Spello, Tonino Delli Colli in mostra con Magnani e Welles

Spello, Tonino Delli Colli in mostra con Magnani e Welles


SPELLO 16 fotografie, tutte in bianco e nero, tranne una.  Un viaggio temporale che inizia nel 1946 con Clara Calamai e si conclude nel ’94 con Roman Polansky: Tonino Delli Colli, celebre maestro della fotografia cinematografica, accoglie “in prima persona” lo spettatore che, salendo due rampe di scale dello storico municipio della cittadina umbra di Spello, raggiunge lo spazio che ospita La memoria della luce, mostra che celebra il direttore della fotografia, profilo che perfettamente s’inserisce nella rassegna “Le professioni del cinema” parte del Festival del Cinema di Spello, in corso fino al 20 giugno. 

La prima fotografia a grande dimensione che incontriamo è proprio un ritratto di Delli Colli, accanto al suo imprescindibile strumento di lavoro, la macchina da presa, qui in una fotografia scattata nel ’57 alla Scalera Film. La prima di 16 immagini appunto, tutte bicolore tranne una, quella accanto a Sean Connery sul set de Il nome della Rosa (1986). 

La selezione fotografica racconta sì un Tonino professionista ma espira un’atmosfera particolarmente carica di umanità, ritraendo il maestro sempre in circostanze professionali, che siano set o pause dallo stesso, ma mostrandolo – non raramente – nella sua espressione più umana, spesso in compagnia del suo fedelissimo monocolo al collo, strumento da cui non si separava mai, pare, come racconta forse la più esilarante e magnifica delle fotografie in mostra, quella con Mastroianni in una pausa set di Fatto di sangue (1978) di Lina Wertmüller, in cui ammiriamo un Tonino a torso nudo e addormentato, accanto ad un irriconoscibile Marcello dalla lunghissima barba scura, come se entrambi fossero “personaggi” di un film, cosa che in fondo così era, poco importa che l’uno lo fosse “davanti” e l’altro “dietro” la macchina da presa. 

La mostra, dopo l’immagine d’accoglienza, cui subito seguono due giochi di proiezione sulle pareti che sequenziano immagini di tributo, continua in una grande stanza attigua con tre ambenti, il primo dei quali ospita due grandi dive, Clara Calamai, in una pausa set del film L’adultera (1946), sempre presente Delli Colli, e Anna Magnani, con Tonino sul set di Mamma Roma (1962). Nello stesso ambiente anche una nicchia, che accoglie una cinepresa Canon Prora originale degli Anni ’60. Queste fotografie testimoniano come Delli Colli, con la sua arte della luce, abbia davvero contributo a scrivere la Storia del Cinema, italiano e non solo, perché i profili con cui è ritratto solo altisonanti maestri del cinema mondiale: con Fellini lo guardiamo due volte, una in compagnia anche di Roberto Benigni in una pausa de La voce della luna (1990), e poi in un’altra immagine, più “intima”, “di coppia”, davvero capace di esprimere amicizia e affetto, in cui il regista riminese abbraccia Tonino sul set di Intervista (1987). 

Poi, Delli Colli ci mostra solo l’occhio destro, perché l’altro è impegnato dietro la camera, non unica compagna della fotografia, infatti vicino c’è Pier Paolo Pasolini, e siamo sul set di Accattone (1961). Ancora, Tonino, ammirato, guarda un Sordi che addenta uno sfilatino sul set di Amori di mezzo secolo (1953), fino a che lo ritroviamo “in spiaggia” con Sergio Leone per C’era una volta il West (1968), e poi impegnato nella preparazione di una scena di Temporale Rosy (1979), con Mario Monicelli.  

Tonino Delli Colli è stato voluto e amato oltre confine e almeno tre fotografie in mostra lo confermano, infatti mitica è l’immagine con Orson Welles sul set di Cagliostro (1947), come non da meno sono quella con James Wood sul set di C’era una volta in America (1984) e la più recente con Roman Polansky sul set de La morte e la fanciulla (1994). 

Le fotografie riportano rigorosamente il nome dell’autore di ciascuna, di chi ha scattato: Leo Massa, Angelo Pennacchi, Tonino Benetti, Angelo Pennoni, Angelo Novi, Luc Roux, Emilio Lari, Mimmo Cattarinich, Mario Tursi. 

L’omaggio di Spello a Tonino Delli Colli ha incluso anche la presentazione di un documentario in suo nome, One Upoce a Time… Tonino Delli Colli.  

La mostra è aperta al pubblico gratuitamente fino al 25 luglio

Nicole Bianchi
17 Giugno 2021

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