Pesaro, Armocida: “Onoriamo la ‘nouvelle vague’ Anni ’60”

Pesaro, Armocida: “Onoriamo la ‘nouvelle vague’ Anni ’60”


“Rimango sempre un pò impressionato nel constatare una ricorrente quantità di proposte da parte della Mostra, noi immaginiamo delle proiezioni anche rispetto ai luoghi delle stesse: il Concorso – 16 film, da brevissimi a 150 minuti – rimane la pietra angolare della manifestazione, la sezione più legata alla Storia stessa del Festival, quella del ‘nuovo cinema’, che evoca passato, presente e anche futuro. Oggi noi cerchiamo di onorare l’idea di una ‘nouvelle vague’ che fu propria degli Anni ’60: dall’anno scorso siamo aperti a qualsiasi film, genere, durata, anagrafe, per una selezione che ci sorprende e ci restituisce il cinema più vitale”, riflette Pedro Armocida, direttore artistico.  

La 57ma Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, dal 19 al 26 giugno 2021 in presenza, nasce con l’auspicio che il cinema possa tornare a essere un punto di riferimento culturale e sociale, ritrovando la propria dimensione nelle sale, come ben espresso dalla sigla, curata da Donato Sansone, e dal manifesto di Michele Bernardi, e nelle parole di Bruno Torri, presidente del Comitato scientifico e co-fondatore della Mostra: “È un pò buffo parlare di festival, di cinema, di mostre internazionali in un periodo caratterizzato dalla pandemia ma noi cerchiamo di ‘fare come se…’ e i puntini di sospensione li riempiamo con il cinema, seppur consapevoli che intorno continui una circostanza particolare”. 

La presentazione dell’edizione imminente della Mostra di Pesaro, questa mattina a Roma alla Casa del Cinema, è stata preceduta dall’anteprima stampa del film The Most Beautiful Boy in the World, alla presenza, oltre che di Pedro Armocida e Bruno Torri, anche del conservatore Cineteca Nazionale – Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Alberto Anile, e del vicesindaco e presidente Fondazione Pesaro Nuovo Cinema, Daniele Vimini, che ha invece sottolineato l’importanza della Mostra per il panorama culturale nazionale e per la città stessa: “E’ importante in particolare questa edizione, dopo una passata di resistenza e sperimentazione, partire dall’uso dei luoghi, dei linguaggi, dei messaggi: è una Mostra che si cuce alla città, una delle cifre specifiche di Pedro Armocida. Un ritorno ai luoghi abituali, ma anche una tendenza ad ampliare gli spazi: confermiamo lo spaziobianco per la fotografia d’autore, il ritorno del Cinema in Spiaggia dopo un anno di rinuncia, così come l’accesso allo storico Cinema Astra; la Mostra inaugura anche uno spazio per i minori, per investire sul nuovo pubblico. In ultimo, tra le tante cose, il tema green, non solo uno slogan ma anche una necessità del pianeta, oltre che una richiesta europea e un valore di crescita: siamo una piccola città percorribile anche a piedi, ma s’è fatto uno sforzo ulteriore con monopattini e biciclette elettriche. Un ringraziamento quindi alla Mostra per saper far bene il proprio lavoro ma anche per raccogliere queste sensibilità importanti per Pesaro stessa”. 

Ricchissimo e variegato il programma di quest’edizione, con “Il film d’apertura, come da tradizione consolidata, che celebra un anniversario: quest’anno compie 40 anni Indiana Jones – I predatori dell’arca perduta di Steven Spielberg, autore che aveva ‘aperto’ con Lo squalo nel 2015; a presentare il film verrà Gabriele Mainetti; film di chiusuraThe Most Beautiful Boy in the World, è stato al Sundance Festival, e l’attore che interpretò Tadzio in Morte a VeneziaBjörn Andrésen, sarà Pesaro”, annuncia Pedro Armocida. 

Tre saranno i registi italiani in gara: Luca Ferri con Mille cipressi, viaggio tra il metafisico e il surreale nella Tomba Brion di Carlo Scarpa; The Nightwalk di Adriano Valerio, confinamenti e fughe di un uomo bloccato a Shanghai durante la pandemia; Gianmarco Donaggio dà prova di un “cinema materico” con Manifestarsi, esplorazione “microscopica” dei manifesti affissi a Milano.

Ad assegnare i premi saranno due Giurie: una professionale di cui faranno parte Walter Fasano, Edoardo Gabbriellini Eleonora Marangoni, e una composta da studenti.

L’Evento Speciale sul cinema italiano quest’anno omaggia Liliana Cavani, tra le più importanti registe europee, come illustra il direttore artistico: “L’evento consiste in una retrospettiva, un volume, Liliana Cavani. Il cinema e i film, curato insieme a Cristiana Paternò ed edito da Marsilio, con cui la Mostra pubblica da più di trent’anni, questo è il numero 83. Quello di quest’anno è il primo evento dedicato ad un’autrice. Nel volume sono raccolti un’analisi sui temi sul suo cinema, con anche schede critiche sui suoi film, affidate spesso a giovani critici e ricercatori, anche per capire se il cinema di un autore abbia resistito nel tempo, e sicuramente è così. Cristiana Paternò è stata una colonna fondamentale del progetto, l’idea della dedica a Liliana Cavani viene da lei stessa. Inoltre, con la stessa Cavani il 26 mattina avremo una tavola rotonda conclusiva con alcuni degli autori dei saggi del libro”. Evento su cui continua Alberto Anile: “Siamo molto contenti, come Cineteca Nazionale, di proseguire il rapporto con la Mostra di Pesaro. È una retrospettiva molto nutrita, il fiore all’occhiello è il restauro fatto appositamente per Pesaro – con Istituto Luce Cinecittà – di Al di là del bene e del male, un film ‘molto avanti’, che fa ripensare, che sorprenderà”. 

Tra le molte proposte della Mostra, ritorna a Pesaro Julien Faraut che, dopo aver vinto il Concorso nel 2018 con John McEnroe: In the Realm of Perfection, presenta il suo nuovo The Witches of the Orient (prossimamente in sala), dedicato alla famosa squadra di pallavolo femminile giapponese che dominò per tutti gli Anni ’60, trionfatrice alle Olimpiadi di Tokyo 64, entrata nell’immaginario collettivo grazie anche alla serie animata Mimì e le ragazze della pallavolo.

Ancora la passione sportiva per il calcio con le note di Notti magiche di Edoardo Bennato e Gianna Nannini, che accompagnano la storia d’amore raccontata da Alexandre Koberidze in What Do We See When We Look at the Sky?, dal Concorso dell’ultima Berlinale (il film sarà distribuito da Mubi). Dagli Stati Uniti un film della regista e poetessa statunitense Lynne Sachs e Rock Bottom Riser, primo lungometraggio del regista sperimentale Fern Silva, riflessione sull’influenza del colonialismo e sull’esistenza di vita extra-terrestre attraverso un affascinante viaggio nel luogo più sacro delle Hawaii, il vulcano Mauna Kea. Il brasiliano Eryk Rocha (figlio di Glauber, protagonista delle eroiche prime edizioni della Mostra) offre con Edna il ritratto di una donna d’incredibile coraggio che lotta contro la deforestazione ai margini dell’autostrada Transbrasiliana in Amazzonia. L’ossessione per il western anima il lavoro dell’argentino Nicolás Zukerfeld, There Are Not Thirty-Six Ways Of Showing A Man Getting On A Horse, che è insieme una riflessione sul cinema classico americano e una spy story intorno alla mitica frase di Raoul Walsh del titolo.

Tra gli eventi in Piazza del Popolo, dopo il successo dello scorso anno, torna il concerto di cui sarà protagonista N.A.I.P. che sonorizzerà i film delle avanguardie degli Anni ’20. Sempre in Piazza si svolgeranno una serie di preziose proiezioni, a partire dal film di apertura e i film a “5 stelle” di Paolo Mereghetti e Piera Detassis, ovvero Midnight in Paris e La Messa è finita; e la chiusura, come anticipato, sarà nel nome dei 50 anni di Morte a Venezia con il documentario che ripercorre la vita dell’interprete dell’iconico Tadzio (il film uscirà in Italia, distribuito da Wanted cinema). Torna anche lo schermo sulla spiaggia per godere di pellicole in 35mm a due passi dal mare con 8 film che omaggiano il centenario della nascita di Giulietta Masina

La Sala Pasolini, deputata ad accogliere le sezioni più sperimentali del Festival, sarà invece dedicata al progetto Open Access Cinema che esplora le possibilità che la Rete offre al cinema, attraverso lo sguardo di 5 curatori e un e-book realizzato per l’occasione. Giunge alla settima edizione Animatori italiani oggi, rassegna dedicata all’animazione nostrana, in cui si inseriscono anche le personali di Magda Guidi e Michele Bernardi. Vedomusica è invece una nuova sezione che presenterà i migliori 20 videoclip musicali italiani dell’anno e una personale su UOLLI. Vede poi per la prima volta il buio della sala Finite Rants, il progetto di Fondazione Prada dedicato ai ritratti d’artista. Lo spaziobianco ospiterà l’installazione e le proiezioni di Morgan Menegazzo e Mariachiara Pernisa, mentre la sala del Cinema Astra, dove si svolgeranno tutti gli incontri e i dibattiti, sarà anche il centro di L’immagine e il suo doppio, due appuntamenti che metteranno a confronto otto produttrici donne che realizzano film in Italia, Francia, Spagna e Portogallo. 

Due le Proiezioni Speciali: l’anteprima italiana di Lumina, primo lungometraggio “solista” del giovane regista romano Samuele Sestieri, e Sei ancora tu di Chiara Caterina con la collaborazione del coreografo Francesco Marilungo. Spazio anche alla militanza con la riscoperta, a 50 anni da quella esperienza, degli avventurosi film girati dal Collettivo Cinema Militante di Milano.

Quest’anno poi Emergency diventa Charity partner ufficiale e per l’occasione presenterà Capitan Didier di Margherita Ferri. Ci sarà infine spazio anche per rendere omaggio alla documentarista Cecilia Mangini e allo scenegrafo Bruno Cesari.

La Mostra è sempre più green e in questo senso è stato concepito il nuovissimo Pesaro Film Festival Circus, un villaggio del cinema pensato per i più piccoli con workshop e laboratori, a cui si affiancheranno proiezioni a loro dedicate, a partire dall’animazione di Away di Gints Zilbalodis e di Il viaggio del Principe di Jean-François Laguionie e Xavier Picard, quest’ultimo proiettato in Piazza del Popolo (in uscita nelle sale con PFA-Films). Ben quattro sono poi i progetti pensati per la formazione e per i giovani: (Ri)montaggi, il primo concorso di video essay, il Premio Pesaro Nuovo Cinema per la nuova critica cinematografica, il progetto in collaborazione con INDIRE per la formazione cinematografica nelle scuole, La scuola allo schermo, e l’inaugurazione dell’Archivio storico della Mostra, riconosciuto quest’anno come di profondo interesse storico.

Due, infine, le collaborazioni: una con la piattaforma di cinema d’autore MUBI e l’altra con la rassegna bolognese Teatri di Vita. 

Nicole Bianchi
04 Giugno 2021

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