Ryan Reynolds eroe di un videogioco in lotta contro il potere

Dopo aver interpretato il supereroe Deadpool, l'attore torna a vestire i panni di un eroe, stavolta ingenuo e in camicia blu, che si ritrova a dover salvare un mondo in Free Guy-Eroe per gioco


Guy pensava di avere tutto ciò voleva dalla vita. Fino a quando non scopre che il mondo in cui vive è un videogame e che il suo creatore sta per distruggerlo.

Dopo aver interpretato il supereroe politicamente scorretto e tutto parolacce Deadpool, Ryan Reynolds torna a vestire i panni di un eroe, stavolta ingenuo e in camicia blu, che si ritrova a dover salvare un mondo, seppur irreale, in Free Guy-Eroe per gioco. Il film diretto da Shawn Levy, e prodotto da 20th Century Studios, arriverà nelle sale l’11 agosto con The Walt Disney Company Italia.

Guy (Reynolds) è un cassiere di banca che vive un’esistenza semplice. È un uomo esageratamente abitudinario, che trasuda incredibile positività e allegro ottimismo, ed è sempre pronto per una buona tazza di caffè. Come il suo migliore amico Buddy (Lil Rel Howery), ama la vita. Ma tutto cambia quando scopre di essere in realtà un attore di sfondo nel popolare videogioco Free City, gestito dall’avido magnate Antoine (Taika Waititi), in cui regnano caos e devastazione. Guy incontra e si innamora immediatamente dell’intraprendente e sexy Molotov Girl (Jodie Comer), che lo aiuta a navigare nel gioco e accettare il fatto che l’unica vita che ha conosciuto non è reale. Ma Molotov Girl in realtà è Millie e ha un conto in sospeso con Antoine. Nel frattempo la popolarità di Guy inizia a crescere e Antoine, rendendosi conto della seria minaccia che il ragazzo rappresenta per il futuro di Free City, schiera dei programmatori per rimuoverlo dal gioco. Ma non sarà semplice farlo.

A spiegare cosa lo ha colpito di Guy, è stato proprio Reynolds nel corso della conferenza mondiale in streaming della commedia. “Mi piace questo personaggio perché è un uomo ingenuo, dall’innocenza infantile, oscenamente ottimista, in un certo senso è una specie di adulto di quattro anni, come si dice anche nel film – ha raccontato l’attore di Hollywood, prossimo ai 45 anni – Guy è alla ricerca di una sorta di appartenenza alla sua vita e l’incontro con Molotov Girl lo aiuta a crescere e penso che questo aspetto sia qualcosa con cui molte persone potranno identificarsi. Grazie a questa donna, Guy avrà la capacità di iniziare a pensare da solo. Per questo credo sia stato veramente interessante esplorare questo personaggio. È raro trovarne uno con un arco narrativo così chiaramente definito”.

Per il regista e produttore Shawn Levy non è stato difficile convincere Reynolds a prendere parte al progetto. “Volevamo lavorare insieme da tanto tempo. Sono un fan di Shawn non solo come artista, ma come persona. E quando ho letto la sceneggiatura ho capito di voler far parte anche io di questo mondo – ha spiegato Reynolds – Ci siamo incontrati nel mio appartamento a New York e abbiamo capito come volevamo costruire il film, guardando anche al mondo in cui viviamo oggi. Shawn era esattamente la persona giusta per farlo (il regista è lo stesso della trilogia di Una notte al museo, ndr), perché ha grande esperienza ed è molto bravo a costruire mondi”.

Nella mente di Levy, Guy doveva essere una specie di Tom Hanks in Big o di Will Ferrell in Elf-Un elfo di nome Buddy. Reynolds ha raccontato, invece, di essere partito dal personaggio interpretato da Peter Sellers nel film del 1979 Oltre il giardino. “Doveva essere qualcuno con un fascino incredibile. Un uomo con l’umorismo di Ryan, ma senza il cinismo del franchise di Deadpool – ha spiegato il regista – L’unicità di Ryan è che è in grado di essere un fantastico e tosto eroe d’azione, ma sempre con quell’umorismo con cui guarda il mondo che lo circonda”.

A proposito di videogiochi, Reynolds ha ricordato di quanto da bambino gli piacesse giocare a Mike Tyson’s Punch-Out insieme ai suoi fratelli. Ma riferendosi a Free Guy, ha sottolineato: “Questo non è solo un film di videogiochi. È un po’ come dire che Titanic è un film su una nave. Credo ci sia molto di più”. La pellicola (che un po’ ricorda The Truman Show) riflette sul libero arbitrio e su quanto ognuno di noi possa essere l’artefice del proprio destino. Perché, come dice Guy nel film, “se non siamo reali, non vuol dire che niente conta più niente. Questo posto e queste persone sono tutto ciò che questo mondo è”.

Giulia Bianconi
04 Agosto 2021

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