Lolita e le altre. Le donne in Noir del festival

"Volevo allontanarmi dallo stereotipo della donna degli Anni ‘80 che, quando ricopriva ruoli di potere tipicamente maschili, lo faceva travestendosi da maschio", racconta Gabriella Genisi,


Dalla regista rivelazione Jennifer Kent alle cinque scrittrici italiane del panel “Donne in nero” (Margherita Oggero, Antonella Lattanzi, Grazia Verasani, Francesca Serafini e Rosa Teruzzi), all’incontro tra letteratura e serialità con Gabriella Genisi, autrice dei romanzi da cui è tratta la serie tv Le indagini di Lolita Lobosco, al Noir insieme a una delle interpreti della serie, Lunetta Savino, nelle vesti di Nunzia, la madre di Lolita. La 30ma edizione del Noir in Festival si apre l’8 marzo con una giornata dedicata alle donne, allo sguardo femminile sul mistero e la paura, ma anche alla rottura degli stereotipi di genere ancora presenti nel cinema e nella società.

Le indagini di Lolita Lobosco, diretta da Luca Miniero e con protagonista un’affascinante vicequestore di polizia barese, Lolita Lobosco, interpretata da Luisa Ranieri, è in onda in questi giorni con grande successo di pubblico su Raiuno (leggi il nostro articolo). Nella serie assistiamo alla rottura di più di uno stereotipo: del poliziesco e della comicità, del maschile e del femminile, del Nord e del Sud. Protagonista una donna che vive con sana fierezza la sua femminilità, che non finge di essere un uomo per avere rispetto, che è priva di retro pensieri. Una figura moderna, proiettata nell’attualità, che colma un vuoto nella letteratura poliziesca italiana, come racconta la scrittrice Gabriella Genisi, che ha dato vita al personaggio: “L’ispirazione mi è arrivata dalla lettura dei libri di Camilleri, e dalla trasposizione televisiva del personaggio del commissario Montalbano. Qualcosa che ha messo in luce un vuoto nelle figure femminile nella letteratura poliziesca italiana, in cui le donne erano relegate al ruolo dell’ispettrice, della sottoposta. Mi sono resa conto che la letteratura poliziesca non rappresentava il nuovo, la contemporaneità. Volevo allontanarmi dallo stereotipo della donna degli Anni ‘80 che, quando ricopriva ruoli di potere tipicamente maschili, lo faceva travestendosi da maschio, ritenendo opportuno vestirsi come un uomo, tagliare i capelli, togliere i tacchi”.

“Ho letto recentemente un’intervista di Luciana Castellina a Repubblica – continua la scrittrice – in cui ha rivelato che quando frequentava il partito, per essere credibile, aveva dovuto nascondere il seno. Qualcosa che tante di noi hanno dovuto fare, hanno dovuto vergognarsi della loro bellezza o dell’abilità nel fare una torta, perché nella società era passato il concetto che l’essere colta non era conciliabile con l’essere anche bella o con l’avere una qualche parte domestica. Con Lolita ho voluto costruire un personaggio che ne fregasse degli stereotipi, che andasse col tacco dodici in ufficio e cucinasse per puro piacere”.

Anche il Concorso Internazionale del Noir apre nel segno della femminilità grazie al sorprendente esordio nel lungometraggio di Jeanette Nordhal con Wildland, una storia di mafia al femminile che ruota intorno all’importanza della famiglia (ore 19.00, MYmovies), e con Les envoûtés di Pascal Bonitzer, storia di fantasmi liberamente tratta da un racconto di Henry James che ha per protagonista una giornalista sorprendentemente interpretata da Sara Giraudeau (ore 21.00, MYmovies). Altra protagonista femminile della giornata sarà Antonietta De Lilloche porta al Noir l’anteprima del suo Fulci Talks (ore 22.00, MYmovies), conversazione in versione uncut in cui la regista e il critico Marcello Garofalo dialogano insieme a Lucio Fulci, maestro del cinema di genere osannato da autori del calibro di Quentin Tarantino, e a cui il festival dedica la retrospettiva di quest’anno.  

Carmen Diotaiuti
08 Marzo 2021

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