‘Contatto’ tra l’Archivio e “i contemporanei del futuro”

‘Contatto’ tra l’Archivio e “i contemporanei del futuro”


Contatto 2021 – The exhibition ha la duplice anima d’essere evento espositivo e laboratorio: il progetto fotografico che fa pulsare gli spazi trasteverini di WeGil (Largo Ascianghi, 5 – Roma) nasce infatti nel settembre appena trascorso, promosso dapprima come Masterclass – alla sua prima edizione – dall’Archivio storico Luce/Cinecittà

“Questa iniziativa è il primo, piccolo segno del grande impegno che la nuova gestione di Cinecittà intende mettere in campo per le nuove generazioni”, commenta la presidente Chiara Sbarigia. “Quello custodito da Cinecittà e dall’Archivio Luce è un patrimonio di esperienze, di creatività, di Storia che può rappresentare una formidabile fonte di ispirazione per gli artisti di oggi. Noi intendiamo offrire loro la possibilità di far tesoro del passato per rendere artisticamente più ricco il loro futuro”. 

5 maestri dalla fotografia – Adolfo Porry-Pastorel, Caio Mario Garrubba, Pino Settanni,  Maurizio Fraschetti, Vittorio Daniele – e 10 “contemporanei del futuro”, sono stati messi in Contatto – appunto, nome della Masterclass e della Mostra – dopo la loro risposta alla call dell’Archivio fotografico dell’Istituto Luce, un tesoro da 3 milioni di foto per oltre un secolo di immagini. “Il progetto si chiama Contatto anche alla ricerca di uno stesso tra le persone, non solo spirituale e virtuoso. Quello che si vede in Mostra è frutto di quello che c’è dietro l’Archivio, che di solito è poco visibile ma che i giovani fotografi – tutti under 35, la più giovane è nata nel 2001 – hanno potuto comprendere in prima persona non essere qualcosa di inaccessibile e polveroso. Progetti come questo non esisterebbero senza le persone che lavorano dietro le quinte dell’Archivio”, dichiara Maria Gabriella Macchiarulo, co-curatrice dell’esposizione per Cinecittà e responsabile del progetto. 

La Masterclass ha infatti messo in contatto un patrimonio estetico, professionale e esperienziale, il cui risultato è un’illuminante costellazione di 60 opere fotografiche, con la peculiarità di 10 dittici che sono stati partoriti dall’opportunità di prendere per mano un’immagine dei maestri – liberamente scelta dagli artisti under 35 -, presente in Mostra e accanto a cui ne è stata fatta nascere una complice e complementare.

Il primo piano dello spazio WeGil – nel quartiere romano di Trastevere – accoglie in una prima stanza dedicata, che s’apre appena in alto alla rampa di scale, in cui lo spettatore guarda, “occhi negli occhi”, i 10 fotografi under 35 – rispettivamente Carola Blondelli, Jacopo Brucculeri, Andrea Ciccarese, Giordana Citti, Giulia De Gregori, Chiara Masia, Flavia Mazzoni, Matteo Piacenti, Paolo Pirani Fasoli, Alex Tabellini -, anagrafe creativa che appartiene anche all’essenza di TWM Factory, per cui Riccardo Ferranti – co-curatore della Mostra – spiega come: “l’obiettivo era anche dare un segnale di passaggio di testimone, guardare quelli che potrebbero essere i grandi fotografi di domani, con i giovani lasciati a contaminare la Storia dell’immagine d’Archivio. Siamo stati sempre dietro le quinte, lasciandoli liberi, e come Factory siamo sempre molto attenti al talento italiano emergente, che c’è e esiste”. Nella medesima stanza, anche una parete completamente dedicata a raccontare a tutto tondo Contatto, ma soprattutto a mostrare – su quattro colonne visivo/fotografiche, viola, rossa e blu – le tre giornate di Masterclass a Cinecittà, l’incontro con le professionalità dell’Archivio, pannello multimediale che ulteriormente testimonia il momento embrionale dell’intero progetto. 

Da qui, dalla sommità delle quinte che fanno da sfondo a tutta la Mostra, un intreccio di fili aerei e colorati “conducono” – persistendo così a ribadire il concetto di mantenere un “contatto” – nelle tre stanze successive, introdotte dall’ampia didascalia “Il Progetto Espositivo”, dopo cui ci si immerge là dove abita la mostra vera e propria, un allestimento giocato sul contrasto tra il nero delle pareti e l’arancio vivo del pavimento, oltre a “macchie di colore” e disegno che illuminano e illustrano con vivace discrezione e non invasiva personalità le aree tra le fotografie, per la maggior parte in bianco e nero – sia quelle originali, che quelle prodotto dagli allievi -, in ogni caso tutte capaci di restituire con una potente naturalezza la continuità tra l’una e l’altra, a dimostrazione di come quelle dei maestri siano state profondamente metabolizzate e abbiano permesso di produrre opere capaci di innescare uno scambio tra le storiche e quelle d’ispirazione, non raramente portando lo spettatore a domandarsi quali possano essere le fotografie d’Archivio e quali quelle di più recente creazione, a testimonianza di un’eternità delle prime e di una sofisticata capacità di omaggio delle altre.

10 le personalità che espirano dalle fotografie, ciascuna distinta da un netto tratto solista: così Maree di Giordana Citti sceglie una visione molto cinematografica, uno sfondo assolutamente nero, con al centro un’unica stringa orizzontale di volti, a ricordare la struttura di una pellicola, accanto alle Undici signore di Porry Pastorel; poco più in là, un fallo maschile scoperto, in prossimità di un pizzo d’eco femminile che appoggia sulla natica dell’uomo per Senza Titolo di Matteo Piacenti, “guardato” da Yana e sua madre di Vittorio Daniele; ancora, le elegantissime corolle immacolate e sospese di Mimo Memo Image Analysis di Giulia De Gregori seguono e s’accoppiano alla paterna/infantile Teatro Alla Ringhiera. Pausa delle prove. Mino J.Lubetkin di Maurizio Fraschetti. Una triade di fotografie, questa citata ad esempio, a celebrazione di tutte.  

“L’iniziativa è congeniale con le politiche dell’Archivio, che compirà 100 anni nel 2024, dimostrando qui la propria capacità di rinnovarsi. Il confronto con questi dieci dittici rappresenta il nostro quotidiano, che parla alle nuove generazioni, tramandando le professioni e i mestieri di questo ambiente, in cui la fotografia cambia continuamente, e al contempo congela il tempo, conservandolo”, riflette Enrico Bufalini, direttore Archivio, Cinema, Affari Generali del Luce. 

Contatto 2021 – The exhibition si declina anche in un catalogo, edito da Cinecittà Spa/TWM Factory, e inoltre il progetto è inserito nel programma del Festival Roma Fotografia Freedom 2021, per cui la presidente, Maria Cristina Valeri, parla di “una mostra capace di creare contatto tra le generazioni”. 

L’esposizione – dunque occasione per ammirare un vivaio di talenti italiani, e per rileggere in una luce diversa e accattivante dei capisaldi della fotografia italiana -, realizzata e promossa da Archivio storico Luce/Cinecittà e TWM Factory, in collaborazione con Regione Lazio e Roma Fotografia, è aperta al pubblico dal 3 al 28 novembre 2021

Nicole Bianchi
03 Novembre 2021

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