Interno giorno: chi voleva fare il cinema e chi ci è riuscito

Presentato a Locarno, nella sezione Histoire(s) du cinéma il documentario di Marco Santarelli Interno Giorno


LOCARNO. Il documentario che Marco Santarelli ha realizzato raccontando i provini dei ragazzi di varie generazioni (dagli anni Trenta agli anni Ottanta) per essere ammessi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma è un vero e proprio spaccato dei sogni degli italiani e al tempo stesso un saggio su come sia cambiata la società italiana.

Interno giorno, presentato al Festival di Locarno, nella sezione Histoire(s) du cinéma,  prende infatti il via negli anni Trenta, con le immagini di Benito Mussolini che visita il Centro Sperimentale: “Il CSC  – spiega il regista –   è stato uno dei capisaldi della politica fascista sul cinema che era considerato uno straordinario strumento di propaganda e che fu oggetto di grandi attenzioni e di uno sforzo economico: prima l’Istituto Luce per i cinegiornali, poi il Centro Sperimentale come scuola d’elite e nel 1936 Cinecittà, ovvero gli studi più ampi e tecnologicamente avanzati di quegli anni. Per la prima volta si pensava a una scuola per insegnare a recitare nel cinema. E da lì è passata una generazione di attori”.

Fa impressione vedere la sicurezza di una giovanissima Sofia Loren, le esitazioni di un’altrettanto giovane ma bellissima Claudia Cardinale, la disinvoltura di Raffaella Carrà quando ancora si chiamava Raffaella Pelloni, i tentativi di Carlo Cecchi (che però non sarà ammesso) e quelli del duo Paola PitagoraRenato Mambor, le barzellette raccontare da Domenico Modugno e un duetto tra Lucia Bosè e Marcello Mastroianni che però non porterà mai a nulla per via della censura poco propensa a un film nel quale una religiosa sembra sulla via di rinnovare le vicende di Gertrude, la monaca di Monza. Ma è ancora più interessante sentire i desideri di tanti giovani aspiranti attori che mai diventeranno tali, che ambiscono chi a interpretare ruoli di “figlio di papà” chi a fare “la bella vita dell’attore”. Da questo punto di vista, gli autori dei provini (sui ciak leggiamo nomi importanti: Comencini, Rossellini, Emmer…) si comportano proprio come l’Alessandro Blasetti che in Bellissima di Luchino Visconti sembra più interessato a scoprire i caratteri dei provinandi che a interpretare i loro sforzi recitativi.

Come sottolinea Santarelli, “lo stile dei provini cambia da epoca a epoca (anche se l’ambientazione è sempre molto familiare, domestica, da qui il titolo Interno giorno). Nel dopoguerra vediamo ragazzi timidi, evidentemente attratti dalla possibilità di dare una svolta decisa alla loro vita anche dal punto di vista economico. Con gli anni Sessanta e il boom economico l’atteggiamento cambia sempre di più, i giovani appaiono sicuri di sé e in alcuni provini – quelli più vicini al 1968, anno chiave per la contestazione del potere e l’emancipazione anche in campo cinematografico – arrivano addirittura masticando la gomma americano in modo decisamente beffardo”.

Guardando il film, scopriamo che hanno iniziato come attori e hanno sostenuto il corso di recitazione anche persone che nel cinema hanno poi fatto tutt’altro, come il produttore Dino de Laurentiis o il regista Marco Bellocchio.

Insomma, la voglia di recitare e di mettersi in mostra è il sentimento prevalente in tutte le epoche per chi vuole accostarsi al cinema. Ancora Santarelli: “Mi sono imbattuto nei provini del Centro Sperimentale facendo tempo fa una ricerca di materiali di archivio per un altro mio lavoro e mi sono subito reso conto di quanto ciò che avevo trovato fosse affascinante e in grado di raccontare. Ringrazio quindi il CSC e Mompracem, la casa di produzione dei Manetti Bros  per aver reso possibile questa avventura”.

Parafrasando Man Ray, possiamo dire che il cinema è davvero l’arte nella quale i sogni possono essere realizzati dai soldi, e che il provino è il passaggio obbligato per poter diventare, come dice uno dei ragazzi, “qualcuno del cinema”.

Caterina Taricano
14 Agosto 2021

Locarno 2021

Locarno 2021

Edwin conquista il Pardo d’oro e l’Italia trionfa con i giovani “cineasti del presente”

Il primo premio del Concorso Internazionale va al film indonesiano Seperti Dendam, Rindu Harus Dibayar Tuntas. Brotherhood, di Francesco Montagner vince come Miglior Film in Cineasti del Presente, sezione che premia come Miglior regista esordiente anche Hleb Papou.

Locarno 2021

Yaya e Lennie, una storia di amicizia e libertà

Il film d’animazione di Alessandro Rak, al Festival di Locarno, incanta il pubblico di Piazza Grande. Un sogno ad occhi aperti che diverte e fa riflettere. Una costruzione visiva sorprendente e affascinante per raccontare chi saremo nel futuro…

Locarno 2021

A Locarno un mostro esce dalla cripta

Presentato al Locarno Film Festival, fuori concorso, Il film di Daniele Misischia Il mostro della cripta, Un divertente omaggio agli anni ottanta e al cinema di genere che vede alla produzione i Manetti Bros e la partecipazione speciale di Lillo

Locarno 2021

I giganti: uno sguardo sull’abisso

Accoglienza calorosa al Festival di Locarno per il film di Bonifacio Angius, unico italiano in concorso. Una storia di dolore e autodistruzione. Il viaggio all’inferno di un’umanità perduta. Una vicenda cupa ma originale e ricca di sorprese


Ultimi aggiornamenti