Rosi, le mani sulla verità

Percorso multimediale al Museo Nazionale del Cinema di Torino per approfondire l'opera del maestro con le testimonianze di Francesco Di Leva, Artem, Marco D’Amore, The Jackal e Valeria Parrella


“Verità” è la parola ricorrente quando si parla di Francesco Rosi, il grande cineasta nato a Napoli il 15 novembre 1922 che oggi, in occasione del centenario, viene festeggiato sui giornali, in tv (su Rai Movie una maratona di sue opere) e con varie iniziative tra cui, dal 17 novembre a Napoli, una due giorni all’Accademia di Belle Arti e alla Federico II con un convegno, un libro di appunti inediti e una mostra fotografica di scatti di Angelo Frontoni sui set del maestro (protagonisti dell’evento sono la figlia Carolina Rosi e Giuseppe Tornatore).

Spetta invece al Museo Nazionale del Cinema di Torino – che ha ricevuto il Fondo Rosi – celebrarlo con l’esposizione Le mani sulla verità 100 anni di Francesco Rosi, a cura di Domenico De Gaetano e Carolina Rosi con Mauro Genovese e Maria Procino, a ingresso gratuito.

“Acquisire il Fondo Rosi è stato un grande privilegio – afferma De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema – È uno dei maestri del cinema italiano e i materiali conservati restano di sorprendete attualità per i temi affrontati e per la capacità di parlare allo spettatore utilizzando un approccio e uno stile che sono alla base del suo cinema di impegno civile e politico. L’obiettivo della mostra è raggiungere soprattutto i giovani, futuri interpreti di questi valori. Per questo motivo nell’allestimento multimediale si è dato spazio a testimonial che sanno interagire con le nuove generazioni”.

“Franco (perché così io lo chiamavo) lo sento ogni momento accanto a me, nei momenti bui e in quello che faccio – racconta la figlia Carolina – Mi spronava sempre ad andare avanti, a vedere oltre lo stato delle cose. E proprio per questo motivo mi sembra giusto celebrarlo con questa mostra realizzata dal Museo Nazionale del Cinema, dove, attraverso foto, oggetti e film chi lo ha amato lo ritroverà, le nuove generazioni potranno leggere l’uomo, l’intellettuale, l’artista: potranno riscoprire il suo ‘cinema della realtà’ perché è così che definiva il suo lavoro, non amava etichette quali cinema politico o d’inchiesta. In ogni sequenza dei suoi film – continua Carolina – ognuno potrà sempre scorrere la storia del nostro Paese e i ragazzi potranno sfogliare un cinema che attraverso il dubbio può renderli consapevoli del presente e di quanto possano determinare per loro stessi o subire nel futuro”.

Incentrata su cinque titoli particolarmente significativi nella sua filmografia, la mostra propone foto di scena, manifesti, dichiarazioni dell’autore e materiali originali provenienti dall’archivio del Museo Nazionale del Cinema, ed è introdotta da video realizzati da testimonial d’eccezione su vari temi.

Napoli, la camorra e la speculazione edilizia sono gli argomenti al centro di Le mani sulla città raccontati da Francesco Di Leva, mentre l’assurdità della guerra e l’antimilitarismo di Uomini contro hanno la voce di Artem. I misteri italiani, gli intrecci tra mafia, lobby di potere e politica di Salvatore Giuliano e Il caso Mattei sono raccontati rispettivamente da Marco D’Amore e da The Jackal, così come l’Italia di ieri, il fascismo e la questione meridionale di Cristo si è fermato a Eboli hanno come guida Valeria Parrella.

L’esposizione è arricchita dal catalogo che contiene saggi di Domenico De Gaetano, Carolina Rosi, Gina Annunziata, Lorenzo Codelli, Giovanna Gravina Volonté, Lirio Abbate, Roberto Andò, Furio Colombo, Marco Tullio Giordana, John Turturro e i contributi di Mauro Genovese, Maria Procino, Giulia Longo e Peter Englesson.

A completamento della mostra, il Cinema Massimo propone dal 15 al 21 novembre un omaggio che verrà inaugurato stasera alle 20 con la proiezione di Cristo si è fermato a Eboli. Mercoledì 16 novembre alle ore 20:45, sempre al Cinema Massimo verrà presentato il cortometraggio Rosi about Eboli (foto) un documentario inedito girato dai registi svedesi Björn Blixt e Peter Englesson, allora giovanissimi studenti di cinema, che mostra il dietro le quinte del film. La proiezione sarà introdotta da un incontro con i registi moderato da Boris Sollazzo. In contemporanea alla proiezione del documentario al Cinema Massimo, grazie alla piattaforma Streeen il film sarà disponibile on demand in tutta Italia, geo-bloccato su Torino dove invitiamo il pubblico a partecipare in sala, e, sottotitolato in inglese, in tutto il mondo.

A seguire, la proiezione del documentario Il cineasta e il labirinto di Roberto Andò, dove la carriera di Francesco Rosi viene ripercorsa attraverso le scene più rappresentative dei suoi film e le parole di chi ha lavorato con lui o si sente personalmente legato al suo modo di fare cinema. 

Per tutta la durata della mostra sono previste una serie di attività didattiche per le scuole, tutte gratuite grazie al contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri – Struttura di missione per la valorizzazione degli anniversari nazionali e della dimensione partecipativa delle nuove generazioni.  

Cristiana Paternò
15 Novembre 2022

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