La Mostra della rinascita e delle registe

Organizzata in tempi di coronavirus passerà alla storia per le condizioni straordinarie in cui si è svolta. Il Leone d'oro a Nomadland è quasi una lettera d'amore al cinema americano


VENEZIA – E’ la Mostra della rinascita e delle leonesse, questa 77esima. Organizzata in tempi di coronavirus passerà alla storia per le foto con mascherina e per la voglia di tornare al cinema nonostante le limitazioni: sul palco della Sala Grande o in un videomessaggio da lontano tutti ringraziano Alberto Barbera e il suo staff per il coraggio.

In un anno che ha dato uno spazio inedito alle registe, il Leone d’oro va a Nomadland, il film di una autrice cinese che vive e lavora negli States da 15 anni, Chloé Zhao, distribuito dalla Disney ma costruito con spirito pionieristico e quasi da documentario, con un’attrice come Frances McDormand che ha vissuto in mezzo ai veri nuovi nomadi girando come loro per l’Ovest alla ricerca di lavori stagionali su un piccolo furgone attrezzato a camper. Un film di cui sentiremo ancora parlare agli Oscar. Intanto attrice e regista hanno salutato la platea – See You Down the Road – da Pasadena, dentro al minivan ‘Vanguard’. Un premio, quello decretato dalla giuria presieduta dalla leonessa Cate Blanchett, che è quasi una lettera d’amore al cinema americano, assente il larga misura da questa edizione per l’impossibilità dei viaggi intercontinentali. Da notare anche che dal 2010 – anno di Sofia Coppola con il suo Nowhere – una donna non vinceva il Leone d’oro. 

Nuevo Orden di Michel Franco (Leone D’Argento – Gran Premio della Giuria) si è trasformato nelle mani del regista da film di genere distopico a riflessione su un domani vicino quanto possibile, quello di una rivolta sanguinosa dei diseredati contro i privilegiati.

Delusione per l’Italia che con quattro film in concorso porta a casa “solo” la Coppa Volpi andata a Pierfrancesco Favino per un ruolo, quello di Padrenostro di Claudio Noce, non da protagonista in un anno straordinario in cui ha vinto anche il David di Donatello per Il traditore e il Nastro d’argento per Hammamet. “Mi avete fatto la più bella sorpresa della mia vita”, ha commentato l’attore, anche produttore del film di Noce. E’ arrivato dopo il discorso di ringraziamento di Pietro Castellitto (miglior sceneggiatura a Orizzonti per il suo esordio I predatori) che aveva detto enigmaticamente “solo gli infami e i traditori sono bravi nei ringraziamenti”. Ma Favino ha osato: “Come ha detto una persona speciale che ha lavorato a questo film, quando si gira è come se nascesse una stella e noi viviamo su quella stella per mesi e la sua luce si propaga nello spazio e sugli schermi. Dedico questo premio ai milioni di schermi che si accenderanno, alla luce che si propagherà, al brillare degli occhi nel buio”. E ha voluto condividere il premio con il resto del cast e specialmente con il giovanissimo attore che ha il ruolo di suo figlio, Mattia Garaci.

Il vero sconfitto è Gianfranco Rosi: attorno a Notturno si erano coagulate molte aspettative (anche se il regista ha già vinto sia il Leone d’oro che l’Orso d’oro) e la delusione espressa da Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema, è palpabile: “Non possiamo non essere dispiaciuti perché i tre film coprodotti da Rai Cinema presenti nel Concorso ufficiale – Miss Marx di Susanna Nicchiarelli, Notturno di Gianfranco Rosi e Le sorelle Macaluso di Emma Dante – non sono stati considerati come forse meritavano. In particolare, dispiace che l’opera di Gianfranco Rosi, unica invitata eccezionalmente a partecipare ai maggiori festival internazionali – da Toronto a New York e Telluride, al London Film Festival, a quello di Tokyo e Busan – non sia riuscita ad arrivare al cuore di questa giuria la cui composizione probabilmente non includeva tutte le diverse forme del cinema”.

Tra melò e spionaggio il giapponese Kiyoshi Kurosawa, autore a tutto tondo con Wife of a Spy porta a casa il Leone d’argento per la miglior regia. Mentre il Premio Speciale della Giuria va a Cari compagni! del maestro russo Andrei Konchalovsky, che ha narrato in un sontuoso bianco e nero la storia del massacro dei lavoratori che a Novocherkassk nel 1962 erano entrati in sciopero contro il caro vita e che furono uccisi dal KGB. L’outsider The Disciple di Chaitanya Tamhane – un film rigoroso e intenso sulla musica classica indiana e su una ambizione smisurata – ha ottenuto il Premio per la miglior sceneggiatura. La Coppa Volpi femminile è stata strappata a concorrenti agguerrite e validissime come Frances MacDormand, Romola Garai o Julija Vyssoskaja per andare a Vanessa Kirby, ottima protagonista dell’emozionante Pieces of a Woman (ma l’attrice era al Lido anche con The World to Come) dove è impegnata in una sequenza di 30 minuti in cui una giovane donna partorisce in casa e perde la sua bambina. La 32enne attrice britannica famosa per la serie tv The Crown trova così la sua consacrazione.  

Tanta la commozione durante la cerimonia condotta con passione dalla madrina Anna Foglietta e aperta dai versi della poeta Mariangela Gualtieri sul significato del lockdown e dal cantautore Diodato, specialmente da parte di interpreti e registe donne. Soprattutto la portoghese Ana Rocha de Sousa autrice di Listen (Orizzonti) che si è letteralmente sciolta in lacrime ritirando il Leone del futuro Premio Luigi De Laurentiis. Tra i premi di Orizzonti anche quello alla miglior regia andato a Lav Diaz. Il Premio Marcello Mastroianni è toccato al giovanissimo Rouhollah Zamani di Khorshid di Majid Majidi (Iran), uno dei bambini costretti a guadagnarsi la vita fin dalla prima infanzia con lavori occasionali a volte ai limiti della legalità che il film racconta con sguardo tenero e partecipe. Le conclusioni al presidente Roberto Cicutto: “Siamo orgogliosi di essere riusciti a realizzare questa Mostra in condizioni – speriamo – irripetibili”. Appuntamento nel 2021 dal 1° all’11 settembre.  

Cristiana Paternò
12 Settembre 2020

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