Malcolm McDowell ospite d’onore al 40° TFF

Cinefilia estrema e divertimento sono le parole chiave del direttore del Torino Film Festival Steve Della Casa. Che ha presentato la squadra che lo affiancherà nella prossima edizione


L’omaggio all’attore Malcolm McDowell è uno dei punti di forza del nuovo Torino Film Festival, diretto da Steve Della Casa che torna “vent’anni dopo, come nei Tre moschettieri“, come scherza lui. McDowell sarà protagonista di una masterclass condotta da David Grieco, regista di Evilenko, uno dei sei titoli – insieme ad Arancia meccanica di Stanley Kubrick (che compie 50 anni) e Caligola di Tinto Brass – che lo stesso attore ha scelto come più esemplificativi della sua carriera.

Grieco è uno dei consulenti del nuovo direttore insieme a Luca Beatrice, Claudia Bedogni, Luigi Mascheroni, Paola Poli, Alena Shumakova e Luciano Sovena. Nel nuovo comitato di selezione ci saranno invece Giulio Casadei, Antonello Catacchio, Massimo Causo, Grazia Paganelli, Giulio Sangiorgio e Caterina Taricano.

“Vorrei che il 40° fosse un festival in cui la gente si diverte”, sintetizza Della Casa, fondatore con Gianni Rondolino e Alberto Barbera dello storico Festival Cinema Giovani. In programma anche una retrospettiva di sei film dedicata al western – sua grande passione – tra i titoli anche un musical del 1939 con protagonisti attori nani, “un film di cinefilia estrema e dalla correttezza politica sorprendente”. 

La serata d’apertura torna nello ‘salotto buono’ della città, al Teatro Regio, con momenti inattesi e pop, e sarà trasmessa in diretta. Ma tutto il festival animerà il ‘quartiere latino’ subalpino con i quattro cinema coinvolti (Massimo, Romano, Centrale e Greenwich), il Circolo dei Lettori e il Museo del Risorgimento, cui si aggiunge una Casa Festival rivolta soprattutto al pubblico dei giovani. 

Accompagnato da Enzo Ghigo, presidente del Museo del cinema di Torino, e da Domenico De Gaetano, direttore, Della Casa ha incontrato giornalisti e addetti ai lavori alla Casa Argentina di Roma per dare alcune anticipazioni sulla prossima edizione (25 novembre – 3 dicembre). Il festival, con un budget di un mln e 800mila €, sarà più snello dei precedenti con quattro sezioni competitive: lungometraggi, documentari internazionali, documentari Italiani, cortometraggi italiani e, infine, un Fuori Concorso e alcuni Programmi Speciali. A curare la sezione documentari sarà lo stesso Steve.

Cinefilia estrema e divertimento sono le parole chiave per Steve Della Casa, che ha ringraziato il suo predecessore, Stefano Francia di Celle “per lo straordinario lavoro svolto in questi due anni così difficili”. E ha aggiunto: “Fin da subito la sintonia con il presidente Enzo Ghigo e il direttore Domenico De Gaetano è stata totale, così come con i vertici della Film Commission Torino Piemonte, nella comune consapevolezza dell’importanza di consolidare ulteriormente la collaborazione tra gli enti del sistema cinema torinese, in ambito artistico così come in ambito industriale. In questo campo stiamo preparando con Gaetano Renda un convegno internazionale sulla centralità della sala cinematografica“.

“Gli ultimi due anni del Torino Film Festival sono stati fortemente condizionati dalla pandemia – hanno sottolineato Ghigo e De Gaetano – e questa sarà la prima vera edizione del post-Covid. Per il Museo del cinema, che organizza anche i festival Lovers e CinemAmbiente oltre al TorinoFilmLab, il TFF è una grande vetrina con risonanza nazionale e internazionale, e ancor di più lo sarà quest’anno con l’edizione speciale per il quarantennale”.

Nessuna rivalità con gli altri festival, a partire dalla Festa di Roma ancora senza direttore. “Tutte fesserie. La concorrenza è piuttosto uno stimolo e i festival devono servire ai film, non viceversa”, afferma Della Casa. Mentre Ghigo fa appello al governo perché sostenga il Museo del cinema, che ha bisogno di essere continuamente aggiornato perché parla di un’arte che si evolve. Sulla questione della guerra, Steve Della Casa ha idee molto chiare: “Non bisogna mettere barriere quando c’è l’arte di mezzo, c’è tanto cinema indipendente russo che merita di essere mostrato e poi boicottare gli artisti non serve a fermare la guerra, le cui uniche vittime sono i civili”.

Confermato il rapporto privilegiato con la Rai e aperto il dialogo con due delle principali piattaforme. 

Cristiana Paternò
22 Marzo 2022

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