Ischia FF after Covid

La kermesse si tiene dal 27 giugno al 4 luglio in forma ibrida, in parte online e in parte ‘di presenza’


Certamente è difficile gestire un festival estivo come quello di Ischia, basato su proiezioni all’aperto e belle giornate, in un periodo come questo, in cui si esce dall’emergenza Coronavirus ma la minaccia non è ancora sventata, e anzi si teme un possibile ritorno, magari all’arrivo dei primi freddi.

Che fare allora? “Se molti colleghi hanno spostato i festival nella stagione settembrina e ottobrina – dice il direttore artistico Michelangelo Messina – noi non ce la siamo sentita, perché comunque la nostra kermesse ha un’identità fortemente basata sull’apertura estiva e sul cineturismo”. Dunque si va avanti, dal 27 giugno al 4 luglio, in forma ibrida, in parte online e in parte ‘di presenza’.

I film arrivano dall’Argentina all’Iran, dalla Turchia alla Polonia, passando per Bulgaria, Francia e Italia: nove straordinarie storie universali visceralmente legate ai luoghi che le raccontano, e che saranno comunque proiettate al chiaro di luna nella suggestiva Piazza d’Armi “davanti a un pubblico certamente ridotto – spiega Messina – di un’ottantina di persone a sera, mentre di solito ne abbiamo 700.

Non si possono usare gli ascensori mentre l’accesso alla piazza è abbastanza facile, e ci permette di far salire e scendere il pubblico usando le scale. Devo ringraziare sia gli artisti che si sono prestati ad essere presenti, sia quelli che hanno accettato che la loro opera, magari in anteprima, venisse distribuita online e non nel calore di una sala. Non è una scelta facile ma contribuisce alla diffusione della cultura. Devo dire che comunque già a marzo, prima che scattasse l’emergenza, avevamo avuto l’idea di chiedere ad alcuni autori di mettere online le opere che avevano partecipato alle passate edizioni. Hanno aderito in 84 e il dato, interessante, è che 124mila persone le hanno guardate. Noi 124mila persone non le abbiamo mai viste in 18 anni di festival. E’ un dato importante, vuol dire che il web ha il suo seguito”.

Intriganti e disparate le trame dei film in concorso, una ricercata antologia del meglio del cinema indipendente in circolazione: gli anni più bui della dittatura militare argentina ispirano La casa de los conejos di Valeria Selinger; un mondo distopico, regolato da leggi patriarcali, è al centro di Easterno del polacco Piotr Adamski; crisi economica, globalizzazione e storture del capitalismo sono i temi di Effetto domino di Alessandro Rossetto; romanticismo ed amarezza esistenziale si intrecciano fatalmente in Fated hearts diretto da Elif Akarsu Polat e Cigdem Bozali; le contraddizioni della società iraniana danno vita a Kömür, un noir di Esmaeel Monsef; di tempo che passa e mette alla prova consolidate amicizie si occupa invece Reunion di Niki Iliev; le atmosfere quasi oniriche dell’esotica Patagonia, che ospitano gli studi di una biologa americana, fanno da sfondo a La soledad de los huesos di Alfredo Lichter.  E ancora Toprak di Sevgi Hirschhäuser, propone un confronto tra generazioni in una Turchia sospesa fra tradizione e modernità; Weightlessness dell’iraniano Mehdi Fard Ghaderi, è un thriller avvincente dai risvolti sociali e politici.

Saranno tutti disponibili su un pratico portale online con schede sugli autori e interviste al regista, che permetterà di gestire sia la programmazione online che quella fisica.

Tra gli italiani nomi importanti come quelli di Sergio Rubini, con un premio alla carriera, Lillo & Greg, Francesco Di Leva, Carlo Luglio con Il ladro di cardellini, Alice e Alba Rohrwacher, Vincenzo Alfieri con Gli uomini d’oro (e la presenza di Giampaolo Morelli che porta anche il suo film da regista, Sette ore per farti innamorare), Edoardo Leo, Alberto Rizzi con Si muore solo da vivi e Marco D’Amore che chiuderà la kermesse con L’Immortale. In più una specifica sezione dedicata all’animazione “che racconta il territorio – dice Messina – perché il festival è appunto da sempre legato al cineturismo ed è nostro compito chiederci come si sviluppa questo ramo in un epoca in cui le produzioni usano il green screen più che recarsi nelle location reali, con conseguente decrescita economica. E naturalmente, c’è anche il Covid-19 da considerare, infatti ci sarà un convegno a tema”.

Misure di sicurezza all’entrata, naturalmente, ben impostate, con il personale della protezione civile a prendere la temperatura di ospiti e avventori. “C’è tanta voglia di normalità – chiude Messina – ringrazio gli albergatori che hanno deciso di riaprire, e intanto cerchiamo di usare il web e le sue potenzialità per contribuire alla diffusione del cinema e della diversità culturale nel mondo. Abbiamo iniziato con i fax, i Betamax e le VHS e ora ci proiettiamo verso il futuro”.

Il festival si aprirà con Kathleen di Liam O’Neil, regista recentemente scomparso proprio a causa del coronavirus.

Le opere vincitrici saranno scelte dalla giuria formata da Karin Hoffinger, responsabile delle relazioni internazionali della Berlinale, dai critici cinematografici Zlatko Vidackovic, direttore artistico del Pola Film Festival, e Emanuela Martini, già direttrice del Torino Film Festival (lungometraggi); dal giornalista Oscar Cosulich, dallo sceneggiatore, regista e attore Massimo Gaudioso e dallo storico dell’arte Tommaso Strainati (location negata); dal regista, animatore, e illustratore Marino Guarnieri, dal regista Lorenzo Latrofa e dal regista, sceneggiatore e animatore Francesco Filippi (animazione); dall’attore Fabio De Caro, dallo psichiatra e giornalista Ignazio Senatore e dal produttore e regista Emanuele Palamara (cortometraggi e scenari campani).

Andrea Guglielmino
18 Giugno 2020

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