Good Morning, Cinecittà

CINECITTA’ E L’AMBIENTE Cinecittà è all’avanguardia anche sul fronte ambientale, obiettivo degli studios romani è raggiungere entro il 2050 le zero emissioni


CINECITTA’ E L’AMBIENTE Cinecittà è all’avanguardia anche sul fronte ambientale. In un articolo di Ilaria Ravarino su MoltoFuturo si dà conto delle iniziative degli studios romani per raggiungere entro il 2050 le zero emissioni, assecondando gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda dell’ONU e dell’accordo di Parigi. “Il primo passo in questa direzione – scrive la Ravarino – è il calcolo dell’impatto ambientale, ovvero delle emissioni di gas serra, in fase di conclusione proprio in questi mesi: emissioni dirette (il riscaldamento degli edifici; i carburanti per i mezzi di trasporto; gli impianti refrigeranti), indirette (consumo di energia elettrica) e quelle derivate da sorgenti che Cinecittà non possiede (le singole produzioni)…. Seguirà una seconda fase di funzionalità energetica (trasformazione digitale, recupero e riuso di scenografie, progetti di rigenerazione ambientale e bilancio di sostenibilità) per giungere infine all’obiettivo più ambizioso: la rigenerazione vera e propria, attraverso un sistema di orti sinergici, architettura rigenerativa e autosufficienza al cento per cento in termini di energia e risorse”.

PERICOLO CHIUSURA PER I CINEMA Sono 40 milioni di euro le risorse messe a disposizione di cinema, teatri, sale concerti per far fronte all’aumento dei costi energetici. Il decreto Aiuti Ter, come riferisce Leonardo Bison su Il Fatto Quotidiano, sarà convertito in legge a breve ed è stato salutato con soddisfazione dall’Agis. “Si tratta di una decisione – ha detto Carlo Fontana, presidente dell’associazione – che apprezziamo e che viene incontro a quanto da noi richiesto al ministro Dario Franceschini, che ringraziamo, perché il mondo dello spettacolo ha subito più di altri prima l’emergenza pandemica e adesso il rincaro energetico”. Tuttavia sempre su Il Fatto Quotidiano, un altro articolo, a firma Federico Pontiggia e Camilla Tagliabue, dà conto dei timori e dell’insoddisfazione di molti esercenti, titolari di strutture grandi e piccole. Il fatto è che cinema e teatri potranno accedere ai 40 milioni stanziati dal decreto Aiuti Ter attraverso il meccanismo del Tax Credit e quindi di fatto potranno disporre del denaro solo in tempi lunghi, mentre il pagamento delle bollette energetiche deve essere necessariamente corrisposto nei termini previsti altrimenti si rischia il distacco dell’utenza. Molti esercenti stanno cercando di resistere diminuendo i giorni di apertura e gli spettacoli quotidiani, ma la situazione è quanto mai preoccupante e, come ricorda nell’articolo in questione, Leandro Pesci, presidente di Anec Lazio, di fronte ad un aumento delle bollette del 400% non c’è possibilità di salvezza.   

MA C’E’ CHI SFIDA LA CRISI E tuttavia, pur nelle difficoltà di questo periodo, “un raggio di luce squarcia il buio della sala e porta fiducia a un settore precipitato da tempo in una profonda notte”, come scrive su Il Tempo Stefano Liburni. L’articolo annuncia, infatti, l’imminente, prossima apertura di una storica sala cinematografica romana: il Barberini. Il cinema, costruito nel 1930 da Giuseppe Rossellini, padre di Roberto e realizzato dall’architetto Marcello Piacentini, era chiuso per lavori di ristrutturazione dal giugno 2020. Riaprirà il 1° ottobre con sei schermi, una programmazione più che varia, ospiterà mostre e concerti e si avvarrà di un esclusivo ristorante affacciato sull’omonima piazza.

PUPI AVATI RACCONTA DANTE Come era prevedibile, su tutti i quotidiani ampio spazio è oggi dedicato alla presentazione del film Dante di Pupi Avati, che arriverà in sala il 29 settembre.  Articoli e interviste con il regista e con i protagonisti del film, Sergio Castellitto ed Alessandro Sperduti, appaiono su Avvenire, Il Corriere della Sera, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Giornale, Il Mattino, Il Riformista, Il Tempo. Nella conversazione con Fulvia Caprara pubblicata su La Stampa, Avati dice: “verso quel Dante, odiato sui banchi di scuola, ho avvertito un senso di inadeguatezza e di inadempienza. Hanno fatto di tutto per allontanarlo da noi, per aumentare il nostro disamore nei suoi confronti. Ho pensato che meritasse di essere risarcito, riavvicinato alle persone, riletto, con spirito autodidatta, come andrebbero riletti tutti i classici…. Dai nostri vocabolari la poesia è stata cancellata, nei talk-show non si invitano poeti, e invece io sono convinto che la poesia abbia un grande valore”.

Franco Montini
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