L’accusa di Monda e la risposta di Fabia e Goffredo Bettini

A poche ore dalla nomina di Paola Malanga come nuova direttrice della Festa del Cinema di Roma, il direttore uscente Antonio Monda ha scritto una lettera in cui accusa apertamente Fabia e Goffredo Bet


A poche ore dall’annuncio della nomina di Paola Malanga come nuova direttrice artistica della Festa del Cinema di Roma, il direttore uscente Antonio Monda ha deciso di commentare pubblicamente le condizioni che hanno portato al suo addio al festival capitolino, dando il via a una polemica che ancora non si è esaurita. La sua posizione è stata espressa in una lettera aperta pubblicata su “La Repubblica” dal titolo “I miei magnifici sette anni alla Festa del Cinema contro una squallida verità”.

“Ho avuto l’onore di dirigere la Festa del Cinema per sette anni, e dal giorno di chiusura dell’ultima edizione non ho mai parlato, – esordisce così la lettera – mentre un sito scandalistico scatenava sul mio nome una violenta campagna denigratoria, e parallelamente giungevano attestati di stima da parte di grandi esponenti della cultura mondiale. Ho aspettato che il sindaco e il presidente prendessero le loro decisioni: ora è il momento di fare gli auguri alla nuova direttrice e di chiarire un po’ di cose, che ho visto spesso capovolgere ad arte”.

Monda entra presto nel vivo della polemica: “Sarebbe assurdo tacere su quello che da settimane scrive tutta la stampa: sul mio nome pesa il veto di un politico locale perché ho contestato pubblicamente l’operato di una sua congiunta. Ovviamente il politico dichiara di non interessarsi a questa vicenda e men che mai alle nomine, ma non esiste persona a Roma che non ne parli. In un clima inquinato, il sindaco e il presidente mi hanno offerto una proroga di un anno come direttore artistico, e poi di condurre solo gli incontri con le star. Ho detto no a entrambe le proposte: si tratta di compromessi che avrebbero offeso la mia dignità e quanto è stato costruito in questi anni”.

Il riferimento è dichiaratamente rivolto a Fabia Bettini, fondatrice e co-direttrice della sezione autonoma del Alice nella Città, nonché sorella del politico Goffredo Bettini, co-fondatore del Festival. Dopo l’elenco dei risultati ottenuti che avrebbero riabilitato “un festival in piena decadenza”, dal lancio di grandi film premiati agli Oscar, fino alla partecipazione di grandi star e registi, Antonio Monda torna a concentrarsi sul passaggio di consegne alla direzione del festival: “il sindaco e il presidente hanno tutto il diritto di cambiare direttore, ma anche il dovere di motivarlo per non confermare che si tratti di un veto politico. Finora mi sono state date motivazioni fumose, e, alla luce di quanto è stato fatto, lascio giudicare a voi la volontà di avere ‘un festival più radicato nella città’ o di portare ‘a Roma il meglio del cinema mondiale’. Mi sarei aspettato almeno il decoro dell’onestà intellettuale: non è il primo ne sarà l’ultimo evento culturale sul quale la politica mette le mani, ma il tentativo di presa in giro è triste”.

Le risposte di Fabia e Goffredo Bettini non sono tardate ad arrivare. La direttrice di Alice e programmer si è espressa su TPI e sul suo profilo Facebook, denunciando atti di odio e minacce nei suoi confronti. “C’è un momento oltre il quale bisognerebbe cercare di fermarsi, per non cadere nel ridicolo. – esordisce – L’odio genera solo altro odio in un’escalation di illazioni che hanno il solo risultato di ribaltare la verità facendo risultare i carnefici come vittime”.

Poi si dedica a descrivere il rapporto con Monda: “In questi 7 anni ci sono stati momenti di dibattito e di confronto tra Alice e l’ex direttore della Festa, lo sanno tutti i distributori e gli addetti ai lavori, non è un segreto. Avevamo una visione diversa della programmazione e della formula della Festa concentrata più sui film in anteprima, la loro qualità, la loro visione piuttosto che sui volti e sulle conversazioni. Inoltre, ci aveva diradato via via negli anni, gli spazi per le proiezioni rivolte ai ragazzi e ci ha impedito di allestire la tensostruttura nei pressi dell’Auditorium per ridurre la visibilità e l’impatto della nostra programmazione. Dunque, una convivenza complessa ma nulla che potesse portare a ricostruzioni fantasiose e a tutta questa violenza verbale”.

Fabia Bettini continua raccontando di aver ricevuto lettere minatorie che la insultavano (additandola come “Sporca comunista”) e la invitavano a “Lasciare stare”. “Non sono spaventata di queste lettere perché confido nella polizia di Stato che spero davvero potrà trovare gli autori materiali di questi reati. – continua – Mi dispiace semmai di più la svalutazione della questione femminile e l’essere stata attaccata da alcuni giornali che amano descrivermi solo come ‘sorella di’ senza mai entrare nel merito del mio lavoro, del mio curriculum e dei risultati ottenuti in tanti anni o le illazioni su presunte concessioni mirabolanti che in realtà non prevedono alcun compenso ma solo una convenzione tecnica legata all’uso degli spazi (come avviene in molti festival) che viene rinnovata dal 2012”.

Conclude augurandosi che “grazie alla competenza e allo stile di Gian Luca Farinelli e Paola Malanga ci sia spazio di parlare del futuro anziché del passato e di aprire un nuovo capitolo. Su una cosa sono d’accordo con il titolo di ‘La Repubblica’ la vicenda è squallida”.

Da parte sua Goffredo Bettini, ora coordinatore del Partito Democratico, ha voluto rispondere punto su punto alle accuse in un lungo post su Facebook che inizia così: “La lettera di Antonio Monda oggi su Repubblica, circa la sua vicenda con la Festa del Cinema di Roma, è molto grave. Non entro nel merito delle sue opinioni, piuttosto ho il dovere di smentire le menzogne rispetto alla mia condotta e al mio ruolo. Monda non mi nomina direttamente, ma dal testo è inequivocabile che si riferisca al sottoscritto”.

Il politico dichiara che non è stata messa in atto, né da parte sua né dal partito, nessuna pressione per la sostituzione dell’ormai ex-direttore (“Le decisioni sono state assunte in piena libertà dai soci e in primo luogo dal Sindaco Gualtieri. Che mi piacerebbe confermassero pubblicamente ciò che sto affermando”) e difende la qualità delle prime edizioni del Festival da lui dirette.

Conclude, infine, affermando che le accuse di Monda avranno delle conseguenze: “Sono stato tirato per i capelli in questa polemica; costruita ad arte in modo spregiudicato. Ma occorre ristabilire la verità quando si supera il segno. E il clima creato ha superato il segno. Saranno i miei avvocati a valutare se ci sono gli estremi per una querela penale e civile circa il riferimento ad un mio interesse personale o familiare in questa vicenda”.

Carlo D'Acquisto
30 Marzo 2022

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