Chiusura cinema. Il mondo della cultura dice no

Il nuovo Dpcm con le misure anti Covid firmato nella notte dal governo Conte prevede "la sospensione degli spettacoli pubblici in sale teatrali, da concerto e cinematografiche anche all'aperto"


Il nuovo Dpcm con le misure anti Covid firmato nella notte dal governo Conte prevede “la sospensione degli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi, anche all’aperto”.

“Un dolore la chiusura di teatri e cinema. Ma oggi la priorità assoluta è tutelare la vita e la salute di tutti, con ogni misura possibile. Lavoreremo perché la chiusura sia più breve possibile e come e più dei mesi passati sosterremo le imprese e i lavoratori della cultura”, ha scritto in un tweet il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini.

“La misura assunta oggi nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dispone la sospensione degli spettacoli in teatri, cinema e sale da concerto, colpisce il settore produttivo italiano che più di ogni altro ha saputo adottare misure efficaci e responsabili nel contrasto alla diffusione epidemica da Covid-19. L’evidenza statistica dimostra che oggi proprio i teatri e i cinema sono, in virtù del senso di responsabilità dimostrato nell’applicazione delle misure medico-sanitarie da gestori, lavoratori e pubblico, i luoghi più sicuri del Paese, insieme a musei, spazi espositivi ed altri luoghi della cultura, mantenuti aperti dal Decreto. In questa luce, la sospensione degli spettacoli appare ingiustificata visto che le misure disposte considerano invece compatibili altre attività che per la propria natura non possono garantire i livelli di protezione adottati nei luoghi di spettacolo, per il pubblico come per gli operatori”. Lo scrivono una serie di assessori alla cultura. I firmatari sono: Luca Bergamo, Vicesindaco con delega alla Crescita Culturale – Roma, Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura – Milano, Eleonora de Majo, Assessora alla Cultura e al Turismo – Napoli, Barbara Grosso, Assessora alle Politiche Culturali, dell’Istruzione, per i Giovani – Genova, Francesca Paola Leon, Assessora alla Cultura – Torino, Matteo Lepore, Assessore alla Cultura e al Turismo – Bologna, Paola Mar, Assessora al Patrimonio, Promozione della città, Università, e Toponomastica – Venezia, Paolo Marasca, Assessore alla Cultura – Ancona, Ines Pierucci, Assessora alle Politiche Culturali e Turistiche – Bari, Paola Piroddi, Assessore alla Cultura – Cagliari, Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura – Firenze.

Una lettera al presidente del Consiglio giunge da Carlo Fontana, presidente Agis. “Esprimiamo la nostra contrarietà, insieme a larghissima parte dell’opinione pubblica, rispetto alla ipotesi prevista nel DPCM in merito alla sospensione delle attività dei teatri, dei cinema e dei luoghi di spettacolo. Come evidenziato dai dati di una ricerca da noi effettuata e trasmessa alle istituzioni ed agli organi di informazione, i luoghi di spettacolo si sono rivelati tra i più sicuri spazi di aggregazione sociale. Riteniamo, pertanto, che la misura prevista sia ingiustamente penalizzante rispetto al nostro settore”. E nella lettera si aggiunge: “Una nuova chiusura delle attività del settore comporterebbe un colpo difficilmente superabile ed una drammatica ricaduta sulle decine di migliaia di lavoratori ed artisti, già al limite del sostentamento a causa del crollo del reddito. Si tratterebbe di una scelta devastante per l’intero Paese”.

Anche Roberto Andò, portavoce dell’associazione 100autori, esprime un forte no alla misura. “In un momento in cui si sta tentando di tenere teso il filo tra gli spettatori e i cinema e i teatri, grazie allo sforzo per garantire la massima sicurezza delle sale, la notizia della sospensione è un colpo che può diventare mortale. Il mondo dello spettacolo aspettava e aspetta di essere protetto e tutelato”.  

100autori aderiscono anche alla lettera sottoscritta da molte associazioni del settore e da alcuni artisti (100autori, AFIC Associazione Festival Italiani di Cinema, ANAC Associazione Nazionale Autori Cinematografici, Casa del Cinema di Roma, SNGCI Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani) SNCCI Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, FICE, e poi Gianni Amelio, Pupi Avati, Marco Bellocchio, Francesco Bruni, Massimiliano Bruno, Nanni Moretti, Giuliano Montaldo, Paolo Taviani, Enrico Vanzina, Paolo Virzì: “Signor Ministro, la decisione del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte e del governo di procedere fino a tutto il mese di novembre alla chiusura di cinema, teatri e sale da concerto ci lascia attoniti, sorpresi e fortemente critici pur conoscendo il suo impegno a favore della cultura e dei lavoratori dello spettacolo. Nell’attuale situazione sanitaria, di cui siamo ben consapevoli come cittadini e operatori del nostro settore, capiamo che la salute è un bene primario da tutelare ad ogni costo. Sappiamo però altrettanto bene che la cultura è un bene altrettanto primario e che azzerarne oggi una parte fondamentale come quella dello spettacolo è un’azione a nostro avviso priva di logica e utilità. È comprovato infatti che tra le attività di socializzazione, grazie proprio ai severi protocolli sanitari che dallo scorso maggio regolano le proiezioni e gli spettacoli, Cinema e Teatri sono i luoghi più sicuri, dove non si sono registrati casi di contagio. Lo testimoniano le centinaia di proiezioni svoltesi in sicurezza alla Mostra del cinema di Venezia e ancora, proprio in questi giorni, che hanno coinciso con una preoccupante crescita di nuovi contagi, alla Festa del Cinema di Roma dove non sono stati registrati focolai. Addirittura la chiusura sarà a nostro parere controproducente perché l’eliminazione degli unici presidi di socialità sicuri, alternativi alla movida di strada e alla convivialità dei locali di ristorazione, comporterebbe il disorientamento di quella parte della popolazione che è meglio sta reagendo alla crisi pandemica. Tutto ciò dimostra che, grazie al controllo della temperatura all’ingresso, l’uso della mascherina, la drastica riduzione della capienza che garantisce il necessario distanziamento, l’immobilità degli spettatori durante le proiezioni e gli spettacoli, le ampie volumetrie dei locali, la sanificazione al termine di ogni spettacolo, i cinema, i teatri, le sale da concerto sono ad oggi i luoghi più sicuri e protetti della vita sociale. Pertanto la scelta di una nuova chiusura delle sale cinematografiche appare ai nostri occhi, non solo di operatori del settore, ma di spettatori e cittadini, ingiustificata. In un momento in cui si sta lavorando per una faticosa ripresa, costringere i cinema ad interrompere nuovamente l’attività rischia seriamente di compromettere il futuro di un intero settore. Chiediamo un confronto aperto a tutte le categorie per trovare le modalità più idonee per salvaguardare la vita culturale di noi cittadini e un settore altrimenti prossimo all’estinzione”.

Cr. P.
25 Ottobre 2020

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