Diritti, Fratelli D’Innocenzo e Abel Ferrara in concorso a Berlino

In concorso alla 70esima Berlinale ben tre titoli italiani: Favolacce di Damiano e Fabio D’Innocenzo, Volevo nascondermi di Giorgio Diritti e Siberia di Abel Ferrara


Svelato il programma della 70esima Berlinale (20 febbraio/1° marzo), la prima diretta da Carlo Chatrian. In concorso, con 18 film in corsa per l’Orso d’oro, ben tre titoli italiani: Favolacce di Damiano e Fabio D’Innocenzo, Volevo nascondermi di Giorgio Diritti e la coproduzione Italia/Germania Siberia di Abel Ferrara prodotto da Vivo Film con Rai Cinema, il sostegno della Regione Lazio e di IDM Alto Adige. 

Protagonista di Volevo nascondermi – quarto lungometraggio di Giorgio Diritti – è Elio Germano. L’attore romano veste i panni di Antonio Costa, conosciuto come Ligabue, immaginifico pittore dalla tragica vita nato in Svizzera e cresciuto poi a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, dove morì nel 1965. Un artista così folle da essere capace di dipingere leoni e giaguari, gorilla e tigri tra gli sterminati boschi di pioppi e sulle banchine del fiume Po. “Si può nascere con una fisicità sgraziata, una mente velata da una moderata follia, ci si può sentire sbagliati, soli, o avere voglia di nascondersi per la ‘vergogna di esistere…’ ma si può credere nel proprio talento e farlo diventare l’occasione del riscatto – dice il regista -. C’è sempre un modo per essere se stessi ed essere amati e Toni Ligabue lo voleva senza mollare mai”. Chi era mai Ligabue noto anche in Italia come ‘El Tudesc’? Affetto da gotta, rachitismo, psicolabile e soggetto ad attacchi di furia talmente violenti da richiedere più volte il ricovero psichiatrico, era figlio di una donna italiana emigrata in Svizzera. Affidato poi a una coppia del posto con la quale matura rapporti di amore e odio senza ricevere le giuste cure, a un certo punto Ligabue aggredisce la madre adottiva e viene espulso dal paese. Arriva così in Italia, dove vive tra mille disagi sulle rive del Po tra freddo e solitudine.È qui che inizia a dipingere per sfogare le sue infinite ansie ed è anche qui che incontra lo scultore e pittore Renato Marino Mazzacurati che lo introduce al mondo dell’arte e lo guida nelle tecniche. Volevo nascondermi, prodotto da Rai Cinema e Palomar con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, sarà in sala dal 27 febbraio distribuito da 01 Distribution. Nel cast del film, oltre a Elio Germano, troviamo anche Oliver Ewy (Ligabue da adolescente), Leonardo Carrozzo (Ligabue da bambino), Pietro Traldi (Renato Marino Mazzacurati), Orietta Notari (la madre di Mazzacurati), Andrea Gherpelli (il pittore Andrea Mozzali), Denis Campitelli, Filippo Marchi, Maurizio Pagliari, Francesca Manfredini, Paola Lavini e Gianni Fantoni. Una curiosità. 43 anni fa, esattamente nel 1977, andò in onda una serie tv Rai dedicata al pittore emiliano, interpretato da un allora poco conosciuto Flavio Bucci, un successo televisivo senza precedenti con milioni di telespettatori che ha lasciato un segno. Giorgio Diritti ha dichiarato: “Sono molto contento che Toni Ligabue ‘mi porti’ a Berlino. Quando ho saputo della presenza del film in concorso me lo sono immaginato arrivare in moto a Potsdamer Platz, sfilare i guanti ed entrare dicendo ‘Grazie, grazie!’ con quella sua strana cadenza tra emiliano e svizzero tedesco. Amo la sua storia, esprime la ricchezza della diversità e la voglia di riscatto. Ringrazio il direttore della Berlinale Carlo Chatrian e tutti quelli che hanno reso possibile questo film”.

Elio Germano fa parte del cast anche di Favolacce che riporta alla regia i gemelli romani autori del notevole La terra dell’abbastanza, che ha debuttato proprio alla Berlinale a Panorama. Prodotto da Pepito Produzioni, è una favola dark che si muove tra Italo Calvino e Gianni Rodari, “Una storia corale nella comunità borghese della provincia laziale, lo sguardo è quello di un gruppo di undicenni. Il titolo è la crasi tra favole e parolacce, la chiave è quella del racconto grottesco”. come spiegano gli autori. Chatrian segnala che i gemelli sono i registi più giovani della competizione e definisce il film “un paesaggio con rovine non come i film del neorealismo e sulla seconda guerra mondiale, ma sulla distruzione della famiglia, tema universale e non solo legato alla società italiana”. 

Siberia, di cui è protagonista ancora una volta l’alter ego di Ferrara Willem Dafoe, è la storia di Clint, un uomo distrutto che vive in solitudine in una tundra gelata. In questo isolamento non riesce però a trovare né l’evasione né la pace. Una sera inizierà un viaggio in cui dovrà confrontarsi con i propri sogni, i ricordi e le visioni, cercando così di attraversare il buio per raggiungere la luce. “Un film non narrativo che riporta il regista americano in concorso a Berlino, 25 anni dopo The Addiction“, come spiega Chatrian. 

In Berlinale Special Gala il già annunciato Pinocchio di Matteo Garrone (Italia/Francia); a Panorama Semina il vento di Danilo Caputo (Italia/Francia/Grecia). A Generation Palazzo di giustizia di Chiara Bellosi  (Italia/Svizzera).e il corto di Marta Anatra Progresso

A Forum La casa dell’amore di Luca Ferri e Zeus Machine L’invincibile di Nadia Ranocchi e David Zamagni (Zapruder). A Forum Expanded nella sezione che celebra i 50 anni di questa sezione, nata nel 1971, due classici come Ossessione di Luchino Visconti (1943) e Ostia di Sergio Citti (1970) oltre a Othon o gli occhi non vogliono in ogni tempo chiudersi di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet. A Berlinale Classics Il bidone di Federico Fellini (1950) in occasione del centenario del maestro riminese. Per il 70° anniversario del festival tra i titoli scelti dal direttore Carlo Chatrian nel programma On Trasmission per celebrare questo importante compleanno, figura Cesare deve morire dei Fratelli Taviani, Orso d’oro nel 2012, mentre Sole di Carlo Sironi è stato scelto da Paolo Taviani come nuovo autore su cui puntare.

Alla Settimana della critica troviamo Faith di Valentina Pedicini. Al Coproduction Market The Long Run di Andrea Magnani (produzione Pilgrim). Per Books@Berlinale il romanzo I bambini di Svevia di Romina Casagrande tra i libri alla ricerca di adattamento cinematografico in questo spazio del festival organizzato in collaborazione con la Fiera del libro di Francoforte. 

Cristiana Paternò
29 Gennaio 2020

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