Sergio Navarretta, nella top ten dei critici

Nella top ten dei film più belli del 2020 secondo la Hollywwod Critics Association c’è anche The Cuban dell'italocanadese, Sergio Navarretta. Una storia delicata che mescola Alzheimer e musica cubana


Nella top ten dei film più belli del 2020 secondo la Hollywood Critics Association c’è un film a firma di un italocanadese, Sergio Navarretta. “The Cuban – scrive su Facebook Debbie Lynn Elias – è una storia bellissima e commovente. (…) Grazie anche alla performance da premio di Louis Gossett Jr. e alle coinvolgenti esibizioni dell’acclamato pianista jazz cubano Hilario Duran, The Cuban solleva lo spirito e riempie il cuore”.

Lynn Elias sottolinea che la storia è basata su “esperienze multiculturali e multigenerazionali e su musica e cibo come tessuti connettivi, che accendono la magia in noi e nelle nostre vite”. Proprio per l’interculturalismo che lo pervade, il film infatti non potrebbe essere più tipicamente canadese, con il regista di origini italiane, la protagonista (interpretata da un’ottima Ana Golja) che appartiene a una famiglia afgana, il musicista cubano, la casa di riposo per anziani con regole piuttosto rigide nordamericane. “Per noi mentre lo giravamo era normale questa miscela di culture e mentalità, invece ho capito che gli americani ne sono stati colpiti”, ha affermato Navarretta, contento e gratificato del fatto che il suo film sia stato considerato il quinto migliore dell’anno dai critici hollywoodiani. “Come figlio di immigrati sento un po’ la sindrome dell’impostore e quindi il peso di questa attenzione nei nostri confronti da parte di Hollywood”, ha dichiarato con modestia, “ma sono ovviamente molto felice, lo considero un onore”.

Il film è stato presentato in anteprima la scorsa estate al Lavazza Drive in Film Festival organizzato dall’Italian Contemporary Film Festival di Toronto. “Quando è arrivata la pandemia – ha confessato Navarretta – mi sono sentito sconfitto, ma poi con i colleghi abbiamo deciso di utilizzare questo periodo di avversità per esprimere creatività e innovazione. L’idea del drive in – ha aggiunto il regista – è stata un’illuminazione per un film dal sentimento nostalgico come questo”.

The Cuban affronta con delicatezza il tema dell’Alzheimer offrendo speranza e una visione ottimista della vita. La sceneggiatura, naturalmente scritta prima della pandemia da Alessandra Piccione, compagna del regista, a detta di Navarretta risponde perfettamente alle esigenze di positività che questo difficile periodo ha creato in tutto il mondo. “Abbiamo fatto molte ricerche – ha spiegato il regista – sul potere della musica nello stimolare i sensi e i ricordi. La zia di Alessandra era in una casa di cura e siamo andati a trovarla. Quando mi ha visto mi ha scambiato per un soldato che aveva conosciuto in gioventù. Sono rimasto molto colpito e ho pensato di esplorare quest’idea dell’Alzheimer che confonde realtà e immaginazione, illusioni, delusioni e delirio, cos’è vero e cosa sono i ricordi, i sogni”.

Infatti il protagonista, un famoso musicista cubano malato di Alzheimer rimasto ormai solo in una casa di riposo, si riaccende e torna a ricordare quando sente il suono della musica. Ma si tratta di realtà o di ricordi mescolati alla fantasia? Quando è arrivato il momento di girare il film, Navarretta ha rivelato di essere piuttosto nervoso, proprio per il momento in cui il suo protagonista tornava in un certo senso a vivere, così ha visitato un artista argentino e sua moglie lo ha gentilmente fatto entrare nella sua stanza. Racconta di essere rimasto seduto in un angolo, non volendo interferire nella loro interazione. Nel momento in cui lei gli ha fatto sentire la musica, l’artista è come tornato a vivere e quello gli ha dato la sicurezza di poter girare il film, anche se il protagonista del film parla meno ed è più enigmatico, scelta registica per renderlo più interessante.

Cinecittà? Ha trasformato la sua vita. Cresciuto con i film italiani al cinema San Carlino nella zona tipicamente italiana di Saint Clair a Toronto, la visita degli studi cinematografici di Cinecittà una decina di anni fa è stato uno dei suoi sogni divenuti realtà. Antonioni e Fellini sono stati la sua ispirazione più grande, insieme a registi più recenti come Scorsese e Coppola. “Ricordo che dietro alla scuola di cinema – conclude Navarretta – vicino al magazzino di produzione, gli studenti bruciavano i finali delle pellicole dei film, fumando sigarette. Non so cosa bruciassero esattamente e perché, ma è un ricordo che rimarrà sempre nel mio cuore”.

Ecco la classifica complessiva dell’Associazione dei Critici di Hollywood dei dieci film migliori del 2020:

1. The Outpost

2. The True History of the Kelly Gang

3. Resistance

4. The Burnt Orange Heresy

5. The Cuban

6. Greenland

7. We Can Be Heroes

8. Spontaneous

9. Blow the Man Down

10. The Prom

Daniela Sanzone
22 Dicembre 2020

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