Dell’amore e di altri dei

Due i film italiani a Berlinale Forum: il doc di Luca Ferri La casa dell’amore, con protagonista la transessuale Bianca, e l’ultimo lavoro di Zapruder, Zeus Machine. L’invincibile


BERLINO – Due gli italiani a Berlinale Forum, sezione del festival dedicata al cinema d’avanguardia e sperimentale: il film documentario di Luca Ferri La casa dell’amore, girato interamente nell’appartamento della protagonista, la transessuale Bianca Dolce Miele, e l’ultimo lavoro del collettivo Zapruder, Zeus Machine. L’invincibile, racconto in capitoli delle fatiche di Ercole, declinate nelle gesta di moderni ‘eroi’ dei nostri giorni.

Bianca, la protagonista de La casa dell’amore, vive a Milano e di professione fa la prostituta. La telecamera la segue mentre passa le giornate nel suo appartamento, illuminato da candele e con le persiane sempre abbassate, pieno di oggetti che fanno riferimento al suo percorso di transizione e al padre, noto scultore. Nella casa dell’amore il tempo è scandito dalle telefonate, tramite cui gestisce gli appuntamenti con i suoi clienti e la distanza con Natasha, sua compagna di una vita che non vede da due anni e che si trova temporaneamente in Brasile. Ma nonostante la distanza il suo amore rimane incrollabile e indiscusso. Il film, realizzato in digitale, fa parte di una trilogia di pellicole girate all’interno di ambienti domestici, iniziata nel 2018 con Dulcinea e proseguita con Pierino. “Ci è voluto circa un anno di lavoro per conoscere Bianca prima dell’inizio delle riprese – racconta il regista – L’ho contattata tramite un sito per incontri on line, perché stavo cercando persone che lavorassero in casa. Avevo in mente diverse possibilità per il film che doveva concludere la trilogia, non necessariamente una figura legata al mondo transessuale o della prostituzione. L’importante era trovare qualcuno che avesse la casa come snodo nevralgico delle sue attività. Bianca mi ha permesso di conoscere la sua vita e tutte le sue frequentazioni. È stato un lavoro lento, in cui sentivo crescere da parte di entrambi fiducia e stima”. La casa dell’amore concorre al Berlinale Documentary Award e al Teddy Award.

Zeus Machine. L’invincibile – scritto e diretto da David Zamagni e  Nadia Ranocchi e con la fotografia di Monaldo Moretti –  esplora il mito di Ercole, eroe delle fatiche, e lo fa attraverso le gesta, divise in altrettanti capitoli, di dodici personaggi quotidiani, a loro modo ‘eroi’ contemporanei alle prese con la loro umanità, in un flusso discontinuo, e a volte stravagante, di accadimenti che rimbalzano da un personaggio all’altro: lo sportivo che si allena in palestra nella lotta greco-romana, gli sfasciacarrozze o anche i meccanici e i fonici con la maschera di James Dean, l’ubriaco che si aggira nel supermercato come un fantasma, le ragazze-statua che prendono vita, il gruppo degli scalatori, la bambina che acchiappa i serpenti. A introdurre tutti, la statua dorata di Ercole Farnese, che inizialmente galleggia attorno all’orbita terrestre, in attesa di toccare la terra per entrare in azione. Con la voce metallica (a seguito di una laringectomia subita qualche anno fa) di Sergio Fantoni, attore che aveva lavorato a Cinecittà e a Hollywood al tempo dei peplum (era stato anche l’antagonista di Ercole in Ercole e la Regina di Lidia), prima di dedicarsi al doppiaggio e al teatro, e che aveva preso anche parte nel 2001 al primo film di Zapruder, Spring Roll.

Carmen Diotaiuti
23 Febbraio 2020

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