La distruzione del Platz

Il caso del Platz, la più grande baraccopoli d'Europa con 2.500 abitanti alla periferia Nord di Torino, sgomberata nel 2015, è al centro del documentario La versione di Jean


Il caso del Platz, la più grande baraccopoli d’Europa con 2.500 abitanti, per quindici anni alla periferia Nord di Torino sul Lungo Stura Lazio, è al centro del documentario La versione di Jean di Manuela Cencetti, Jean Diaconescu e Stella Iannitto, in concorso al TFF Doc Italiana. Una vera e propria città di casupole e roulotte, con una chiesa e una intensa vita sociale. 

Già raccontato in un film di Gianluca e Massimiliano De Serio (I ricordi del fiume), lo sgombero avvenuto nel 2015 è in questo caso documentato soprattutto dal punto di vista di Jean, ex pugile professionista e camionista, che con il suo cellulare filma e registra diversi momenti di vita quotidiana del campo e specialmente la sua distruzione.

Il documentario si apre con le immagini dell’arresto di Aramis, un ragazzino che aveva protestato ed era entrato nella baracca della nonna per prendere alcuni oggetti personali. Bloccato a terra con lo spray urticante, è stato condannato a sei mesi per resistenza a pubblico ufficiale tra lo sgomento dei parenti e dei Rom che hanno assistito alla scena. 

“Questo film – spiegano le autrici – parla principalmente con immagini girate dagli abitanti del campo. Un punto di vista per una volta dall’interno. È il racconto di un tempo di vita spesa in uno spazio passato da essere un luogo sovrappopolato ad essere deserto e straniante. Proporre questa versione dei fatti, per noi, non significa costruire una lettura più veritiera o più credibile, ma indagare delle voci e degli sguardi finora mai presi in considerazione. Jean è la guida di questo film, in tutti sensi; ha vissuto al campo per molti anni e ne conosce le storie e gli angoli più nascosti”.

Il film non insiste sui retroscena dello sgombero, che vengono riassunti nei cartelli finali: parte dal 2013 il progetto La città possibile, che aveva destinato 5 mln di euro a favore delle persone Rom ma che si è concretizzato nello sgombero con il consenso degli abitanti, ma senza alternative abitative di lungo periodo. A fine 2015 le ultime 70 famiglie cacciate hanno occupato l’ex caserma La Marmora di via Asti, anche questa sgomberata, mentre una seconda baraccopoli sorta in Via Germagnano è stata rasa al suolo.  

Manuela Cencetti è antropologa e video-maker, è cofondatrice dell’Associazione culturale i 313 e programmatrice di nove edizioni del Festival Cinemainstrada – Festival di Popoli e di Cinema di Strada a Torino. Ha vissuto in Guatemala, dove ha formato il collettivo Cine en la Calle. Tra i suoi lavori La mia strada è il mondo intero, un corto realizzato con Stella Iannitto, che collabora con lei anche al festival, e girato nelle baraccopoli alla periferia di Torino. 

Cristiana Paternò
26 Novembre 2020

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