ai ’60 piano piano si apre l’orizzonte ed Elena Ferrante accelera gli scambi tra di loro e con il mondo. Anche lo stile si evolve con l’evolversi della storia italiana. La prima stagione si ispirava al neorealismo, con un racconto più ingenuo, timido e a tratti didascalico, adesso raccontiamo la maturità delle ragazze. Nei due episodi di Ischia, dove le carte si mescolano e anche tra le due amiche c’è una frattura, la regia passa ad Alice Rohrwacher”.

Non mancano i primi sussulti della rivoluzione del ’68. “Nel settimo episodio la corsa delle ragazze diventa politica, nell’ottavo c’è l’epica del ritorno che tutti viviamo, ma ancora di più la vive chi è del Sud. Le ragazze ormai si sono scambiate gli abiti, sono all’opposto”. Interviene Alice Rohrwacher: “Saverio ha visto nei due episodi di Ischia un microromanzo a sé, la prima rottura importante nella vita delle due ragazze, per questo ha deciso di far entrare un altro regista. E’ stata una vera rottura e una difficoltà per le attrici che erano cresciute nella relazione con lui. Io ho lavorato con una squadra già formata ed è stato come cucinare una sera in un grande ristorante. L’idea era di creare continuità nel racconto ma anche di lasciare libertà di stile. Del resto, il cambiamento è insito in un’epoca, siamo nel 1962, in cui la vita è cambiata per tutti nel nostro paese”.

“Tutti i personaggi cambiano, gli amici del rione, i genitori – interviene Francesco Piccolo che ha scritto con Laura Paolucci e con l’apporto di Elena Ferrante sulla cui identità rimane il mistero – L’amica geniale parla del lento schiudersi delle vite umane, come nei grandi romanzi dell’Ottocento”, Laura Paolucci sottolinea come la prima serie sia stata seguita da tantissime giovani donne. “Sono orgogliosa di aver lavorato a questa storia. È cambiato il punto di vista di cosa è geniale. Un aggettivo di solito usato per i grandi uomini, e qui applicato a due ragazze e al loro rapporto di amicizia. Anche il fatto che Elena per emanciparsi studia è qualcosa di molto importante in questo momento storico. Spero che mia figlia di 11 anni la veda”.  Infine è presto per parlare della terza stagione, ma i produttori sono ottimisti.

Cristiana Paternò
21 Gennaio 2020

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