César: Polanski miglior regista, Adèle Haenel lascia la sala

Polanski - assente dalla serata come tutto il team de L'ufficiale e la spia - ha vinto il premio come miglior regista, accolto da fischi in sala. Trionfo per Les Miserables


Cerimonia dei César nel segno della protesta contro Roman Polanski. Preso di mira dalla contestazione, Polanski – assente dalla serata come tutto il team de L’ufficiale e la spia – ha vinto il premio come miglior regista, accolto da grida e fischi. Mentre Adèle Haenel, l’attrice diventata simbolo del nuovo #MeToo francese, abbandonava la sala gridando. Trionfo per Les Miserables, il film sulle banlieue disperate di Francia, che ha ottenuto il César come miglior film ed è stato il più premiato della serata.

Le quattro ore della premiazione sono trascorse fra silenzi e battute della presentatrice Florence Foresti e dei vari vip dello spettacolo chiamati sul palco a consegnare i premi. Fra loro Chiara Mastroianni e Fanny Ardant (premiata come miglior attrice non protagonista per Belle Epoque, che vince anche per la scenografia di Stéphane Rosenbaum).

Prima della cerimonia, fuori dalla Salle Pleyel di Parigi, si sono radunate un centinaio di persone per contestare il record di 12 nomination al film di Polanski, diventato ormai un bersaglio della contestazione delle donne in Francia. Il regista franco-polacco, 86 anni, è da anni ricercato dalla giustizia americana nell’ambito di un procedimento per corruzione di minorenne cominciato nel 1977. Di recente, lo stesso Polanski è stato oggetto di nuove accuse di violenze sessuali da parte della fotografa francese Valentine Monnier, che sostiene di essere stata da lui picchiata e violentata nel 1975 in Svizzera quando aveva 18 anni. Come lei, altre donne hanno accusato Polanski di violenze negli ultimi anni per fatti che sono risultati tutti caduti in prescrizione. Bersagliato dalle accuse, Polanski ha fatto sapere alla vigilia della cerimonia che non sarebbe stato presente. Dopo di lui, tutta la produzione e il cast del film ha deciso di disertare. Le nomination avevano già scosso fin nel profondo il mondo del cinema francese, tanto che l’intera direzione del premio César, gli Oscar francesi, aveva dovuto rassegnare le dimissioni. All’annuncio del premio per la miglior regia – eventualità che il ministro della Cultura aveva già definito “un simbolo negativo” – gli occhi di tutti sono andati verso Adèle Haenel, l’attrice protagonista di Ritratto della ragazza in fiamme e simbolo della protesta del nuovo cinema francese dopo aver denunciato le molestie subite dal regista Christophe Ruggia quando era una adolescente, si è alzata ed ha lasciato la sala gridando indignata. Dietro di lei, la regista del film, Celine Sciamma.

Finale con il regista Ladj Ly sul palco a ringraziare per il César del miglior film: “il vero nemico – ha detto il giovane Ladj Ly – non è l’altro, ma la miseria”. Les Misérables ha vinto anche il premio per la migliore promessa (Alexis Manenti), il César del pubblico e quello per il montaggio (Flora Volpelière). Polanski, oltre al premio per la regia, ha ottenuto quello per la sceneggiatura insieme a Robert Harris e quello per i costumi andato a Pascaline Chavanne. Anaïs Demoustier ha vinto per Alice e il sindaco. Roschdy Zem per Oh Mercy di Arnaud Desplechin. Lyna Khoudri il premio come migliore attrice rivelazione per Non conosci Papicha di Mounia Meddour (in Italia sarà distribuito da Teodora) che ha vinto anche come miglior opera prima. Non conosci Papicha è tuttora bandito in Algeria, suo paese d’origine. “Mi è servito un grande coraggio – ha dichiarato la regista – per decidermi a raccontare questa storia personale, insieme dolorosa e necessaria. Si tratta di una testimonianza importante della lotta delle donne in Algeria, della lotta delle donne in generale”. Anche Lyna Khoudri, nell’accettare il riconoscimento, ha reso omaggio a Djamila Bouhired, storica attivista e guerrigliera algerina che si oppose al dominio coloniale francese. La giovane attrice, che sarà anche tra i protagonisti del nuovo film di Wes Anderson, The French Dispatch, sta vivendo un momento magico della sua carriera che la vede tra i nuovi volti più significativi del cinema internazionale. Non conosci Papicha è ambientato nell’Algeria degli anni ’90. Nedjma (soprannominata “Papicha”) studia francese all’università e sogna di diventare stilista, ma la sua vita è sconvolta da un’ondata di fondamentalismo religioso che precipita il paese nel caos. Determinata a non arrendersi al nuovo regime, Nedjma decide di organizzare con le compagne una sfilata dei suoi abiti, che diventerà il simbolo di un’indomita e drammatica battaglia per la libertà.

Jérémy Clapin e Guillaume Laurant hanno vinto per la miglior sceneggiatura non originale per il film animato Netflix I Lost My Body, premiato anche per la miglior colonna sonora (Dan Levy insieme a Olivia Merilahti, della band indie pop franco-finlandese The Dø). Miglior attore non protagonista è Swann Arlaud per il film di Francois Ozon Grazie a Dio.

Cr. P.
29 Febbraio 2020

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