Favolacce miglior sceneggiatura, Elio Germano miglior attore

Favolacce Orso d'Argento per la sceneggiatura, Elio Germano miglior attore


BERLINO – Trionfo per il cinema italiano alla 70ma edizione della Berlinale, che ha assegnato due importanti riconoscimenti alla nostra cinematografia, l’Orso d’Argento per l’interpretazione e quello per la sceneggiatura. “Molte interpretazioni hanno impressionato la giuria quest’anno ma, per la formidabile capacità di calarsi nel mondo interno ed esterno di un grande artista, l’Orso d’Argento come miglior attore va a Elio Germano”. Con queste parole la giuria della 70ma edizione del festival ha annunciato il riconoscimento, assegnato per la formidabile interpretazione del pittore Antonio Ligabue nel film di Giorgio Diritti, Volevo nascondermi. “Voglio ringraziare tutte le persone che hanno contribuito a questo film, molto faticoso, e voglio dedicarlo a tutti gli storti, a tutti gli sbagliati, e ad Antonio Ligabue e alla grande lezione che ha dato a tutti noi”, ha sottolineato l’attore, quest’anno alla Berlinale anche nel film Favolacce dei Damiano e Fabio D’Innocenzo.

Proprio a loro, definiti dalla giuria “una nuova generazione di registi a cui auguriamo di continuare su questa strada”, è andato l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura. “Non è per niente facile fare questo discorso –  hanno detto i due fratelli saliti sul palco per ritirare il riconoscimento – c’è un po’ di emozione, naturalmente, in questo momento. Vogliamo ringraziare il festival, la giuria, i selezionatori, tutto il pubblico e tutta la nostra famiglia cinematografica e non. Ma anche tutto il cast, in particolare i bambini, che ci hanno permesso di crescere insieme a loro sul set”, hanno dichiarato.

Ad assegnare i premi, in una cerimonia presentata da Samuel Finzi – la giuria composta da Bérénice Bejo, Bettina Brokemper, Annemarie Jacir, Kenneth Lonergan, Luca Marinelli, Kleber Mendonça Filho e presieduta da Jeremy Irons,  che ha ringraziato i colleghi giurati per la tutta pazienza, la fiducia e l’emozione: “Non abbiamo solo combattuto, abbiamo lottato duramente – ha aggiunto – È quello che dovrebbe succedere sempre quando c’è così tanto talento sullo schermo”.

L’Orso d’Oro per il miglior film è andato a There is No Evil di Mohammad Rasoulof, che in Italia uscirà distribuito da Satin. Il regista iraniano, cui la sala ha dedicato un lunga ovazione in piedi, è assente dal festival perché gli è stato vietato dalle autorità di lasciare il suo paese, e a ritirare il riconoscimento, commossa, la figlia Baran, che recita nel film, e che sottolinea come sia un momento “felicissimo e molto triste” perché il padre non può essere al festival. “Non ci sono muri che possono fermare idee, convinzioni o amore”, ha rimarcato, però, il produttore Kaveh Farnam, che ha anche ringraziato tutto il cast e la troupe che hanno messo in pericolo la propria vita per essere nel film, aggiungendo: “Questo mio piccolo nuovo amico, l’orso d’oro, viaggerà molto presto nel mio paese e dirà a Mohammad che non è solo”.

Orso d’argento Gran Premio della Giuria a Never Rarely Sometimes Always di Elisa Hittman per il suo dramma sull’aborto. La regista ha ringraziato Planned Parenthood e tutte le altre organizzazioni che lavorano per “le persone che hanno un utero”.  Orso d’argento per la regia al regista coerano Hong Sangsoo per The woman who ran; Orso d’Argento per contributo artistico a Jurgens Jurges per la fotografia di Dau. Natasha di Ilya Khrzhanovkiy e Jekaterina Oerte, “un progetto che ha diviso la giuria”, lo ha definito Jeremy Irons. 

L’Orso d’Argento per un anniversario particolare, il settantesimo della Berlinale, alla commedia francese sui social media Delete History di Benoit Delépine e Gustave Kervern, che si sono detti felici che le persone continuino ad andare al cinema anche nell’era dei social media. Per quel calore umano che c’è in sala e che hanno visto anche qui a Berlino. L’Orso d’argento alla migliore attrice a Paula Beer, interprete del film tedesco Undine, che sul palco ha ringraziato Franz Rogowski, “il compagno di scena più meraviglioso che si possa desiderare”.

Premio miglior documentario a Irradiés” (Irradiated) di Rithy Panh, che la giuria ringrazia per aver  ricordato a noi tutti che l’odio crea solo guerra. “E’ un film difficile, sulla violenza estrema che l’uomo infligge su altri esseri umani –  ha sottolineato il regista –  Lo voglio dedicare a tutti i sopravvissuti, a tutti coloro che hanno resistito, in difesa della libertà di tutti noi”.

TUTTI I PREMI DI BERLINO 70 

Carmen Diotaiuti
29 Febbraio 2020

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