Rebibbia Lockdown: il carcere al tempo del Covid

La vice presidente della Luiss ha presentato il doc diretto da Fabio Cavalli, con 4 studenti dell'ateneo


La vita in carcere al tempo del Covid.Si intitola Rebibbia Lockdown il film documentario diretto da Fabio Cavalli e nato da un’idea della vice presidente della Luiss ed ex ministro della Giustizia Paola Severino, che racconta l’esperienza vissuta da quattro studenti universitari della Luiss con un gruppo di detenuti del reparto di Alta Sicurezza del carcere di Rebibbia.

E’ stato presentato oggi in anteprima al Venice Production Bridge nell’ambito della Mostra del cinema di Venezia.      Alla proiezione nello Spazio Incontri dell’Hotel Excelsior al Lido erano presenti, oltre alla Severino, al regista e ai quattro studenti protagonisti, anche l’amministratore delegato di Rai Cinema Paolo DelBrocco e il Capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria ,Bernardo Petralia. Mentre il Ministro di Grazia e Giustizia, Marta Cartabia, ha inviato un messaggio per sottolineare l’importanza di questa iniziativa che mette al centro l’universo carcerario e il valore della legalità, attraverso il dialogo tra studenti della Luiss e giovani detenuti.     

Prodotto da Clipper Media con Rai Cinema, con il sostegno della Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema e realizzato grazie alla disponibilità del Ministero Di Giustizia – Dipartimento Dell’amministrazione Penitenziaria, Rebibbia Lockdown dà voce alle paure e alle inquietudini generate dalla pandemia all’interno dell’universo carcerario e all’impatto sui detenuti e sul personale d iPolizia Penitenziaria. Nel periodo in cui il Covid-19 ha costretto tutti all’isolamento nelle proprie abitazioni, tra i protagonisti del film documentario si instaura un fitto scambio epistolare nel quale ognuno sceglie di raccontare a cuore aperto sogni, speranze e sacrifici. Solo alla fine del lockdown, tutti i protagonisti avranno modo di rincontrarsi personalmente nell’aula universitaria di Rebibbia, sentendosi più legati di prima.     

”Questo film documentario – ha affermato Severino- nasce dall’entusiasmo con cui i nostri studenti della Luiss hanno voluto confermare, anche in tempo di pandemia, il loro impegno nel progetto ‘Legalità e Merito’. Un progetto che ho introdotto tempo fa nella nostra Università, nella convinzione che il rispetto delle regole vada promosso fin dall’età giovanile. Ragazzi volontari che da anni, in numero crescente, portano questi temi nelle scuole delle località più degradate d’Italia e negli istituti carcerari. Neppure il lockdown ci ha fermati, ma anzi ha rappresentato uno stimolo a mettere in comunicazione ragazzi isolati a casa e detenuti isolati in carcere. Si è così aperto un dialogo fitto ed intenso, descritto dal film documentario, che ha attraversato questo periodo così difficile, passando tra la solitudine dei detenuti, impossibilitati a ricevere levisite dei loro familiari, e la solitudine degli studenti, impossibilitati ad incontrarsi con i loro compagni. Un confronto che ha accompagnato anche i drammatici momenti della rivolta nelle carceri, per approdare nel finale ad un toccante incontro nel penitenziario di Rebibbia, finalmente di nuovo accessibile”.     

“Frasi, sguardi, accoglienza – ha proseguito Severino – tutto intorno a noi confermava che si può e si deve parlare di legalità in ogni contesto: ai giovani studenti che credono nel valore del merito e ai giovani detenuti che mi hanno dato la più bella definizione del valore nel quale hanno ricominciato a credere: ‘la legalità è sentirsi in pace con sé stessi e con il mondo’. Proprio per questo la Luiss ha voluto dare ai migliori allievi la possibilità di raggiungere una meta ambita: mostrare le proprie capacità, vincere la competizione ed iscriversi all’Università grazie ad una borsa di studio. Un piccolo contributo al grande impegno dei tanti che si occupano silenziosamente di formazione dei giovani e rieducazione dei condannati”.     

”Fra febbraio e aprile 2020 – ha aggiunto il regista – centinaia di migliaia di detenuti in tutto il mondo tentarono in ogni modo di non fare la fine dei topi. Alcune nazioni (Iran, Turchia) ne scarcerarono decine di migliaia per precauzione. In altre furono presi provvedimenti di distanziamento in fretta e furia. In Italia sospesero temporaneamente la pena a qualche centinaio di anziani e malati, tra le stravaganti proteste dei politicanti sulle ‘scarcerazioni facili’ dei ‘super-criminali’. Nella condizione di scandaloso sovraffollamento e promiscuità, alcuni detenuti italiani, isolati da ogni contatto coi familiari, attoniti di fronte alle migliaia di morti quotidiane nelle città oltre le mura invalicabili, si ribellarono e tentarono la fuga disperata. Inutilmente. Lo Stato agisce e vince sempre contro i pochi o i tanti che si scatenano contro di lui. Ma c’è modo e modo di agire.A Rebibbia lo Stato è rappresentato da un Corpo di Polizia Penitenziaria che con fermezza, ragione e persuasione placa gli animi dei rivoltosi e mette in sicurezza il carcere in poche ore, senza torcere un capello a nessuno. E subito dopo cerca e trova le risposte possibili a tanta angoscia e rabbia di chi vive oltre i cancelli”, ha aggiunto Fabio Cavalli.     

Per Paolo Del Brocco: ”Questo film pone al centro una profonda riflessione su alcuni dei temi portanti di ogni democrazia moderna: la formazione dei giovani e la rieducazione dei detenuti. Il lavoro di Fabio Cavalli, nato da un’idea della professoressa Severino, e ancora una volta carico di un grande valore di testimonianza individuale e civile, ci suggerisce che una sintesi tra questi due grandi temi è possibile. Per produrre Rebibbia Lockdown abbiamo raccolto una sfida che per la complessità degli argomenti trattati e la situazione in cui ci trovavamo sembrava quasi impossibile, eppure grazie al coinvolgimento e alla straordinaria collaborazione di tutti i partner del progetto siamo riusciti a portare a termine il lavoro in piena pandemia. Voglio cogliere l’occasione per rivolgere un sentito ringraziamento alla Professoressa Severino, all’Università Luiss, al Presidente Bernardo Petralia Capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (DAP), a Carmelo Cantone provveditore dell’amministrazione penitenziaria di Lazio, Abruzzo e Molise, a Rosella Santoro direttrice casa circondariale di Rebibbia N.C. (nuovo complesso), e naturalmente a Fabio Cavalli e alla Clipper Media che ha prodotto il film. Siamo certi che da oggi questo film inizierà il suo percorso di incontro con il pubblico, e come Rai Cinema saremo certamente presenti, per sostenere tutte le iniziative necessarie alla sua divulgazione, dal lavoro con le scuole sino alla messa in onda televisiva”, ha proseguito Del Brocco.     

Nato nel 2017, il progetto ”Legalità e Merito nelle scuole” è da sempre pensato per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e per i giovani detenuti presso gli Istituti Penali Minorili di tutta Italia, per sensibilizzarli sui valori della legalità e del merito, sulla cultura della corresponsabilità, delle regole e del senso civico, della trasparenza e del rispetto dei beni comuni. ”Legalità e Merito nelle scuole” è un’iniziativa sviluppata in collaborazione con il Ministero della Giustizia, il Ministero dell’Istruzione, il Ministero dell’Università e della Ricerca, il Consiglio Superiore della Magistratura, la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e l’Autorità Nazionale Anticorruzione.

redazione
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