Donne non più invisibili

Convegno fiume sotto l'etichetta Donne (in)Visibili. Il documentario delle donne tra storia, informazione e cinema del reale. Il punto di vista di genere ha trovato spazio il 24 marzo in un seminario


Convegno fiume sotto l’etichetta Donne (in)Visibili. Il documentario delle donne tra storia, informazione e cinema del reale. Il punto di vista di genere – con due presenze maschili – ha trovato spazio il 24 marzo in un seminario in streaming promosso da ALEF Associazione Leadership & Empowerment Femminile, ASP e GIULIA GIORNALISTE con l’adesione AAMOD Archivio Storico del Movimento Operaio e Democratico, Istituto Luce Cinecittà, SNGCI Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani.

Tanti gli interventi, e tutti qualificati, nei due panel coordinati dalle giornaliste Francesca Forleo e Maria Lombardo. E proprio la presenza delle giornaliste ha permesso di mettere a fuoco gli intrecci tra uso delle fonti, stereotipi di genere, cancellazioni e riscoperte nella storia e nella pratica del cinema delle donne. E così se Pia Brancadori ha parlato della pioniera Alice Guy e della perdita del racconto delle donne nella storia del cinema, Gabriella Nisticò di Archivia ha reso la difficoltà di conservazione delle fonti audiovisive (spesso VHS) e cartacee del movimento femminista. Maria Pia Ammirati, presidente di Luce Cinecittà e ai vertici di Rai Fiction, ha inviato un messaggio per enfatizzare la fatica ma anche la capacità delle donne di “essere in cammino”. Mentre Enrico Bufalini, direttore Archivio storico, cinema e documentaristica, ha sottolineato come, per la prima volta in quasi cento anni di storia, il Luce abbia una presidente e due donne su tre consiglieri di amministrazione, ricordando anche come la società abbia prodotto e lanciato tante documentariste e autrici.

Laura Delli Colli, presidente SNGCI e Fondazione Cinema per Roma, nel suo informato intervento, ha condiviso i dati, tuttora scoraggianti, della presenza di donne nelle professioni con un 16% di registe negli Usa, “industria gestita da un potere maschile” e con la differenza di retribuzioni, mentre il 2020 segna un boom. Ma quando le cose vanno male, aggiungiamo noi, nelle situazioni di crisi, le donne emergono più facilmente proprio per la capacità di far fronte all’emergenza. “Si plaude alle tre donne candidate ai Golden Globes – aggiunge Delli Colli – ma non è che un traguardo intermedio”.

Silvia Garambois, presidente di GIULIA GIORNALISTE, insiste sugli stereotipi nelle fonti dell’informazione, specie nel trattamento di notizie di cronaca e violenze (il “se l’è cercata” o l’omicidio per gelosia). Vincenzo Vita, presidente AAMOD, enfatizza il contributo delle donne all’audiovisivo, anche nella gestione dell’archivio con presenze come quella della compianta – e citata da tutti a modello – Cecilia Mangini, o attualmente di Paola Scarnati e Costanza Quatriglio.  

Numerose le produttrici interpellate, da Nadia Trevisan di Nefertiti (vicepresidente AGICI) a Marina Marzotto (presidente AGICI) e Donatella Palermo, che, pur negando la ‘differenza’ tra uomo e donna, cita tra i “suoi” riferimenti Roberta Torre di cui sta producendo il nuovo film e Agnès Varda. Tra le autrici Francesca Mazzoleni (Punta sacra) e Susanna Nicchiarelli (basti citare il recente Miss Marx) che ha parlato di “ribaltare i cliché, tra cui la differenza di età tra personaggi maschili e femminili con uomini sempre più grandi con accanto donne eternamente trentenni che spesso hanno l’età dei propri figli nella finzione”. Di intersezioni tra documentario e giornalismo ha detto Nella Condorelli, tra le organizzatrici dell’incontro, mentre Isabelle Fougère ha dato conto della situazione francese. Tra gli interventi anche quelli di storiche come Vanessa Roghi, scrittrici come Maria Rosa Cutrufelli, della direttora di Leggendaria Anna Maria Crispino, di Katie Chambers, direttrice di New York Women in Film & Television, infine di Cristiana Paternò, vicedirettrice di 8 1/2 e Cinecittà News che ha insistito sull’importanza cruciale del fare rete e sulla trasmissione dei saperi tra donne di diverse generazioni anche nella pratica giornalistica per dare spazio al lavoro delle autrici, che spesso trovano nel documentario un terreno fertile anche per la possibilità di realizzare film con un budget meno consistente. “Ma oggi, con la presenza di donne in posizioni apicali, tra cui Marta Donzelli da poco nominata presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, il lento e faticoso cambiamento a cui abbiamo assistito negli ultimi trent’anni potrà subire una accelerazione più che mai necessaria”.   

L’incontro si è concluso con un omaggio a Rita Consoli, catanese, negli anni ’50 la prima operatrice alla macchina in Italia ed in Europa, con la proiezione di un documentario a lei dedicato realizzato da Laura Cappugi e Marcello Alajmo, prodotto da CRICD – Filmoteca Regionale Siciliana. 

redazione
25 Marzo 2021

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