Italiani, cornuti e ‘confinati’

Instant movie con l'ambizione di essere il primo film sulla quarantena ad uscire in sala, arriva in sala con Medusa con circa 350 copie


C’è anche una scena in cui Ezio Greggio – una sorta di alter ego del regista Enrico Vanzina – giustifica la sua “superficialità”: “Sono un cazzaro, lo so, ma è un modo di sopravvivere a tutto questo dolore e questa angoscia”. E così le polemiche su Lockdown all’italiana, colpevole di voler far ridere sulla tragedia del coronavirus e sul confinamento che abbiamo tutti vissuto la scorsa primavera, sono in qualche modo archiviate.

Instant movie con l’ambizione di essere il primo film sulla quarantena ad uscire in sala, arriva il 15 ottobre con Medusa, che coproduce insieme ad Adriano De Micheli, in circa 350 copie. Per Giampaolo Letta, ad e presidente Medusa, è un tentativo di reagire alla situazione anche dal punto di vista imprenditoriale. “Essere qui a parlarne con voi giornalisti dimostra che si può andare al cinema in sicurezza. Aiutateci a dire che la sala è un luogo sicuro, almeno più di altri posti aperti al pubblico. Il film nasce durante il lockdown, Enrico mi ha mandato una sceneggiatura a maggio in cui raccontava quello che stavamo vivendo con tutte le incognite e le incertezze. Abbiamo pensato di fare qualcosa di divertente, sullo sfondo della grave situazione, per dare fiducia e contribuire alla ripartenza. E’ una commedia simpatica ma rispettosa, un film a basso budget, girato in ottemperanza a tutti i protocolli del Covid”.

Racconta Enrico Vanzina, che debutta alla regia dopo una lunga storia come sceneggiatore con il fratello Carlo. “Vivendo in centro, ho sperimentato una Roma spettrale e al tempo stesso magnifica, era un’occasione irripetibile per fare una commedia all’italiana, ovvero un film dove un gruppo di personaggi ridicoli vive una tragedia senza rendersene conto. Sono partito da una celebre frase di Prevert: ‘bisogna tentare di essere felici, se non altro per dare l’esempio’ e il tema del film è proprio la ricerca della felicità per quattro personaggi del tutto negativi. Non manca un omaggio a Ettore Scola con Vittorio Gassman nei panni di un deputato del Pci che coltiva una passione adulterina (La terrazza, ndr) e cita l’articolo della Costituzione americana in cui si parla del diritto alla felicità”.

In scena due coppie nella più classica delle ‘ronde’ sentimentali. Ezio Greggio è un ricco avvocato di mezza età sposato con una donna ultraborghese e vanitosa (Paola Minaccioni). Lui intrattiene una relazione clandestina con la “periferica” commessa di supermercato (Martina Stella), fidanzata insoddisfatta del tassista romanista Ricky Memphis. I due fedifraghi, scoperti dai rispettivi partner l’8 marzo, saranno costretti a trascorrere l’intero lockdown nelle proprie case con una serie di conseguenze in cui si cerca di riassumere vizi e tic del confinamento, dallo smart working in giacca e cravatta e mutande alle mille autocertificazioni. 

Paola Minaccioni, che Vanzina definisce l’erede di Franca Valeri, ha collaborato alla scrittura, specie del suo personaggio che conquista la scena. “Ho studiato tanto questo ruolo che poteva toccare tante sfaccettature – spiega l’attrice – mentre di solito vengo coinvolta in ruoli da caratterista. Nelle case italiane la vita è stata una tragicommedia, dal cane finto alla pasta madre… Io ho trascorso il lockdown da sola e ho anche chattato, ma non su Tinder, perché essendo un personaggio pubblico, non posso permettermelo”.

Non mancano le citazioni di film visti in tv dai ‘reclusi’, da Profumo di donna a La terrazza, da I nuovi mostri a Sapore di mare. Per Vanzina questa è “un’operazione onesta sia dal punto di vista del contenuto che del progetto”, e rivendica “la libertà di andare al cinema, perché chiudere i cinema è come chiudere il cervello a milioni di persone”. Dopo due produzioni Netflix come sceneggiatore (Natale a cinque stelle e Sotto il sole di Riccione) è tornato alla sala. “Certo, adesso siamo un po’ in ansia, ci vuole coraggio”, ammette.

Ezio Greggio, reduce dal Festival di Monte-Carlo che dirige, racconta: “Il festival è stato un test importante, il pubblico c’è stato, con la mascherina e tutte le misure corrette. Dobbiamo stimolare la gente ad uscire e alimentare le attività dello spettacolo. Le sale sono il luogo più sicuro in assoluto. Uno degli obiettivi di questo film è proprio far tornare la gente al cinema”. Nel film un’apparizione anche per la sua giovane compagna Romina Pierdomenico. 

Lockdown all’italiana ha suscitato polemiche accese per la locandina. “Ho le spalle larghe – commenta Enrico – ma quando leggi sul giornale che ci sono 1.500 persone che ti odiano e ti accusano di speculare sul dolore, non ti senti bene. Spero che adesso abbiano la decenza di coprirsi il capo di cenere. Come potrei aver preso il coronavirus alla leggera se mio fratello Carlo è morto nel giro di sei mesi, e oltretutto da poco tempo? Sentirmi dire che scherzo con la morte mi ha fatto davvero schifo. Devo dire però che tutte le associazioni degli autori hanno diffuso comunicati perentori a mio sostegno. Questo paese è diviso in due categorie: chi agisce e chi reagisce, io spero di continuare a stare tra quelli che agiscono”.

Una delle possibilità per il film è la vendita dei diritti per un remake. “Sarei curioso di vederlo in Francia con Daniel Auteuil nel ruolo di Greggio”, dice Vanzina, che cita tra i suoi punti di riferimento Perfetti sconosciuti e Carnage “per capire come stare chiusi in poco spazio”. E quando aveva qualche dubbio su come girare una scena, pensava a suo fratello Carlo. “Come Billy Wilder doveva tutto al suo maestro Ernst Lubitsch, io devo tutto a Carlo e a mio padre Steno”.

Tra le partecipazioni speciali Biagio Izzo, Maurizio Mattioli, Fabrizio Bracconeri, Riccardo Rossi, Maria Luisa Jacobelli e la voce di Enzo Salvi.

Cristiana Paternò
12 Ottobre 2020

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