Paolo Sorrentino: “Mattia Torre, un classico, come Eduardo”

Il regista dirige Sei pezzi facili ovvero sei testi teatrali di Mattia Torre che andranno in onda su Rai3 dal 19 novembre


Attorno a Mattia Torre, lo scrittore e regista prematuramente scomparso nel 2019 a 47 anni, l’autore di Boris, La linea verticale e Figli, c’è sempre una grande tenerezza. Un’ammirazione sconfinata da parte di tutti coloro che l’hanno incrociato, sia pur brevemente. E’ così anche per Paolo Sorrentino, che ha curato la regia di Sei pezzi facili, sei testi scritti da Mattia per il teatro e diventati piccole opere da camera che Rai3 manderà in onda a partire dal 19 novembre ogni sabato alle 22.

A presentare la collana, che si compone di perle come Migliore, Perfetta, Qui e ora, 456, In mezzo al mare e Gola, l’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes, che ha sottolineato come la Rai sia “la casa e il laboratorio dei più grandi artisti”. “Dopo Esterno notte di Marco Bellocchio, ci troviamo a presentare questo altro progetto originale, curato dal premio Oscar Sorrentino, che rientra nell’idea di servizio pubblico e ricorda come, nei momenti migliori, la Rai abbia fatto cultura con autori come Fellini, Bertolucci e Olmi. Il teatro in tv non è un oggetto semplice, ma queste opere sono interamente pensate per la tv”. 

Ripresi all’Ambra Jovinelli con il pubblico in sala, i sei ‘pezzi’ vedono in scena attori come Geppi Cucciari, Valerio Mastandrea, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Giordano Agrusta, Massimo De Lorenzo, Cristina Pellegrino, Carlo De Ruggieri, gli stessi che Torre aveva scelto.

“Sollecitato dalla vedova Francesca Rocca – spiega Paolo Sorrentino – ho fatto il tentativo di amplificare il teatro di Mattia Torre scegliendo una regia con minimi appigli cinematografici. Ho rispettato le idee di Mattia, perché tutto in questi testi era autosufficiente e compiuto. Non c’era bisogno di interventi e fantasie. Per me il teatro di Mattia è comico ma muove anche temi profondi, delicati e direi paurosi, sta su un doppio binario. È molto libero e contemporaneo, non è schiavo di certe derive degli ultimi tempi. E’ libero nell’uso delle parole, appassionato e coerente e questo fa sì che le parole non siano mai offensive. Indaga i nostri vizi e le nostre miserie con amore e questo me lo rende vicino. Sono testi forti e attori straordinari e francamente il mio ruolo era quello di trovare le inquadrature giuste e il ritmo giusto. Mattia è un classico come Eduardo che non porterei mai in giro nei Quartieri Spagnoli”, aggiunge il regista che per la tv aveva realizzato Le voci di dentro e Sabato, domenica e lunedì. E aggiunge: “Mattia mi manca molto e con questi spettacoli è come se risentissi la sua voce, è stato emozionante e commovente”. Infine uno spunto per lavori futuri: 456 e Qui e ora sono meravigliosi punti di partenza per fare dei film potenzialmente bellissimi”.

Valerio Mastandrea (che apre la serie con Migliore), grande amico di Torre, considera questa esperienza come “un viaggio sentimentale”. “Ho fatto questo spettacolo per 15 anni, questa è la prima volta che lo faccio senza di lui. Paolo Sorrentino ci ha portato dentro la sua emozione, vicino alla nostra, non è stato mai invasivo. C’era sintonia sul sentirsi fragili, piccoli e contraddittori. Per Mattia questo era il più grande gesto di autoironia, per lui scrivere era una fatica enorme perché la scrittura voleva dire tornare indietro rispetto al pensiero. La sua originalità stava nel raccontare degli esseri umani di cui si sentiva responsabile anche se non aveva colpa. Per me è un classico contemporaneo”.

Valerio Aprea, che è protagonista di tre episodi, tra cui lo spassoso e dissacrante monologo Gola, sulla fissazione degli italiani per il cibo, una nevrosi che nasce dalla guerra e diventa ossessione per il mangiare bene e tanto e diffidenza verso chi vive questo gesto quotidiano solo come mezzo di sopravvivenza, figurarsi i vegetariani, spiega: “Queste cose vanno viste con lo stesso spirito con cui si guarda Boris, è una comicità irrinunciabile ma anche seria, da paura”. Geppi Cucciari sottolinea come Perfetta sia un monologo tutto al femminile che parla del ciclo mestruale. “Mattia sapeva scrivere anche di cose che non conosceva, in questo caso si è documentato, ha parlato con le ginecologhe, con sua moglie che fa l’ostetrica. Era un essere umano sensibile, curioso, studioso”.

Chiamata più volte in causa, la moglie Francesca Rocca, interviene in chiusura: “I suoi sono spettacoli di parola e voleva che ogni parola venisse detta come l’aveva scritta. Quando abbiamo fatto la celebrazione all’Ambra Jovinelli, Lorenzo Mieli (che produce Sei pezzi facili con Fremantle in collaborazione con The Apartment e Rai Cultura, ndr) ha detto cose incredibili ma da lui me lo aspettavo, invece mi ha sorpreso Paolo Sorrentino che, pur non conoscendo Mattia da tanto tempo, lo ha fotografato benissimo con una distanza rispettosa e goliardica. Così ho pensato a lui per dirigere questi testi in tv, ci permette di raggiungere un bacino di utenza enorme ed è il modo migliore per festeggiare i 50 anni di Mattia, che era nato nel ’72. Com’è il suo teatro? Non è noioso, la comicità serve a portare a bordo tutti per poi farli stare male”.

Silvia Calandrelli, direttrice di Rai Cultura ed Educational, precisa infine che Gola sarà su Raiplay in anteprima da sabato prossimo. “La tv generalista deve aprirsi sempre di più a questo tipo di offerta, è giunto il momento di lanciarsi, di rischiare. Possiamo avere fiducia negli spettatori che meritano di vedere cose come queste”.  

Cristiana Paternò
08 Novembre 2022

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