Per i festival il futuro è ibrido

Il 62% dei festival ha dichiarato di immaginare la prossima edizione in formato ibrido. Lo evidenzia un sondaggio voluto dall'AFIC) e presentato nel corso dell’incontro I luoghi dei festival, domani


Il Covid-19 ha rappresentato una difficile sfida e un arduo banco di prova per la tenuta dei festival italiani, sfida superata con notevole capacità di resilienza e innovazione. Nulla sarà più come prima e il futuro si prospetta ibrido, con la ripresa degli eventi in presenza, si spera al più presto, ma anche con l’utilizzo della tecnologia per arrivare ovunque, a qualsiasi pubblico, con film ed eventi. Una vera rivoluzione, o comunque l’accelerazione di processi già in atto, di cui AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema si è fatta pienamente carico. Grazie al sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, l’associazione ha lanciato un questionario che nel mese di dicembre 2020 è stato sottoposto a 142 festival di cinema italiani, rappresentativi di tutte le manifestazioni sul territorio, dalle più grandi e storiche alle più piccole e di recente fondazione. 

I risultati della ricerca sono stati presentati da Federico Pommier Vincelli (coordinatore del gruppo di lavoro AFIC) e da Francesco Bonerba (responsabile comunicazione AFIC) in occasione dell’incontro I luoghi dei festival, domani, che si è svolto il 27 marzo, realizzato grazie al contributo della DGCA del MiC e in collaborazione con Atlantica Digital Spa.

Al sondaggio hanno preso parte, come si diceva, 142 festival italiani di cui 83 AFIC. Il 32% del campione ha più di 20 edizioni alle spalle. Il 93,7% presenta film e cortometraggi internazionali. Il 45% ha una programmazione sia di cortometraggi che lungometraggi mentre il 96% prevede incontri con gli autori.

Lo scorso anno il 12% dei festival coinvolti nel sondaggio non si è svolto a causa dell’emergenza Covid-19, mentre quelli che si sono svolti solo in presenza (il 31%) si sono concentrati nel periodo tra luglio e ottobre. Le modalità solo online (30%) e ibrida (27%) sono state adottate in modo continuativo tra marzo a dicembre. Il 62% dei festival di cinema si è svolto gratuitamente e nel 57% dei casi ha previsto una modalità di accesso con prenotazione / registrazione.

Su un campione di 79 festival che si sono svolti online con proiezioni di film, le principali 5 piattaforme SVOD utilizzate sono state MYmovies (41%), Vimeo (12%), proprietaria (10%), Opendbb (6%) e FesthomeTV (5%). Il 72% dei film è stato geolocalizzato e di questi il 74% al solo territorio italiano. Più di un festival su tre ritiene che un’edizione online abbia portato ad arricchire la programmazione e/o ad aumentare la visibilità dell’evento. Il 43% ha sostenuto costi imputabili all’edizione online superiori ai 10.000 euro. Tra i festival a pagamento, il 49% ha registrato un incremento degli incassi derivanti dai film rispetto all’anno precedente. Il 75% dei festival ha subìto la soppressione o una riduzione dei finanziamenti privati rispetto all’anno precedente. Nella maggior parte dei casi (70%) gli sponsor hanno motivato i tagli con l’emergenza sanitaria, mentre lo Stato e gli Enti locali hanno dimostrato maggiore sensibilità e attenzione, perlopiù confermando il loro sostegno. 

Il 62% dei festival ha dichiarato di immaginare la prossima edizione in formato ibrido, unendo l’esperienza dal vivo alla possibilità di seguire la manifestazione online. Attorno alla ricerca (disponibile al link) è stato organizzato, come si diceva, un meeting virtuale, trasmesso anche in diretta sui social. Ad aprirlo il DG Nicola Borrelli e la presidente di AFIC Chiara Valenti Omero. Tra gli interventi esperti, studiosi e operatori esterni al sistema dei festival. Come Guido Guerzoni (docente all’Università Bocconi) e Lisa Giovannitti (analista di Formules), Mauro Antico (gruppo Atlantica Digital Spa) e Gianluca Guzzo (fondatore e CEO di MyMovies, la piattaforma che in quest’anno ha operato per oltre 100 festival italiani), Carla De Carolis e Marcello Mustilli (esperti legali per la gestione dei diritti), Vittorio Gallese (docente di neuroscienze all’Università di Parma), Vittorio Iervese (docente di Sociologia dei processi culturali all’Università di Reggio Emilia) e Marco Dalla Gassa (Università Ca’ Foscari). E inoltre Tiziana Gibelli (coordinatrice della Commissione Cultura Stato-Regioni), Giorgio Gosetti e Laura Delli Colli.

Tra le questioni affrontate quella dei diritti online e la possibilità di considerare equivalente all’uscita theatrical il passaggio a un festival ai fini di ottenere i benefici di legge, con un eventuale superamento del Decreto Bonisoli in vista di una maggiore flessibilità. Un adeguamento che sarebbe utile soprattutto per opere di ricerca a basso budget e documentari. “Il settore non ragiona più come filiera – ha sottolineato Iervese – la nuova logica è quella dell’ecosistema in cui le transazioni sono molteplici e coesistenti”.  

Buono il riscontro dell’iniziativa. Oltre 90 persone – tra direttori ed organizzazioni di manifestazioni cinematografiche – hanno partecipato tramite la piattaforma zoom, mentre sono stati quasi 100 coloro che hanno seguito la diretta Facebook, generando oltre 3000 visualizzazioni. “L’incontro ha dimostrato ancora una volta che il comparto è compatto e che l’attenzione da parte delle istituzioni è alta – ha dichiarato Chiara Valenti Omero – Da adesso parte una nuova sfida per il futuro, che prevede una maggiore collaborazione con le singole Regioni e l’AFIC stessa nella convinzione che le prossime misure sulle quali si dovrà lavorare con la DGCA dovranno essere strutturali per garantire un futuro di rinnovamento per tutto il comparto promozione”. 

Cristiana Paternò
29 Marzo 2021

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