Blanchett: Favino indispensabile, intelligente, carismatico

“E’ stata una performance straordinaria, l'anima del film non sarebbe stata la stessa senza di lui", sottolinea la presidente di giuria di Venezia 77


VENEZIA – Parla di una scelta frutto di discussioni, sempre rispettose ma non unanimi, la presidente di giuria Cate Blanchett a proposito del Leone d’Oro per il miglior film a Nomadland, sottolineando che molti altri avrebbero meritato riconoscimenti. “Anche i film italiani hanno avuto chance, la cosa fantastica di questa giuria è che nessuno aveva una lista, eravamo tutti con il cuore aperto”. Interpellata, in particolare, su un mancato premio a Notturno di Gianfranco Rosi: “Abbiamo un rispetto profondo per il lavoro da regista di Rosi, abbiamo ammirato la pazienza, la maestria, la capacità di fare documentari come nessun altro; in questo caso avremmo voluto creare un premio speciale per lui, era un film meritevole, non solo per il cinema italiano”.
“Siamo spiaciuti non abbia ricevuto un premio perché fa un cinema davvero non convenzionale – sottolinea Joanna Hogg – è un uomo solo, coraggioso, è lui stesso la sua troupe. Il fatto che non sia stato premiato non è una punizione, e i suoi film sono importanti”.

Riguardo la Coppa Volpi per l’interpretazione maschile a Pierfrancesco Favino. “E’ stata una performance straordinaria, l’anima del film non sarebbe stata la stessa senza di lui, avrebbe avuto una specie di buco nero senza quell’attore. C’erano altre ottime performance, ma Favino è un interprete indispensabile, intelligente, carismatico, generoso, capace di rendere la storia che racconta”. Apprezzamenti che arrivano anche dal giurato Matt Dillon, che passa molto tempo nel nostro Paese tanto da aver recentemente dichiarato di sentirsi per metà italiano: “La sua è stata una performance potente, era lui l’anima del film, capace di grande trasformazione. L’avevo già visto in altri ruoli, riesce ad essere davvero differente nelle sue interpretazioni”. Aspetto, quello della sua straordinaria versatilità, su cui insiste anche Nicola Lagioia: “Craxi, Buscetta, e ora questo film. Favino s’è caricato negli ultimi anni una parte di storia del nostro Paese”.

Commentando, poi, la Coppa Volpi per la migliore attrice assegnata a Vanessa Kirby per Pieces Of A Woman, Cate Blanchett rimarca come questo sia stato un festival pieno di performance straordinarie in cui spiccava quella di Vanessa Kirby, presente al festival in due pellicole: “Credo definisca la sua carriera. Straordinarie anche le attrici di Le sorelle Macaluso di Emma Dante, è stato difficile scegliere ma alla fine, credo, abbiamo preso la giusta decisione, Pieces Of A Woman è assolutamente centrato sulla sua performance”.

Belle parole anche quelle della presidente della Giuria di Orizzonti Claire Denis per il premio assegnato a Pietro Castellitto per la sceneggiatura de I predatori: “Credo che sia stata Francesca Comencini la prima a segnalarci che in questo film c’era qualcosa che metteva in allerta. L’Europa sente un malessere con l’urgenza del fascismo, e il film ha un suo modo peculiare di esprimere questo concetto attraverso quello che possiamo definire un rinnovamento della commedia all’italiana”.

“E’ un film molto ben scritto, con interpreti bravissimi –  rimarca Francesca Comencini  – Quando il cinema del nostro Paese è stato in grado di guardare in faccia a situazioni e personaggi descrivendoli in maniera feroce e spietata ma anche umana – come fecero, ad esempio, Risi e Scola – è stato un grande cinema, e ha costruito generazioni di spettatori e cittadini. Mi sembra che il film di Pietro Castellitto abbia qualcosa di tutto questo”.

Carmen Diotaiuti
12 Settembre 2020

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