Calopresti: “Il doc per mettere i diritti al centro della società”

Calopresti: “Il doc per mettere i diritti al centro della società”


Tulipani di Seta Nera, alla sua XIV edizione, è una manifestazione cinematografica organizzata dall’associazione studentesca “Università Cerca Lavoro”, su idea di Paola Tassone, direttore artistico. L’obiettivo è di promuovere il lavoro di giovani autori, che con le proprie opere narrino, tramite le immagini, “non il semplice racconto di una diversità, ma l’essenza della diversità, sapendola soprattutto valorizzare”.

“Quest’anno sono emozionata perché l’attenzione, anche da parte di Rai, è un segnale straordinario: l’ingresso di Mimmo Calopresti – direttore artistico della sezione Documentari – è stato provvidenziale e la presenza di Duillio Giammaria consolida il tutto, perché la ‘vetrina’ aiuta gli autori, che danno tanto, ma molto spesso producono low budget, seppur spesso con idee e messaggi creativi efficaci. Lo studio che c’è alla base di un doc è davvero notevole, e quest’anno sono impressionata dal passo diverso. Da due anni ci segue Calopresti e la sezione ha fatto un salto di qualità, la nostra Associazione vuole soprattutto dare al pubblico momenti di grande riflessione e riuscire con il cinema a rinascere. Quest’anno abbiamo l’onore di effettuare la rassegna al Cinema Giulio Cesare di Roma, e credo che la volontà da parte del pubblico di essere presente ci sia, seguendo i regolamenti sanitari: l’applauso ci manca e speriamo di averlo fragrante”, dichiara Tassone. 

Le 16 opere documentarie in Concorso per il premio Sorriso ANAC, sono “lavori centrati e interessanti”, commenta Calopresti, che spiega: “questi 16 diventeranno 10, saranno giudicati da una prestigiosa Giuria, e 5 andranno in sala, con una performance costruita intorno ai doc, un gesto per la riconquista della sala come luogo di proiezione e legame con gli altri”. 

Le 16 opere, scelte fra 50 arrivate da tutto il mondo, come da Francia, Spagna, Svizzera, Argentina, Sri Lanka, Libano, Marocco, Kenya e Usa, affrontano tematiche quali disuguaglianze sociali e solidarietà, ambiente, cultura della memoria, razzismo, immigrazione, omofobia, povertà, stereotipi di genere e disabilità.

Questi i titoli che concorrono per il Premio Sorriso Anac:  

Briganti di Bruno e Fabrizio Urso

Chjanu Chjanu di Aldo Albanese e Martina Raschillà

Deshdentau – L’ultimo Tabarkino di Andrea Belcastro

Fighting Souls di Stratos Cotugno

Harrag di Smail Beldjelalia

Hasta Ahora Y Siempre di Carmen Baffi

Il Direttore di Maurizio Orlandi

Libertà di Savino Carbone

Niños Maya di Veronica Succi

Re – Vita Tra Le Note di Lucio Zannella e Michele Morsello Angileri

Serendip di Marco Napoli

Sisterhood di Domiziana De Fulvio

Solidarity Crime. The Borders Of Democracy di Nicolas Braguinsky Cascini e Juan P. Aris Escarcena

Thunder’s Five Milano di Jacopo Benini 

Under The Water di Davide Lupinetti

Vuoto A Perdere di Alfio D’Agata

“Quest’anno è un festival della transizione ecologica e sociale, affinché le istituzioni le mettano al primo posto. Il documentario è una modalità per raccontare le vite reali”, commenta Diego Righini, presidente TSN, che rinnova la collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi: “con cui collaboriamo per l’integrazione e l’inclusione, per cui c’è un progetto comune”, come spiega il responsabile ENS, Amir Zuccalà: “L’accento che vogliamo porre è che sulle piattaforme, film, doc, corti, siano sempre sottotitolati, così che le persone sorde possano frequentare questi eventi; il cinema, i canali tv, le piattaforme online, è importantissimo che siano interpretati con la LIS o con i sottotitoli, e che questo succeda anche nella sale cinematografiche, affinché sia godibile l’esperienza del cinema, anche per le persone sorde –”, infatti il regolamento di TSN prevede obbligatori i sottotitoli per la partecipazione. 

“Chi scrive è abituato ad andare ‘incontro alle persone’, quindi il discorso dei sottotitoli è da accettare e risolvere e importante per mettere i diritti degli individui al centro della società”, fa eco Calopresti. 

Il doc ti connette alla realtà come nessun altro linguaggio. Cerchiamo di utilizzare questo linguaggio per mettere la società al centro del discorso”, rinforza Duillio Giammaria, direttore Rai Documentari, realtà operativa “da settembre 2020: siamo la dichiarazione d’intenti per cui il Servizio Pubblico vuole tornare a essere protagonista per una filiera, ed è giusto che ci si interessasse alla materia: c’è molto da fare, per mettere in ordine, fare maggiormente sistema, guardando all’estero anche per il sostegno. La nostra prossima tappa sarà distribuire il prodotto nelle varie fasce orarie tv, entrando anche in quelle inconsuete per il doc, come il Day Time, per poi passare su RaiPlay: noi vorremmo rappresentare in immagini la società. Moltissime di queste storie in Concorso le vedremo in piattaforma, ma va fatta una serissima politica con tutti, non solo per produrre ma anche per distribuire”.

Infatti, “La visione dei doc su piattaforma deve diventare alternativa e complementare, va prevista sul grande schermo”, tiene a precisare Francesco Ranieri Martinotti, presidente ANAC. “L’Associazione Nazionale Autori Cinematografici, con la missione della digitalizzazione, dallo scorso anno si è dotata della piattaforma Anackino, ispirata ad una francese. Non è un algoritmo ma qualcosa basato sul talento dei professionisti: nel nostro piccolo stiamo lanciando la piattaforma degli autori italiani, in cui abbiamo già fatto dei webinar, come quelli su Cinecittà o sulle riaperture delle sale. La collaborazione tra TSN e Anakino è importantissima, perché abbiamo lo stesso DNA: non sempre il cinema d’autore ha i muscoli per affermarsi, ma va aiutato e supportato, per cui questa collaborazione mi sembra naturalissima”; inoltre, la piattaforma dell’ANAC permetterà al pubblico di commentare e votare, da oggi al 30 maggio.

Nicole Bianchi
30 Aprile 2021

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