Isabella Rossellini, donna del Rinascimento

Isabella Rossellini ha ricevuto Stella della Mole per l'Innovazione artistica dal Torino Film Festival


Il complimento più bello glielo fa Laura Dern quando la definisce “una donna del Rinascimento”, proprio per il suo essere artista a tutto campo e per la sua capacità di creare e ricreare continuamente. La laudatio di Isabella Rossellini, Iso per gli amici, è affidata a cinque persone che le vogliono bene, a partire dal suo ex David Lynch, che la diresse in Velluto blu in un ruolo memorabile. L’attrice è la prima a ricevere il nuovo riconoscimento del TFF, la Stella della Mole per l’Innovazione artistica, ovviamente in una cerimonia virtuale con collegamento dallo studio TV1 del Centro di Produzione Rai di Torino alla sua farm – dove alleva con amore cani, gatti e galline – mentre la figlia Elettra le consegna la scatola con il premio arrivata dall’Italia.

David Lynch racconta il loro primo incontro al ristorante di Dino De Laurentiis a Los Angeles, quando le disse, facendo una figura da scemo, che “sembrava la figlia di Ingrid Bergman”. Guy Maddin, che poi l’ha diretta in The Saddest Music in the World, ricorda un pomeriggio a Central Park mentre portavano a spasso i rispettivi cani con lei che era incredibilmente a suo agio con una mano dentro la bocca del cane. I partner di Velluto blu Kyle Maclachlan e Laura Dern sottolineano il suo anticonformismo, il coraggio, l’essere inossidabile al tempo, la sua carica umana, un aspetto su pure Antonio Monda, direttore della Festa di Roma, si sofferma volentieri.

“Con la sua grazia elegante, la raffinatezza e l’intrepida capacità di esplorare nuovi orizzonti ha saputo portare bellezza in ogni forma d’arte con la quale si è misurata, dal cinema al teatro, ai video musicali, alla moda”, dice la motivazione del premio. Doppiamente figlia d’arte, con due genitori come Roberto Rossellini e Ingrid Bergman, è cresciuta tra Parigi e Roma e si è trasferita a New York City quando aveva 19 anni. E’ diventata un volto da copertina per riviste prestigiose come Vogue, Elle, Harper’s Bazaar e Vanity Fair. “Volevo fare la costumista – confida in collegamento con Fedra Fateh, vicedirettrice del Festival di Torino – e anche dopo ho continuato a lavorare con abiti e travestimenti, sia come modella che come attrice e regista”.

Diretta da Robert Zemeckis, David O. Russell, Robert Wilson, Taylor Hackford, Marjane Satrapi, ha una autentica passione per gli animali (e un master in Comportamento animale) messa a frutto nei cortometraggi Green Porno, Seduce Me e Mammas, che mettono in scena in forma comica approfonditi studi scientifici di zoologia, con scene sull’accoppiamento delle api tenere e buffe come un film muto. “Méliès è stato davvero una grande fonte di ispirazione – ammette – ho usato una videocamera primitiva, spostandola avanti e indietro, e nessun effetto speciale, ma costumi e pupazzi creati da me. Ho provato a fare qualcosa con il computer, ma il senso del racconto cambiava completamente. E poi con i computer non sono a mio agio, e non mi piace nemmeno vedere i film sullo schermo del portatile, ma in sala”. E prosegue: “Mio padre Roberto mi ha insegnato a realizzare un film con strumenti limitati, come faceva lui durante la guerra e subito dopo, in un periodo ben peggiore del coronavirus, è stato tra i fondatori del neorealismo consapevole che quello che conta è cosa hai dire”.

Tra le sue più recenti produzioni c’è un monologo scritto con il premio Oscar Jean Claude Carriere e uno spettacolo teatrale, Link Link Circus, sempre sugli animali. E neanche il lockdown l’ha fermata: “Ho continuato a fare spettacoli su zoom durante la pandemia”.

Cristiana Paternò
27 Novembre 2020

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