Venezia 78: Green Pass, madri coraggio e il ritorno delle star

Sarà una Venezia con Green Pass e ancora alcune restrizioni. Ma anche una Mostra monstre, con il ritorno delle grandi major americane e delle star e con tante storie di donne ribelli


Sarà una Venezia con Green Pass e restrizioni, ancora con le norme per il contenimento del virus (con corrispondente aumento dei costi di gestione, l’anno scorso il Covid costò un milione di euro). Ma anche una Mostra monstre, con il ritorno delle grandi major americane (Warner Bros., Universal e Disney) delle grandi star e con una presenza straordinaria di autori italiani in concorso di cui parliamo in un articolo a parte.

“Non siamo ancora tornati alla normalità – spiega il presidente della Biennale Roberto Cicutto – e confermiamo il sistema del distanziamento e delle prenotazioni, ma speriamo in un rallentamento dei contagi e nella presenza delle delegazioni”.

Sono 17 i titoli USA, tra produzioni e coproduzioni, tre quelli del concorso: Mona Lisa and The Blood Moon di Ana Lily Amirpour con Kate Hudson, ritratto funky di una ragazza dagli strani poteri a New Orleans; The Card Counter di Paul Schrader con Oscar Isaac e Willem Dafoe, che riverbera gli orrori del carcere di Guantanamo, e The Lost Daughter opera prima dell’attrice Maggie Gyllenhaal, tratto dal romanzo di Elena Ferrante, con Olivia Colman, Dakota Johnson, Ed Harris e l’italiana Alba Rohrwacher.

Fuori concorso troviamo The Last Duel della Walt Disney diretto da Ridley Scott con Matt Damon, Adam Driver e Ben Affleck, che potrebbe arrivare sul red carpet accompagnato dal suo ritrovato amore Jennifer Lopez; il molto atteso Dune di Denis Villeneuve, targato Warner Bros., con un supercast in cui spiccano Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Josh Brolin, Stellan Skarsgård, Zendaya, Charlotte Rampling, Jason Momoa, Javier Bardem; Halloween Kills (uno dei tre film Universal presenti in cartellone) diretto da David Gordon Green con Jamie Lee Curtis, che riceverà anche il Leone d’Oro alla carriera; Old Henry di Potsy Ponciroli con Tim Blake Nelson e la mini-serie Scenes From a Marriage, che prende ispirazione dal capolavoro di Ingmar Bergman ed è diretta dall’israeliano Hagai Levi con Jessica Chastain e Oscar Isaac (ne saranno proiettati i primi 5 episodi).

Oltre ai cinque film italiani in concorso (Sorrentino, Martone, Fratelli D’Innocenzo, Mainetti, Frammartino), un vero record visto che non accadeva dal 1984, si segnalano 4 donne in concorso su 21 film: Jane Campion con The Power of the Dog (al Lido 22 anni dopo Holy Smoke, nel 1999), la citata Ana Lily Amirpour che nel 2016 ottenne il Premio Speciale della Giuria con The Bad Batch), Audrey Diwan con L’évènement da un romanzo autobiografico su un’esperienza di aborto clandestino negli anni ’60; poi Maggie Gyllenhaal all’opera prima e la regista russa Natasha Merkulova, che codirige con Aleksey Chupov Captain Volkonogov Escaped, sulle purghe staliniane.

In gara troviamo film molto attesi a partire Spencer di Pablo Larraín (che torna due anni dopo Ema), con Kirsten Stewart nei panni della principessa Diana raccontata nel week end in cui decide di divorziare da Carlo; The Card Counter di Paul Schrader (quattro anni dopo il magnifico First Reformed), Un autre monde di Stéphane Brizé (cinque anni dopo Une vie) che chiude la sua trilogia sul lavoro dal punto di vista di un dirigente costretto a scelte drammatiche sempre con Vincent Lindon protagonista; Competencia Oficial di Gastón Duprat e Mariano Cohn (che nel 2016 stupirono con Il cittadino illustre), con Penelope Cruz e Antonio Banderas in una satira del narcisismo di attori e registi (foto); il già annunciato film d’apertura in competizione Madres paralelas di Pedro Almodóvar, tutto al femminile, come molti titoli di quest’anno in cui abbondano le “madri coraggio”, secondo il direttore Alberto Barbera.

Tornano in concorso poi il messicano Michel Franco (che l’anno scorso vinse il Gran Premio della Giuria con Nuevo Orden) con Sundown interpretato da Tim Roth e Charlotte Gainsbourg; il francese Xavier Giannoli (sei anni dopo Marguerite) con Illusions perdues da Balzac. Completano il quadro On the Job: The Missing 8 del filippino Erik Matti (208 minuti) – sequel di On the Job, diretto nel 2013 e ospitato alla Quinzaine di Cannes – Leave no Traces del polacco Jan P. Matuszynski, cronaca dell’uccisione di un ragazzo nella Polonia comunista; Reflection dell’ucraino Valentyn Vasyanovych, con scene di violenza disumana sul fronte ucraino, e La Caja di Lorenzo Vigas, regista venezuelano che nel 2015 vinse il Leone d’Oro con Ti guardo.

Per quanto riguarda il Fuori Concorso, oltre a Dune, Halloween Kills e The Last Duel, troviamo l’atteso Last Night in Soho di Edgar Wright (che in molti pensavano potesse essere in gara), diversi italiani (Il bambino nascosto di Roberto Andò, Ariaferma di Leonardo Di Costanzo, La scuola cattolica di Stefano Mordini), e poi Les choses humaines di Yves Attal.

Per la prima volta Mostra del Cinema, Giornate degli Autori e SIC festeggeranno assieme un autore italiano, Citto Maselli, il 5 settembre con il suo Storia d’amore restaurato.

In sintesi Barbera si dice “ottimista sullo stato di salute del cinema in generale, nonostante le difficoltà oggettive dell’industria. I film sono tanti, che arrivano da tutto il mondo, 59 i paesi presenti, solo la Cina è meno forte del solito con due cortometraggi e un titolo di Taiwan”. Sono diminuite (5 rispetto alle 8 dello scorso anno), le registe in concorso: ”C’è una piccola battuta d’arresto, se vogliamo, forse dovuta al rallentamento produttivo causato dalla pandemia, ma sono tantissime le protagoniste e le narrazioni sulla condizione femminile e sulla ribellione contro una società maschilista”.

Cristiana Paternò
26 Luglio 2021

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