Patierno e Ferraro in concorso alla Festa del Cinema

Gli italiani in concorso alla Festa di Roma sono La cura di Francesco Patierno e I morti rimangono con la bocca aperta di Fabrizio Ferraro


Torna il concorso alla Festa del cinema di Roma, con due italiani. 

Il primo è La cura di Francesco Patierno, con Francesco di Leva, Alessandro Preziosi, Francesco Mandelli, Cristina Donadio, Andrea Renzi, Antonino Iuorio e Peppe Lanzetta. Corso Umberto, il rione Sanità, le Terme, la stazione di Mergellina, l’Hotel Oriente, la Prefettura, strade, angoli, per lo più deserti: Napoli in pieno lockdown. Una città spettrale e fuori dal tempo per la rilettura contemporanea di Francesco Patierno de ‘La peste’ di Albert Camus, dove i sentimenti, le paure, i conflitti del libro scivolano armoniosamente dentro il disorientamento generato dalla pandemia, e pezzi di realtà, come un uomo disperato che urla di notte per strada, riflettono il testo. Un ospedale e i suoi medici e volontari, i funzionari, i commercianti, le persone normali, tutti si mescolano con una troupe che sta girando un film sulla Peste, in una coralità drammatica asciutta e coinvolgente. Chi vuole scappare. Chi decide di restare. Ma da soli non si resiste alla paura.

Il secondo è I morti rimangono con la bocca aperta di Fabrizio Ferraro, coproduzione Italia-Spagna con Emiliano Marrocchi, Domenico D’Addabbo, Fabio Fusco, Olimpia Bonato e Antonio Sinisi. Quattro partigiani fuggono in mezzo alla neve sull’Appennino dell’Italia centrale, nel 1944. Sono inseguiti, cercano un rifugio, incontrano una ragazza. Drammaticamente ambientata in un contesto storico e politico ben preciso, tuttavia la loro storia si connette, seppur non esplicitamente, con un presente ancora fragile e falcidiato da guerre presenti o echeggianti. Fabrizio Ferraro, regista e sceneggiatore con alle spalle una formazione in scienze del cinema e filosofia del linguaggio, sceglie il bianco e nero per riportarci indietro nella storia, alternando campi larghi a primi piani, dialoghi serrati a voci narranti, intervallati da grandi silenzi e poderosi fruscii. Un film che si rivolge al passato per interrogare la contemporaneità.

Concorso a parte, la Festa è piena d’Italia in tutte le sezioni.

“Abbiamo l’impressione che lo stato di salute del cinema italiano sia ottimo – ha detto in conferenza Gian Luca Farinelli, nuovo presidente della Fondazione Cinema per Roma –  Mai si è spinto in così tante direzioni e la selezione ne è un bellissimo esempio. Poi probabilmente si produce troppo, ma nel mondo in generale. Stiamo vivendo un momento straordinario, e si può fare meglio”.

In Freestyle, sezione dedicata allo ‘stile libero’, dalle serie ai videoclip passando per film tradizionali e video arte, abbiamo 75 – Biennale Ronconi Venezia di Jacopo Quadri, che racconta l’incontro dei grandi maestri del teatro sotto la direzione di Luca Ronconi nella metà degli anni ’70, Amate Sponde di Egidio Eronico, ritratto di un’Italia cangiante, Bassifondi di Francesco Pividori, scritto dai Fratelli D’Innocenzo, La California di Cinzia Bomoll, con la voce narrante di Piera Degli Esposti, Daniel Pennac: Ho visto Maradona! Di Ximo Solano, coproduzione Italia-Spagna, incontro tra due iconici nomi.

E ancora Dario Fo: l’ultimo mistero buffo di Gianluca Rame, sul grande attore premio Nobel, Drei Frauen und der Krieg di Luzia Schmid, coprodotto con la Germania, La Divina Cometa di Mimmo Paladino, che incrocia l’Inferno della “Divina Commedia” con la tradizione del presepe napoletano, evocata dalla battuta di “Natale in casa Cupiello.

Particolare curiosità per Django – La serie di Francesca Comencini, con Matthias Schoenaerts nell’iconico ruolo western che fu di Franco Nero. Enrico Cattaneo/Rumore Bianco di Francesco Clerici e Francesco Gabbai è un doc d’arte sull’opera del celebre fotografo, Er gol de Turone era bono di Francesco Miccichè e Lorenzo Rossi Espagnet invece si rivolge al mondo del calcio, Jazz Set di Steve Della Casa e Caterina Taricano alla musica.

Life is (not) a game di Antonio Valerio Spera, coproduzione con la spagna è a tema ‘street art’ in tempo di pandemia, Il maledetto di Giulio Base la storia della crescita di un piccolo criminale ai margini della mafia pugliese. Sono Lillo di Eros Puglielli è una serie costruita attorno alla figura di Lillo Petrolo, del duo Lillo & Greg, e del suo alter ego super-eroistico Posaman. Romulus II – La guerra per Roma di Matteo Rovere prosegue la serie cine-televisiva iniziata con Il primo re.

Souvenir d’Italie di Giorgio Verdelli racconta l’era dello swing italiano anni ’50 e ’60. Il film di apertura, come già annunciato, è Il colibrì di Francesca Archibugi, che sarà preceduto dalla proiezione del corto Luciano Pavarotti, la stella di Gianluigi Toccafondo, omaggio poetico al potente tenore.

L’evento fa parte della sezione fuori concorso ‘Grand Public’, a cui si aggiungono altre pellicole come Astolfo, nuovo film di Gianni di Gregorio, su un placido pensionato che, sfrattato dal suo appartamento, torna a vivere nella casa di famiglia, palazzotto in sfacelo in un paesino dell’Italia centrale, trovando stravaganti abusivi che vivono lì, un sindaco sgradevole e impiccione e un vecchio amico che si è arricchito.

Era ora di Alessandro Aronadio prende spunto dal format dell’australiano Come se non ci fosse un domani/Long Story Short, costruendo una commedia con Edoardo Leo sui paradossi temporali. Il principe di Roma di Edoardo Falcone, con Marco Giallini, è un film ‘storico’ ambientato nella Roma del 1829.

Attesissimi il biopic di Michele Placido L’ombra di Caravaggio e La stranezza di Roberto Andò, con l’inedito mix di Toni Servillo e Ficarra & Picone.

War – La guerra desiderata di Gianni Zanasi, nuovamente con Edoardo Leo, racconta di una fantomatica guerra tra Italia e Spagna, su sfondo di commedia romantica. Tra le proiezioni speciali Good Morning – Tel Aviv di Giovanna Gagliardo, Ora tocca a noi – Storia di Pio La Torre di Walter Veltroni, Kill me if you can, storia di un marine che si trasferisce a Roma, di Alex Infascelli, Confine di Alice Tomassini, che segue le vicende di quattro donne ucraine, Ritratto di regina di Fabrizio Ferri, analisi dei ritratti ufficiali di Elisabetta II, Umberto Eco – La biblioteca del mondo di Davide Ferrario, Via Argine 310 di Gianfranco Pannone, sulla cassa integrazione degli operai della multinazionale Whirlpool a Napoli.

Italia anche nella sezione ‘Best of 2022’, composta da film provenienti da altri grandi festival internazionali, in cui trovano spazio Valeria Bruni Tedeschi con Les Amandiers e Pietro Marcello con L’Envol – Le vele scarlatte. In ‘Storia del cinema’, sezione non competitiva dedicata agli omaggi, ai film in versione restaurata e all’approfondimento della storia del cinema italiano e internazionale segnaliamo i due blob a tema ‘Treni’ che celebrano anche la Mostra di Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà “La memoria delle stazioni”.

Poi tanti restauri: L’anatra all’arancia, Amori di mezzo secolo – Ep. 3 “dopoguerra”, La grande abbuffata, Il ladro di bambini, La porta del cielo, abbinato al documentario Argento puro di Matteo Ceccarelli. E ancora l’operato di Luciano Agosti in C’era una volta il cinema Azzurro Scipioni di Lorenzo Negri, L’estate di Joe, Liz e Richard di Sergio Naitza, sulle riprese del film all star Boom vicino ad Alghero nel ’67, I magnifici 4 della risata di Mario Canale su Roberto Benigni, Francesco Nuti, Massimo Troisi, e Carlo Verdone.

In ben due film è celebrato PPP: Pasolini, cronologia di un omicidio politico di Paolo Angelini e ll sogno di una cosa di Leonardo Ferrari Carissimi.

Poi altre figure iconiche del nostro cinema come Steno, nel doc omonimo di Raffaele Rago e Virna Lisi in La donna che rinunciò a Hollywood di Fabrizio Corallo. I vestiti dei sogni di Luan Amelio è dedicato invece ai costumi più memorabili della cinematografia italiana.

Da non dimenticare, infine, gli incontri con il pubblico di Paolo Virzì e Mario Martone.

Andrea Guglielmino
22 Settembre 2022

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