Andrea De Sica: “Non mi uccidere, un coming of age soprannaturale”

Il film sarà disponibile dal 21 aprile per l'acquisto e il noleggio su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV


Andrea De Sica torna a parlare di adolescenza in contesti torbidi, notturni e mortiferi con il thriller romantico Non mi uccidere, dal 21 aprile su Apple Tv e sulle principali piattaforme. Un film che rilegge in qualche misura le atmosfere di una saga come Twilight ma ne fa un coming of age al femminile, che mescola azione e intimismo con una giovane protagonista, Alice Pagani, che riempie la scena con la sua fragilità a fior di pelle.

E’ Mirta, 18enne innamorata di Robin (Rocco Fasano) fino alla morte ed oltre. I due ragazzi entrano in scena mentre lui guida a occhi chiusi un’auto lanciata in corsa su una strada di montagna tutta curve. Poco dopo, in una cava abbandonata, si giurano amore eterno, ma una dose di droga iniettata nelle pupille li uccide. Ora Mirta si risveglia in un mondo infero. Anche lei è un sopramorto, per non decomporsi deve cibarsi di carne umana, ed è braccata dai benandanti, una setta che cerca di riportare alla pace eterna queste creature pericolose e assassine. Sul suo percorso ritroverà l’amato Robin, ma anche sua madre (Anita Caprioli), suo padre (Sergio Albelli), il miglior amico di Robin Ago (Giacomo Ferrara), Sara (Silvia Calderoni) con cui stringerà un patto d’amicizia e sorellanza.

Scritto dallo stesso De Sica con Gianni Romoli e il collettivo GRAMS, il film è liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Chiara Palazzolo, che tornerà sugli scaffali il 29 aprile edito da SEM Società Editrice Milanese. “Avevo letto il romanzo nel 2005 – racconta Gianni Romoli – e ne chiesi i diritti, dai tempi di Dellamorte Dellamore, che è del ’94, non facevo un horror. Chiara Palazzolo era consapevole che avremmo fatto un film pop, meno filosofico e wittgensteiniano del libro. L’importante, per lei, era conservare la metafora del passaggio di età. Però all’epoca il mercato non credeva nel genere, mi dicevano che costava meno comprare un film americano e distribuirlo. Solo dopo il successo di Jeeg Robot è diventato possibile fare questi film anche in Italia”.  

Andrea De Sica, che dopo l’esordio promettente con I figli della notte, ha diretto la serie Netflix Baby, racconta il suo rapporto con horror e thriller: “Mi piace mescolare i generi, qui c’è anche la favola nera. Ma Twilight non è stato un riferimento. Il romanzo è precedente e poi mentre quello è un mèlo travestito da horror soprannaturale, il mio film vuole affondare in una dimensione più drammatica e violenta, in cui si parla anche della complessità dell’adolescenza, e di sorellanza e rivincita femminile, al di là di un tratto ideologico come quello del #MeeToo”.

Fondamentale la presenza di Alice Pagani, conosciuta grazie a Baby. “Il mio personaggio – dice la 23enne attrice – è costretta a reagire a un abuso, l’amore mette alla prova la sua purezza. La parte buia è accettare anche di sentirsi un mostro, che è un discorso comune agli adolescenti e ai giovani”. Le musiche, composte dallo stesso De Sica con Andrea Farri, giocano un ruolo importante. “Amo la musica – afferma De Sica – perché si può comporre in solitudine, per me viene prima e la uso sia con gli sceneggiatori quando scriviamo che sul set per far capire agli attori il tono del film. In assoluto mi piacerebbe girare una storia senza dialoghi, fatta solo di musica e immagini, tornando al cinema muto”.

Lui considera Non mi uccidere un coming of age soprannaturale: “In questo – prosegue il regista – il film parla anche ai maschi, oltre che alle ragazze. La rivincita femminile riguarda tutti gli adolescenti che si sentono soli e messi sotto scacco dalla vita. Mirta deve imparare a ‘sbranare’. Per me questo è il terzo capitolo di una saga sull’adolescenza in cui ogni film è un esperimento nuovo sugli stessi temi, che tuttora mi interessano e considero ancora da scoprire”.  E’ convinto di avere un stile personale, riconoscibile. “In Asia il cinema d’autore dialoga con i generi, in Italia tendiamo ancora a dividere, come se il cinema d’autore dovesse essere necessariamente drammatico, magari parlato in dialetto. Credo che qui si tocchino temi universali come la paura, la fascinazione del male, l’ambiguità, gli aspetti notturni della nostra mente. Spero che il film sia inquietante ma anche romantico, così come Mirta è un personaggio virginale ma allo stesso tempo brutale”.

E la giovane attrice rivela di essere diventata vegetariana sul set: “In scena ero costretta a mordere fette di roastbeef, ma ho cominciato ad avere repulsione per la carne e poi ho immaginato che, come noi mangiamo gli animali, un essere più forte e potente di noi potesse divorare noi esseri umani”.

Infine una notazione sul territorio. Il film è sostenuto da IDM Film Fund & Commission e girato in buona parte in Alto Adige, dove era stato realizzato anche I figli della notte. Tra le location Monticolo, un Gasthof abbandonato sull’altopiano del Renon, il Cimitero di Bolzano, la Segheria Mayerhofer a Nova Levante e il Grand Hotel Carezza. Racconta il regista: “Abbiamo distinto le atmosfere idilliache del passato, dove la natura è dolce e rassicurante, nella spensierata fanciullezza di Mirta, e il paesaggio urbano della sua seconda vita, da morta, dove prevale sporcizia, freddezza, asfalto. Eppure i luoghi sono sempre quelli dell’Alto Adige, un Alto Adige non alla Hansel e Gretel, ma in chiave contemporanea”.

Non mi uccidere è una produzione Warner Bros. Entertainment Italia e Vivo film, prodotto da Marta Donzelli e Gregorio Paonessa, con il sostegno di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e IDM Alto Adige e Regione Lazio – Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo. Sarà disponibile dal 21 aprile per l’acquisto e il noleggio su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio su Sky Primafila e Mediaset Play Infinity.

Cristiana Paternò
13 Aprile 2021

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