Pietro Marcello: “Al lavoro con Munzi e Rohrwacher”

Pietro Marcello ospite di la masterclass al Festival di Nyon Visions du Réel anticipa i suoi nuovi progetti, tra cui un lavoro collettivo insieme a Munzi e Alice Rohrwacher


NYON – Tra gli ospiti d’onore, seppure a distanza, della 52ma edizione di Visions du Réel, il grande festival svizzero dedicato al documentario, c’è anche Pietro Marcello. Il regista, già noto al pubblico elvetico grazie alla partecipazione al Locarno Film Festival con Bella e perduta nel 2015, è oggetto di una personale che include quasi tutti i suoi lungometraggi (manca all’appello Per Lucio, il ritratto di Lucio Dalla che la stampa ha potuto vedere durante l’edizione online della Berlinale quasi due mesi fa), e si è concesso per una conversazione di tre ore sul suo percorso artistico, dagli inizi a ciò che bolle attualmente in pentola, tra cui un progetto che si girerà in Francia. Le riprese di L’envol (Il volo) inizieranno in Normandia e Haut-de-France ad agosto, gli interpreti sono Juliette Jouan, Raphaël Thierry, Louis Garrel e Noémie Lvovsky e il progetto è liberamente ispirato al romanzo Vele scarlatte (1923) dello scrittore russo Aleksandr Grin, una storia romantica che narra “l’emancipazione di una donna nell’arco di vent’anni, tra il 1919 e il 1939, in un periodo di grandi invenzioni e grandi sogni”.

Non può dilungarsi oltre su quest’ultimo lavoro, perché ancora nelle prime fasi di lavorazione: “È una fiaba, e spero di non dover fuggire dalla Francia durante le riprese”, dice scherzando, alludendo a un precedente aneddoto in cui raccontava di essere scappato di casa a quindici anni, prendendo il treno per Parigi dove ha poi passato un mese e mezzo prima di tornare nel casertano. Un’esperienza che ha parzialmente influenzato il suo cinema, alimentando in qualche modo l’idea di girare Il passaggio della linea, un progetto che oggi non sarebbe più in grado di fare come lo fece allora: “Non ho più la stessa tenacia, all’epoca non ci facevamo problemi a mangiare e dormire in treno”.

L’altro progetto in lavorazione è invece una collaborazione con Alice Rohrwacher e Francesco Munzi: “È un reportage, un viaggio in Italia. Noi siamo al servizio del film, siamo gli esecutori, ed è un messaggio che i ragazzi rivolgono al futuro, alle nuove generazioni. Sono molto contento di questo progetto, che è collettivo, perché non possiamo solo fare film per noi stessi, bisogna farli anche per gli altri. Essere registi è un privilegio, e a volte fa bene mettersi al servizio dell’altro. Ho imparato tante cose, stando lì con Alice e Francesco ad ascoltare i giovani, perché quando guardi la televisione senti parlare solo i vecchi”.

Marcello parla anche delle sale e del conflitto con le piattaforme, precisando che lui, dovendo scegliere, preferirà sempre l’uscita al cinema: “Non mi è stato proposto di lavorare con le piattaforme, e spero di non doverlo mai fare”. Gli si chiede anche un parere sulla polemica targata Gabriele Muccino, che su Twitter si è chiesto come sia possibile riportare il pubblico in sala se la stessa industria tende a valorizzare e premiare film che gli spettatori non conoscono. “Non ho seguito bene la vicenda, e non conosco abbastanza il cinema di Muccino – risponde il cineasta – ma il problema è un altro, cioè che le sale stanno scomparendo, diventano supermercati o altro. E quanti film hanno vinto premi importanti per poi essere dimenticati? O viceversa, film trascurati all’epoca che sono dei riferimenti oggi”.

E proprio sulla questione delle riaperture si esprime con una visione che lui definisce “socialista” per quanto riguarda il cinema: “Bisogna portare i film nelle piazze, bisogna educare il pubblico già nelle scuole, bisogna rendere il cinema accessibile a tutti. Un tempo il biglietto non costava tanto, adesso invece è un problema per chi vorrebbe andare al cinema ogni giorno”. Si pronuncia anche sull’essere autori all’interno di un sistema sempre più commerciale: “Non mi pongo proprio la questione. Ho sempre amato essere il più marginale possibile. Per me è sempre stato normale, oggi ho un po’ più di garanzie e posso continuare a produrre, e mi pongo dei dubbi su quello che faccio ma non hanno a che fare con la questione mercantile”. 

Max Borg
22 Aprile 2021

Visions du Réel 2021

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