Omar Sy e la polizia disobbediente

Lo sviluppo un atto di disobbedienza e trasgressione nel nuovo film di Anne Fontaine, Police, che segue un’intera giornata all’interno di un ufficio di polizia francese,


BERLINO – In Berlinale Special Gala il nuovo film di Anne Fontaine, Police, tratto da un racconto di Hugo Boris e con due noti interpreti francesi protagonisti, Omar Sy e  Virginie Efira. La pellicola segue un’intera giornata all’interno di un ufficio di polizia francese, visto dalle diverse angolazioni di tre agenti – Virginie, Erik e Aristide – che cercano di tenere insieme le loro vite personali ed emotive mentre, al tempo stesso, affrontano lo stress quotidiano cui li sottopone il loro lavoro, fatto di incidenti, violenza nelle case e nelle strade. Una notte, viene assegnata loro una missione insolita: guidare un migrante all’aeroporto per motivi non specificati. Lungo la strada, Virginie apre il plico che contiene la relazione sul prigioniero e scopre che l’uomo verrà condannato a morte se tornerà nel suo paese. Di fronte a un dilemma insopportabile, inizia a mettere in discussione la loro missione, e trascina i due colleghi di fronte a un scelta importante: disobbedire o lasciare che l’uomo venga ucciso.  

“Il film è lo sviluppo un atto di disobbedienza e trasgressione”, sottolinea la regista. Nel corso degli eventi i personaggi cambiano. Aristide, interpretato da Omar Sy, all’inizio sembra molto superficiale ma poi si rivela un personaggio complesso e profondo. Un cambiamento necessario perché il film è una storia di iniziazione che avviene durante il viaggio in auto da Parigi all’aeroporto Charles de Gaulle mentre i tre protagonisti accompagnano il migrante che deve essere rimpatriato”.

“Non ho fatto uno stage presso la polizia “, ha detto Omar Sy a proposito della sua preparazione al ruolo, aggiungendo, ridendo, che la conosceva già molto bene. “Mi piace interpretare uomini dalla mente complessa”, ha poi aggiunto l’attore che si è detto curioso e interessato a provare cose nuove. “Questo ragazzo che veste un’uniforme e scherza di continuo, come persona rappresenta molto di più di quello che vuole venga fuori dall’immagine superficiale e leggera che trasmette a prima vista. In un gioco di maschere in cui quello che è realmente, è molto più complesso di quello che appare”.

Carmen Diotaiuti
28 Febbraio 2020

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