L’anima queer della SIC

Cristiana Paternò e la Delegata Generale della 37ma Settimana Internazionale della Critica, a Venezia dal 31/8 al 10/9, hanno presentato la selezione 2022: nasce “la casa della critica”


“Un tema drammatico ci sta molto a cuore: la SIC è da sempre vicina al cinema iraniano, così apriamo con un appello, che si unisce alla voce di tante istituzioni, per liberazione immediata” dei tre autori, che hanno subìto “l’arresto per una lettera di protesta (Rasoulof e Aleahmad) e Panahi perché è andato a protestare davanti al carcere in cui sono detenuti i colleghi e così è stato condannato per direttissima a 6 anni di prigione”, con queste parole si apre la presentazione della selezione della 37ma Settimana Internazionale della Critica, e a pronunciarle è la presidente, Cristiana Paternò, che parla seduta sotto un grande schermo sul quale campeggiano i nomi, nero su bianco, di #FreeJafarPanahi, #FreeMohammadRasoulof, #FreeMostafaAleahmad

Paternò, “presidente da 6 mesi”, continua poi immergendo subito nell’edizione profilata da “cambiamenti e novità”, a partire dal logo: “restiamo affezionati al pennino che ci ha accompagnati per 36 edizioni, ma adesso desideriamo andare verso il futuro, con un’idea di dialogo: è uno schermo aperto da un lato, la rottura della quarta parete, per un dialogo tra critica, autori e spettatori”, spiega. 

La seconda novità è “la nascita della Casa della Critica. Una villa (al Lido di Venezia), uno spazio fisico sia per la SIC che per gli incontri. Un luogo fisico è una sfida, utile anche a coagulare molte energie”. E continua connettendosi alla definizione che la delegata generale, Beatrice Fiorentino, dà a questa edizione, quella di “anno zero”, perché “guardiamo al futuro ma orgogliosi e consapevoli della nostra tradizione”, conferma Paternò. 

“È l’inizio di un percorso”, le fa eco Fiorentino. “C’è un importante investimento emotivo da parte del Sindacato nella volontà di crescita, con il senso di appartenenza ma anche la voglia di perlustrare. Sì, l’edizione 2022 è una sorta di anno zero: abbiamo cercato istintivamente di proiettarci verso ciò che sarà… è una potenziale edizione della rinascita, almeno come auspicio viscerale”. La SIC 2022 – continua – “è dedicata a Mantas Kvedaravičius, regista lituano: una morte assurda la sua, che ci ha lasciati senza fiato. Nella SIC 2019 aveva portato Parthenos, e vogliamo il suo sguardo possa rimanere vivo per altri cineasti affamati di verità anche nell’avvenire”. 

Prima di entrare nel vivissimo della selezione, Beatrice Fiorentino comincia dalla “copertina” della 37ma Settimana, dalla sua immagine ufficiale, firmata dal trio Emiliano Mammucari (illustrazione), Mauro Uzzeo (produzione creativa) e Fabrizio Verrocchi (design), opera visiva che Fiorentino spiega così: “Gli anni complicati che trascorriamo meritano di essere raccontati nel loro divenire. Creature in eterno movimento – questo il nome – parte dal bianco/nero dello scorso anno: appare un po’ di colore, ma non pieno perché siamo ancora in una fase di transizione; in primissimo piano c’è  la nostra idea rock di cinema: Furiosa (la figura protagonista) riappropriandosi dello spazio si avvicina alle persone, dall’identità sempre più fluida”. 

L’immagine della SIC è “statica” ma anche dinamica: la sigla, a tema Venezia notturna, è “la prima realizzata con Intelligenza Artificiale, da Frame by Frame: non è un accessorio ma un contenuto della SIC, perché tutto ciò che sta sullo schermo è racconto. Il concetto di viaggio nel futuro è il nostro benvenuto perché compito della SIC è scoprire oggi il cinema di domani”. 

La Presidente porta ora per mano dentro al cuore del programma, dapprima con la sezione SIC@SIC, nata nel 2016 in collaborazione con Cinecittà: qui l’articolo dedicato

Ed ora, è giunto il momento di conoscere i “personaggi di una selezione di sognatori e idealisti” nel nome dell’inclusione, per “una SIC radicalmente queer, in cui l’identità di genere è centrale; per una SIC accessibile a tutti, al pubblico, in un momento cruciale. Non ne facciamo un discorso di quote, anche perché pare il discorso ‘binario’ – del maschile e del femminile – sia superato, siamo oltre: i film sono stati scelti perché belli, perché questi registi crediamo abbiamo una possibilità di sviluppo e insieme offrano una lettura sfaccettata della realtà”, spiega Fiorentino. 

10 sono complessivamente le opere tra Concorso e Fuori Concorso, nella rosa dei titoli della competizione l’opera italiana è Margini di Niccolò Falsetti: “La classica cotta, un colpo di fulmine”, lo definisce la Delegata Generale. “Un cinema popolare, nell’accezione più nobile del termine, nella provincia Toscana. Una commedia punk sincera e piena di energia. Abbiamo amato questo film perché ci siamo anche un po’ specchiati in questi personaggi. Uno sguardo pop ma anche un po’ politico, con un cameo vocale di ZeroCalcare”. 

Gli altri film del Concorso sono: Anhell 69 di Theo Montoya (Colombia), Beating Sun – Tant Que Le Soleil Frappe di Philippe Petit (Francia), Dogborn di Isabella Carbonell (Svezia), Eismayer di David Wagner (Austria), Have you seen this woman? di Dušan Zorić e Matija Gluščević (Serbia), Skip Deep di Alex Schaad (Germania). 

Fuori Concorso, il film d’apertura è Three Nights A Week di Florent Gouëlou (Francia), quello di chiusura il marocchino Queens di Yasmine Benkiran e, Proiezione Speciale, Blood – O Sangue di Pedro Costa, un autore che “ha debuttato con la SIC, un film dell’89, restaurato: un’idea di cinema radicale”.  

Scorrendo la selezione “c’è molta Europa, tra i titoli”, constata Fiorentino. “Temo si tratti di una tendenza un po’ inevitabile, così è accaduto anche alla Semaine di Cannes: non c’è stata da noi una superficialità di sguardo, la flessione del numero di opere extraeuropee è stata tangibile. Credo sia quasi logico che le difficoltà su scala globale – in primis la pandemia – abbiano un certo peso produttivo laddove il tessuto economico è già compromesso, a cui si aggiungono difficoltà politiche e culturali. Speriamo di tratti di una situazione transitoria”, conclude la Delegata. 

Infine, Cristiana Paternò, ringraziando i partner della 37ma SIC, ricorda i premi principali, ovvero: il Gran Premio IWonderfull, conferito da una giuria internazionale, del valore di 5000 euro; e il Premio Pubblico The Film Club, di 3000.

I film della SIC, come tutte le opere prime di lungometraggio presentate nelle diverse sezioni competitive della Mostra, concorrono anche all’assegnazione del Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”: 100.000 USD. 

L’approfondimento video: guarda il video

25 Luglio 2022

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