La voce di Tosca da Algeri a Rio de Janeiro

La cantante e attrice presenta al Festival di Lecce il documentario Il suono della voce di Emanuela Giordano, nato da una sua idea e che racconta una sua lunga tournée internazionale


“Prima della pandemia avevamo numerosi appuntamenti al cinema con questo documentario, Il suono della voce, che è stato presentato anche in varie rassegne sotto forma di conversa-concerto, cioè si canta e poi si approfondisce quello che le immagini raccontano. Prometto di farlo a Lecce per la prossima edizione del Festival del cinema europeo”. La cantante e attrice Tosca presenta nella rassegna ‘Cinema e realtà’ del Festival di Lecce, il documentario nato da una sua idea e che racconta una sua lunga tournée internazionale: Tunisi, Algeri, Rio de Janeiro, Brasilia, San Paolo, Belo Horizonte, Parigi, Lisbona e infine Genova. Ogni città è un concerto, una scoperta umana, un incontro inaspettato, un ospite che svela qualcosa di inedito della sua cultura, un duetto musicale.

Nel 2018 Tosca porta ‘Appunti musicali dal mondo’ in Brasile, Portogallo e Francia, suonando in club prestigiosi e duettando in ogni città con artisti di fama mondiale: Maria Anadon, Lotfi Bouchnak, Aline Calixto, Alice Caymmi, Salim Dada, Mariene De Castro, Thiago Delegado, Evandro Dos Reis, Awa Ly, Rogê, Vincent Segal. Inoltre, incontra e intervista: Marisa Monte, Cyrille Aimée, Ivan Lins, Luisa Sobral, Ivano Fossati. Insieme a Tosca in questo viaggio e sul palco Giovanna Famulari al pianoforte e violoncello, Massimo De Lorenzi alle chitarre e Alessia Salvucci alle percussioni.

Ma oltre a confrontarsi con artisti che come lei valorizzano e rinnovano la tradizione musicale del loro paese, l’artista romana incontra anche donne impegnate nel sociale: ad Algeri la presidente di Save the Casbah che diffonde e tramanda alle giovani generazioni la memoria della Resistenza algerina; a Tunisi un’attivista e blogger simbolo delle donne che lottano contro l’oscurantismo e l’estremismo nonostante le minacce di morte dell’ISIS; a Rio de Janeiro l’animatrice di una Onlus dedicata ai bambini che vivono nella favela Rocinha; a Parigi la creatrice del Festival Italissimo.

La regista del film Emanuela Giordano scrive elle note di regia di essersi ispirata a Wim Wenders: “Oltre alla trilogia ‘della strada’, mi riferisco naturalmente ai celebri Buena Vista Social Club e Lisbon Story dove, attraverso melodie popolari, si scopre con altri occhi una città o un paese. La vera emozione, la vera epifania ce la offre l’incontro tra gli artisti e la scintilla che ne può scaturire. Per questo credo sia giusto usare in modo meno invasivo possibile le macchine, facendo in modo che quasi ci si dimentichi di loro”.

Perché il titolo Il suono della voce? “Perché è una canzone scritta per me da Ivano Fossati che io considero la mia canzone della maturità ed è il cuore di questo progetto – spiega nel documentario Tosca premiata con il Nastro d’argento 2020 come “Protagonista dell’anno” per la sua perfomance – Il suono della voce mia e il suono della voce di tutti i posti che ho visto. Il suono della voce di tutte le persone che ho incontrato, tutto qui. Ho deciso di farmi accompagnare nella tournée internazionale da un operatore, volevo registrare, fermare quello che avrei fatto”.

La cantante ha incontrato artisti che stimava e che le hanno fatto conoscere musiche di cui a volte non conosceva l’esistenza. E allora vediamo incontri casuali e programmati di idee e di sensibilità diverse unite dalla musica, concerti, improvvisazioni nei camerini, fuori programma. Tosca ha trovato musiche e voci che ha portato a casa con sé, nel suo nuovo lavoro Morabeza, parola creola usata per definire un sentimento a cavallo tra saudade y alegria.

“Ho voluto che venisse realizzato questo documentario per dimostrare quanto sia facile entrare in un paese grazie alla musica – spiega Tosca – mescolando le tue radici con altre. Le persone che ho incontrato in questo viaggio si aprono perché la musica è la prima lingua di un popolo; a loro ho chiesto di farmi conoscere la loro cultura”. Questo documentario è per Tosca un diario di bordo che va nel cuore di ogni paese visitato. Non vuole essere una sua commemorazione, semmai mostrarla come il messaggero di quella integrazione e unione che sono presenti nella musica.

“Il suono della voce viene prima delle parole, della musica, e ci dice se siamo sinceri – afferma il chiusura del documentario il cantautore Ivano Fossati – E’ una chiave per attraversare le frontiere, se tu sei convincente non importa in quale lingua stai cantando, gli altri ti capiranno”.

Nell’incontro da remoto organizzato dal Festival Tosca racconta anche il suo grande amore per le colonne musicali che l’ha portata a interpretare canzoni  per film scritte da Nicola Piovani e Ennio Morricone e a mettere in scena anni fa lo spettacolo musicale “Zoom spartito cinematografico” che narrava un secolo di canzoni al cinema. “Sono una collezionista di colonne sonore, sono una fan di Khaled Mouzanar, compositore delle musiche dei film della regista libanese Nadine Labaki. La musica è una parte significativa del film, una musica sbagliata è come una nota stonata”.

Stefano Stefanutto Rosa
05 Novembre 2020

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