Louis Garrel: “io regista e attore come Chaplin e Moretti”

Presentato fuori concorso al Festival di Cannes, si intitola L’innocent il nuovo film scritto, diretto e interpretato da Louis Garrel, che racconta la sua esperienza da regista senza nascondere l’amor


CANNES – Dopo le prime due apparizioni in questo 75mo Festival di Cannes come attore nei film di Pietro Marcello e Valeria Bruni Tedeschi, questa volta Louis Garrel ha le luci della ribalta tutte per sé, portando sulla Croisette fuori concorso il suo terzo film da regista, L’innocent, un’opera che sembra definitivamente portarlo alla maturità autoriale. Il film, infatti, si pone coraggiosamente al confine tra più generi, con un’impostazione generale da film drammatico, ma con forti inserti di commedia e di thriller.

“Il genere della commedia thriller appartiene molto agli americani, – dichiara Garrel – ma non volevo competere con loro, non volevo che risultasse un finto film americano. Quindi ho inserito degli elementi tipici del cinema francese. È una lezione che ho imparato da Jean Renoir: se vuoi interessare anche fuori dai confini nazionali, che è la mia ambizione, devi parlare di qualcosa che conosci davvero bene. Deve essere un film francese. Quando nei film italiani vedo canzoni inglesi mi dico: ma perché non hanno scelto canzoni italiane?”

Ne L’innocent Garrel interpreta il ruolo del protagonista, Abel, un giovane uomo che ha perso la moglie da pochi anni e che si ritrova a dover confrontarsi con il nuovo marito della madre, un ex galeotto di cui si fida ben poco. Abel inizia a pedinare l’uomo e, quando scopre che i suoi sospetti sono fondati, decide di unirsi a lui in un furto dalla facile realizzazione, almeno all’apparenza. Insieme a loro, si unirà anche Clémence, la migliore amica di Abel.

Il film è basato su un’esperienza biografica, – spiega il regista – mia madre ha lavorato per venti anni in prigione, girava film e spettacoli con i detenuti. Da bambino ho conosciuto molti di loro. È un mondo che conosco bene. Volevo creare una storia di finzione che gli ruotasse attorno, non volevo fare un monotono report della vita di prigione”.

Il film si contraddistingue per qualche sbavatura registica, ma ha il suo punto di forza nell’ottima amalgama tra i componenti principali del cast, abili nel muoversi tra tutti i tipi di registro. “Ci sono due tipi di registi: quelli che sanno recitare e quelli che non lo sanno fare. – continua Garrel – La differenza tra attore e regista è nella preparazione, da regista smetti di avere una vita privata. Sono due lavori molto diversi, non ho una preferenza. Recito sempre nei miei film, e sono in tanti a farlo, penso (senza ovviamente paragonarmici) a Charlie Chaplin. Ma anche Nanni Moretti è un buon esempio. Mastroianni una volta ha detto che gli attori sono come bambini di 5 anni sul set, ma quando sei un regista devi avere l’esperienza di una persona di 70 anni”.

L’autore non riesce a nascondere il proprio legame con l’Italia, inserendo nei titoli di coda una canzone di Gianna Nannini: “Volevo che il pubblico si chiedesse perché ho scelto una cantante italiana per chiudere il film. Gianna Nannini è fantastica. Mi piaceva finire con la voce di una donna forte e indipendente. Volevo portare lo spirito del cinema e dell’arte italiana. Ammiro la capacità dei cineasti italiani di fondere tragico e comico. Amo i loro film e i loro attori. Hanno un senso profondo di cosa vuol dire essere umano. In Italia tutti sono attori, anche per la strada. Vado in pizzeria e il cameriere sta recitando”.

Nelle sale italiane dal 19 gennaio 2023.

 

Carlo D'Acquisto
25 Maggio 2022

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