First Cow: due amici e una mucca per Kelly Reichardt

Basato su una piccola porzione del romanzo del 2004 di Jonathan Raymond The Half-Life: A Novel, First Cow di Kelly Reichardt è un western insolito e una meditazione sulle radici dell'Occidente


Basato su una piccola porzione del romanzo del 2004 di Jonathan Raymond The Half-Life: A Novel, come pure il suo film precedente, First Cow di Kelly Reichardt arriva sulla piattaforma Mubi dal 9 luglio, dopo essere stato in concorso a Berlino nel 2020. Si tratta di un western anticonvenzionale e antiepico, una storia di amicizia virile tratteggiata con tocco delicato e con spunti di umorismo anglosassone, molto letterario. Il film inizia ai giorni nostri, quando una donna, a passeggio col suo cane sulle rive di un fiume, scopre uno scheletro sepolto tra il fango e le foglie nella foresta. Da qui siamo catapultati all’inizio del XIX secolo in mezzo a un gruppo di cacciatori di pelli nell’Oregon selvaggio. Tra loro un cuoco (John Magaro) che si imbatte in un cinese (Orion Lee) anche lui nel West alla ricerca di opportunità. Tra i due nasce quasi subito un legame personale e imprenditoriale, il cuoco infatti prepara delle gustose frittelle che vanno a ruba nell’improvvisato mercato dove si compra e si vende un po’ di tutto: tuttavia la materia prima dei dolcetti è il latte di una mucca, l’unica nella zona, di proprietà di un ricco possidente (Toby Jones), che viene munta di nascosto e all’insaputa del proprietario ogni notte dal cuoco.

Come si vede un piccolo spunto che viene dilatato in una narrazione di due ore. Scritto da Kelly Reichardt con lo stesso Jonathan Raymond, il film descrive minuziosamente, con grande verità di dettagli, un mondo di dropout che aspirano però a entrare a pieno titolo nel sistema economico. Questi vagabondi quasi chapliniani, sporchi e laceri, vivono in baracche improvvisate e usano oggetti di fortuna, ma si entusiasmano per un pasticcino che ha il sapore dei dolci di mamma, cosparso di miele e spolverato di cannella. Mentre i due protagonisti sognano di aprire un albergo a Sud. 

Per la regista di Miami, classe 1964, “la mitologia del West, che è parte integrante della storia americana, è qui riscritta da un punto di vista molto diverso, come quando si leggono i diari delle viaggiatrici sulla frontiera”. La sua è una frontiera quasi senza sparatorie, dove un uomo lascia un neonato in una cesta per partecipare a una rissa e un altro desidera più di tutto mangiare un clafoutis ai mirtilli come se fosse a Londra, un West dove i nativi vivono in stretta connessione con gli anglosassoni e le razze sono mescolate in un melting pot ante litteram.

Girato in Super16, First Cow ha una visione “intima che corrisponde ai personaggi e ai paesaggi senza grandiosità, ma semmai ispirati alle foto di Robert Adams”, come suggerisce la regista.

Cristiana Paternò
25 Giugno 2021

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