Biopic: esiste una via italiana?

Biopic al cinema, esiste una via italiana? E’ questo l’interrogativo che 8 ½ sceglie per l’ultimo numero dell’anno. Con interviste a Martone, Nicchiarelli, Diritti, Iodice, Amelio, Cito Filomarino


Biopic al cinema, esiste una via italiana? Una modalità tutta nostra di raccontare le vite degli altri? E’ questo l’interrogativo che 8 ½ sceglie per l’ultimo numero dell’anno, quello di dicembre, puntando ad analizzare come il cinema italiano abbia trattato e tratti biografie e autobiografie.

“Tra pulsione imitativa ed estetica dei sosia – scrive infatti nell’articolo che apre la discussione, il direttore editoriale Gianni Canova – il biopic sta diventando il macrogenere dominante del cinema italiano: come per decenni è stata la commedia, ma con una capacità più accentuata di vedere nelle vite dei personaggi che racconta le ferite e le contraddizioni della Storia”.

Il bimestrale dedicato a Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano, edito da Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con la DG Cinema del MiBACT porta così il lettore ad affrontare una riflessione sulle forme e le strutture del racconto autobiografico con l’avvertenza che la vita vera non appartiene a nessun genere. O forse per questo, a tutti. Come illustra Andrea Guglielmino nell’articolo “E il protagonista muore…”. A supportare il tema ci pensa in un’intervista Andrea Romeo, ideatore del Biografilm, il primo evento mondiale dedicato alle biografie e ai racconti di vita, fondato nel 2005 a Bologna. Un festival che si fregia di riportare più vicende umane possibile al motto di “Ogni vita merita di essere raccontata”. Del resto i nomi noti, quelli le cui vicende invece non hanno difficoltà a finire sotto ai riflettori, si trovano a dover governare altre questioni. Ad esempio la modalità con la quale si debbano narrare le gesta di personaggi come il matematico schizofrenico John Forbes Nash o la stella dello sport senza scrupoli Tonya Harding. Visioni e ottiche che vanno ponderate come spiega appositamente Carmen Diotaiuti in “C’è storia e storia. Sociologia delle vite che contano”. La discussione passa dalla teoria alla pratica, venendo sottoposta a chi con il genere si è già cimentato. Dapprima i registi, per la precisione sei: Mario Martone, Susanna Nicchiarelli, Giorgio Diritti, Gianluca Iodice, Gianni Amelio, Ferdinando Cito Filomarino, chiamati a raccontare la loro esperienza. Subito dopo cinque attori che hanno vestito maschere di personaggi realmente esistiti. Pierfrancesco Favino per suo Tommaso Buscetta; Elio Germano per Antonio Ligabue, Kim Rossi Stuart per Gesù, mentre Serena Rossi e Toni Servillo sono stati Mia Martini e Silvio Berlusconi. Con iSOLA documentario girato con un iPhone uscito in concomitanza con il libro “Ama e fai quel che vuoi”, Elisa Fuksas porta il tema a un livello differente, quello legato all’esigenza di esorcizzare una paura personale attraverso la narrazione della propria vita. Intervistando la regista 8 ½ prova a mettersi nei panni di chi sviscera la sua esistenza quando questa viene sconvolta da una notizia inattesa e spaventosa. Più canonico il percorso letterario intrapreso da Emanuele Trevi che nel libro “Due vite” accetta la sfida di ripercorrere quelle di due scrittori: Pia Pera e Rocco Carbone. A concludere la riflessione sul tema della cover ci pensano otto critici indicando il biopic più riuscito e il personaggio italiano che merita di essere raccontato. Pedro Armocida, Adriano De Grandis, Steve Della Casa, Anna Maria Pasetti, Cristiana Paternò, Angela Prudenzi, Emanuele Rauco e Barbara Sorrentini sono chiamati a dire la loro.

La rivoluzione in atto tra premi e requisiti di eleggibilità per i film è invece il tema al centro di Inchieste, a cura di Cristiana Paternò. Molte le cose di cui tener conto d’ora in avanti. A fine agosto aveva dato il via al valzer del cambiamento Berlino con l’annuncio da parte del festival di un riconoscimento che non specificasse il genere di appartenenza per gli attori, oltre all’aggiunta di un nuovo premio dedicato all’interprete Non protagonista. Poi a gettarsi nelle danze è arrivata anche l’Academy of Motion Pictures che lo scorso settembre ha annunciato come cambieranno i criteri di eleggibilità per i film che vorranno essere candidati nella categoria Miglior film a partire dal 2025. Su tutte queste trasformazioni, destinate ancora a far parlare di sé, riflettono Carlo Chatrian, direttore artistico del Festival di Berlino, Laura Delli Colli presidente di Fondazione Cinema per Roma nonché del Sngci, Piera Detassis presidente e direttrice artistica dell’Accademia David di Donatello, e i giornalisti e critici Francesco Castelnuovo e Paolo Mereghetti.

Per il ciclo Anniversari, ad essere analizzato a 50 anni dall’uscita nelle sale è Lettera aperta a un giornale della sera di Citto Maselli che per l’occasione regala al magazine un’ampia intervista.

Il rapporto tra Botticelli e Firenze è invece al centro della rubrica Cinema e Arte, grazie al documentario La nascita della bellezza. Ideato e scritto da Francesca Priori e diretto da Marco Pianigiani, è narrato dalla voce di Jasmine Trinca. Per Cinema e Musica ad indagare la relazione tra rumori e partiture è Riccardo Giagni, musicologo e compositore nonché autore di colonne sonore, mentre in Cinema e Animazione Nicole Bianchi intervista Lorenzo Mattotti, fumettista, illustratore, sceneggiatore e regista che non ha certo bisogno di presentazioni.

La collaudata sezione Cine Gourmet dà la parola a Gianfranco Pannone che, raccontando il suo amore per il cibo, svela anche la sua ricetta per la Pasta al forno melanzane e provola. Tiene a battesimo un nuovo manuale per raccontare i mille percorsi del film dalle origini al Coronavirus, invece, Cinema e Istituzioni. I docenti di Roma Tre, Vito Zagarrio e Christian Uva hanno infatti dato alle stampe Le storie del cinema, un tomo di 500 pagine che cerca nuovi percorsi storiografici.

Parla spagnolo il Focus di questo numero che è dedicato a Cuba e fotografa la situazione anche recente grazie al punto di vista critico di Luciano Castillo. Tutt’altro scenario in Internet e nuovi consumi dedicato interamente al fenomeno dei video party che consentono la visione collettiva anche stando fisicamente lontani, in attesa di poter di nuovo realmente condividere la vera magia, quella della sala cinematografica.

Sul sito www.8-mezzo.it, è possibile scaricare gratuitamente tutti i numeri della rivista, compreso l’ultimo. A curare il progetto grafico della testata, nella versione cartacea e online, 19Novanta Communication Partners. L’appuntamento con 8 ½ è fissato a marzo 2021. Buona lettura e buone feste!

Valentina Neri
21 Dicembre 2020

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