‘La prima regola’: il bisogno di un abbraccio

Dalla pièce teatrale di Vincenzo Manna, La classe, in anteprima italiana al Festival del Cinema Europeo di Lecce, il film di Massimiliano D’Epiro: l’incontro con il regista e gli interpreti


La scuola, la periferia. Un universo specifico, anzi due, l’uno dentro all’altro. Luoghi ricorrenti della quotidianità, eppure non scontati, anche se spesso li consideriamo tali, mentre invece inglobano in sé esistenze, individualità e collettività, questioni personali e questioni sociali. Questa era La classe, pièce teatrale di Vincenzo Manna, questa è La prima regola di Massimiliano D’Epiro, il cui film – in anteprima italiana, Evento Speciale Fuori Concorso al Festival del Cinema Europeo di Lecce – è tratto dallo spettacolo.

D’Epiro parla di “non-luogo perché i personaggi sono archetipi, così come lo è la classe. La periferia è intesa come periferia dell’anima ed era giusto presentarne una mentale; la periferia è la luce che gira intorno alla città, siamo noi che le diamo un’eccezione negativa. Il contesto è un non-luogo perché non lo collochiamo geograficamente, anche se girato a Bari: la difficoltà è far girare una storia in un perimetro, la scuola, perché non ci sono back story dei personaggi, ma col tempo presente si comincia a capire chi siano le persone. È come fosse un villaggio di dannati, inizia in ‘media res’: è davvero un viaggio dell’eroe, in cui devi tirar fuori queste sei persone dalla melma. Non è un discorso ontologico sull’essere ma sul dove noi stiamo, rispetto alla storia che raccontiamo. E i vuoti, se non colmati con l’umanesimo o la giustizia, possono essere colmati con altro, come l’ignoranza o il razzismo. Il film racconta il bisogno di un abbraccio, e dimostra come il concetto di ‘contagio‘, imparato dalla pandemia, possa avere un’accezione positiva”.  

Gabriele (Marius Bizau), giovane insegnante di liceo, viene chiamato a tenere un corso di recupero per sei studenti “difficili”, quasi tutti di seconda generazione e sospesi per motivi disciplinari. La scopo della presenza dell’insegnante – come non nasconde il preside (Fabrizio Ferracane) – è quella di far sì che possano recuperare ed essere ammessi all’esame di diploma. L’incontro tra Gabriele e gli alunni, però, è più che altro uno scontro, senza sfumature: Nicolas (Andrea Fuorto), del gruppetto il più ostico, un soggetto con pregiudizi saldamente radicati, lo minaccia con un coltello e gli chiarisce… le “regole” da seguire in quella classe. La sfiducia verso la riuscita di Gabriele è assoluta, da parte di colleghi e alunni, ma naturalmente lui riesce nella conquista, sì didattica ma soprattutto umana, e quelle regole le riesce a sovvertire, tranne proprio che con Nicolas, pronto “a ferro e fuoco”: la tensione – oltre le mura della classe e della scuola – si espande nel quartiere, contro lo “Zoo”, il campo profughi limitrofo alla scuola. La micro società scolastica è riflesso della macro società popolare e della scuola, teoricamente baluardo di civiltà, ma adesso rimane solo il tempo per un’ultima lezione. 

“Il professore sposta il loro sguardo, creando un’intelligenza d’alveare: non ci sono adulti e Marius rappresenta quasi il sole, illumina questi satelliti spenti”, continua il regista. “Lui arriva con un bagaglio di esperienze di vita, quando racconta di venire da Srebrenica, ricordando il massacro del ‘91. Lui è un supplente, sballottato dalle onde, e deve capire le regole di quel luogo e il suo obiettivo non è avere ragione ma cercare di capirli e portarli un po’ dalla sua parte: non conquista tutti ma cerca di costruire una squadra, aprendosi in maniera aperta e onesta”, così Bizau spiega il suo personaggio. Mentre per Fuorto “rappresentare il cattivo ti fa cercare il suo grande dolore, la sua crepa. Di Nicholas abbiamo cercato di capire il ‘perché’ reagisca così… Questo suo modo di essere sempre ‘contro’ è una difesa, della scuola, della terra: sono ideali sbagliati ma per lui il modo per proteggere quella che sentiva casa sua, la sua identità”. 

Nel cast, oltre agli interpreti già citati: Haroun Fall (Talib), Ileana D’ambra (Maisa), Luca Chikovani (Vasile), Cecilia Montaruli (Petra), Antonia Fotaras (Arianna), Darko Peric (Bidello). 

Il film esce in sala dal 1 dicembre con Notorious Pictures

Nicole Bianchi
19 Novembre 2022

Lecce 2022

Lecce 2022

Nico Capogna: Menzione Speciale di CinecittàNews a ‘Milva’

Il mockumentary di Nico Capogna insignito del riconoscimento dalla nostra redazione, che ha scelto un film capace di affermare la capacità del cinema di creare sogno, pur narrando la stringente attualità

Lecce 2022

Giulia Steigerwalt vince il Premio Verdone e prepara un film su Riccardo Schicchi

La XIII edizione vedeva in finale tre opere prime: Settembre, il film vincitore, Piccolo Corpo e Re Granchio; a Lecce, a consegnare il riconoscimento, Silvia e Luca Verdone

Lecce 2022

Sergio Rubini: “Io protagonista dell’opera prima di Margherita Buy”

Il Festival del Cinema Europeo di Lecce, che lo ha tenuto a battesimo nel 2000, premia l’artista con l’Ulivo d’Oro alla Carriera. Rubini sta scrivendo e dirigerà una mini serie per Rai 1, soggetto un poeta dell'Ottocento

Lecce 2022

Ricky Tognazzi: “Quando papà cucinò per il Papa”

Il figlio maggiore di Ugo, nell’anno del centenario della nascita del papà, al Festival del Cinema Europeo di Lecce comincia il viaggio in Italia per presentare la nuova edizione de Il rigettario, ma anche il restauro de La voglia matta


Ultimi aggiornamenti