‘Tensione superficiale’: il riscatto di Michela, madre e sex worker

Sulle piattaforme Chili e #IORESTOINSALA, l'opera prima di Giovanni Aloi, sceneggiata dal regista con Heidrun Schleef e Nicolò Galbiati e interpretata da Cristiana Dell’Anna


Una ragazza madre, vessata dall’ambiente circostante, vive in una piccola comunità montana in Val di Resia. Troverà il suo riscatto con una scelta a dire poco fuori dai canoni che, in modo paradossale, le ridà fiducia in se stessa e capacità di reagire alle angherie e ai soprusi, in una parola di tener testa a un mondo maschile e maschilista.

E’ disponibile sulle piattaforme Chili e #IORESTOINSALA, Tensione superficiale, distribuito da Ombre Rosse in collaborazione con No.Mad Entertainment. L’opera prima di Giovanni Aloi, sceneggiata dal regista con Heidrun Schleef e Nicolò Galbiati, pur nella struttura narrativa a tratti un po’ schematica trova nella sua protagonista Cristiana Dell’Anna (attrice napoletana nota al grande pubblico per Un posto al sole e Gomorra – La serie) il suo punto di forza e un centro nevralgico vibrante. La giovane interprete, infatti, riesce molto bene a restituire i sentimenti implosi di una ragazza succube e passiva. Heinrich, il padre di suo figlio Toby, ormai tredicenne, è un allevatore di bovini che non si è mai occupato del ragazzo e continua a far visita sporadicamente alla donna quando ne ha voglia per bere una birra e fare sesso. I genitori di lei l’hanno cacciata di casa a causa della gravidanza fuori dal matrimonio. Il suo datore di lavoro è un rozzo albergatore che la paga sei euro l’ora, rifiuta di farle un contratto e l’accusa persino di aver rubato dei soldi dalla cassa, forse per poterla ricattare sessualmente. In questo circo degli orrori quotidiani, Michela incontra una sex worker che le apre un mondo: appena oltre il confine, nella vicina Austria, in un albergo di lusso con le terme la prostituzione viene esercitata legalmente e ben pagata. Ben presto Michela comincia a guadagnare molto più dei suoi compaesani e rimette in sesto le sue finanze: compra abiti nuovi, una bella auto, presta persino qualche migliaio di euro a chi ne ha bisogno. Contemporaneamente acquista una sicurezza inedita che le permette di reagire anche quando il suo lavoro viene scoperto e la comunità la addita come “puttana”, escludendola, tra ipocrisie e scheletri nell’armadio.   

Michela non è l’unico personaggio femminile che ci viene raccontato da Aloi e dai suoi sceneggiatori che sembrano specialmente interessati alla dialettica tra i due sessi. Le donne, in questo universo, appaiono tutte perdenti: sia la nuova fidanzata di Heinrich, donna colta che fa ascoltare Mozart alle vacche ma che viene cacciata di casa in malo modo e su due piedi, sia la moglie dell’albergatore, costretta a ritmi di lavoro estenuanti e tradita sistematicamente dal marito prevaricatore.

Ma Tensione superficiale parla anche di un mondo del lavoro dove sono saltati tutti i parametri e i diritti e addita rapporti di forza sbilanciati e pervertiti in cui in fin dei conti il commercio sessuale non è peggio del precariato schiavistico o della fame a cui sono ridotti gli allevatori di bestiame.      

Il regista spiega così la genesi del progetto: “Quando mi sono imbattuto in un’intervista a una ragazza italiana che varca il confine ogni giorno per prostituirsi, all’insaputa dei suoi amici e della sua famiglia, ho immediatamente  intravisto un enorme potenziale cinematografico in questa vicenda. Il film è una storia di confine, lontano da ogni volontà di giudizio, ma con il solo desiderio di stimolare la riflessione su temi quanto mai attuali. Una donna che, adottando un comportamento ritenuto moralmente inaccettabile, trova una via per ottenere ciò che la società esige da lei. Ricostituisce il proprio nucleo familiare in brandelli, ribalta la sua situazione economica, si riscopre donna, desiderabile, forte”.

Laureato al DAMS di Bologna, Giovanni Aloi nel 2014 ha realizzato il cortometraggio A passo d’uomo, selezionato al Festival di Cannes e nella cinquina finale del David di Donatello. Il secondo cortometraggio, E.T.E.R.N.I.T. (2015), è stato nominato allo European Film Award ed era in competizione nella sezione Orizzonti della 72° Mostra di Venezia e al Festival du Court-Métrage de Clermont-Ferrand. Tierra Virgen, girato in Perù e proiettato nella sezione Giovani Autori Italiani alla 73° Mostra di Venezia, chiude la trilogia dedicata ai lavoratori.

Gli altri interpreti di Tensione superficiale sono Francesca Sanapo, Benno Steinegger, Philipp Peter Heidegger, Hannes Perkmann, Katja Lechtaler, Katia Fellin, Celine Stampfer e Leo Seppi. Prodotto da Ombre Rosse Film Production in associazione con Blue Film, in collaborazione con Rai Cinema, con il contributo del MiBACT, con il sostegno di SIAE e con il supporto di IDM Alto Adige, il film è stato in parte realizzato in Alto Adige, a Bolzano, Merano, Malles Venosta e Curon, con il famoso campanile sommerso (e stavolta in fiamme) a chiudere la vicenda in un happy ending di sapore familiare.

Cristiana Paternò
18 Febbraio 2021

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