Ticino Film Commission punta sulla lingua italiana

Niccolò Castelli, direttore della Ticino Film Commission, lancia una nuova iniziativa per sostenere l’uso dell’italiano nei film nazionali


SOLETTA – Fino al 26 gennaio si svolgono, per la 57ma volta, le Giornate di Soletta, appuntamento imprescindibile per cinefili e addetti ai lavori in Svizzera, dove si pone l’accento su tutta la produzione nazionale. Come da consuetudine, non mancano le produzioni in italiano, tra cui 3/19 di Silvio Soldini, milanese di origini ticinesi che ha sempre collaborato con la Svizzera italiana per i propri film.

E proprio Soletta è uno dei pochi luoghi, insieme a Locarno e Zurigo, dove spettatori da ogni parte della Svizzera possono vedere i film ticinesi, dato che tradizionalmente sono pochi i titoli ad avere una distribuzione in sala su tutto il territorio nazionale. Una situazione che può compromettere eventuali uscite in altri mercati, come ha raccontato il regista Niccolò Castelli durante l’incontro tenutosi il 20 gennaio: “Quando ho proposto il mio primo lungometraggio a dei distributori italiani, sono stato penalizzato dal fatto che non fosse uscito in modo omogeneo in Svizzera”.

Castelli è anche il direttore della Ticino Film Commission, l’ente che si occupa della promozione delle aree italofone per le produzioni cinematografiche, anche quelle provenienti da cantoni di lingua francese e tedesca. E con il sostegno della SSA (Société Suisse des Auteurs) e di Suissimage, oltre che della RSI sul piano regionale, si è deciso di lanciare una nuova iniziativa per sostenere l’uso dell’italiano nei film nazionali.

Si tratta di un fondo da destinarsi all’aiuto per lo sviluppo e/o la distribuzione dei film: nel primo caso, significa tradurre sceneggiature e dossier di presentazione per ottenere finanziamenti, soprattutto fuori dal Ticino, ma anche fornire servizi di traduzione o consulenza per registi di lingua francese o tedesca che vogliono girare in italiano; nel secondo, si finanzieranno i sottotitoli per permettere ai film italofoni di circolare negli altri cantoni, ma anche a quelli in tedesco, francese o romancio di arrivare nelle sale ticinesi.

Spiega Castelli: “Così facendo vogliamo promuovere l’uso dell’italiano su tutto il territorio svizzero, per quanto riguarda il cinema, e con il sistema dei sottotitoli speriamo di poter andare anche oltreconfine e raggiungere le sale in Germania, Austria, Italia”. Si pensa dunque ai mercati internazionali, anche se in maniera indiretta, poiché il fondo non sarà usato per produzioni italiane che scelgono di girare in Svizzera.

Alla presentazione ha partecipato anche Denis Rabaglia, presidente della SSA e cineasta di origini italiane ma residente in Svizzera francese, che ha girato film con protagonisti Paolo Villaggio (Azzurro, 2000) e Diego Abatantuono (Un nemico che ti vuole bene, 2018). Una scelta non solo artistica, ma anche strategica: “Ho scelto di girare nella mia seconda lingua perché gli italiani sono più aperti a collaborazioni del genere, mentre i francesi non hanno bisogno di registi svizzeri per girare commedie”. Rabaglia consiglia anche a tutti i suoi colleghi, madrelingua o meno, di tentare l’avventura di progetti in italiano: “Il servizio pubblico ticinese apre porte quando quello francofono e germanofono le hanno già chiuse. Ed è bello vivere in un paese dove finanziano senza problemi film in una lingua che non è la tua. In Belgio non darebbero mai i soldi per un film in fiammingo a un regista di lingua francese”.

E secondo lui si aprono anche nuovi scenari per collaborazioni con l’Italia: “Il mercato è cambiato molto negli ultimi mesi, per via delle piattaforme. Ci sono film che escono in sala per tre giorni e poi vanno subito in streaming, e questo ha creato una maggiore apertura nei confronti di progetti che in altri tempi erano ritenuti commercialmente deboli. Credo che per noi svizzeri ci siano nuove possibilità per co-produzioni con l’Italia, tramite le piattaforme”. 

Max Borg
21 Gennaio 2022

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