Sanremo: Troisi, quando volevano che recitasse Carducci e lui se ne andò

Edizione del 1981: quando Troisi arriva in Riviera per le prove gli vengono chiesti i testi del suo intervento e si capisce che l’attore parlerà di diversi argomenti tra cui il terremoto in Irpinia


Quanto sarebbe stato bello vedere Massimo Troisi al Festival di Sanremo? Chissà cosa si sarebbe inventato! Purtroppo è uno di quei casi in cui non resta che (rim)piangere. L’edizione è quella del 1981, presentata da Claudio Cecchetto con Eleonora Vallone, Franco Solfiti e Nilla Pizzi. Sanremo vive anni difficili, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 l’interesse per il Festival è scemato in modo vertiginoso, il pubblico preferisce un altro tipo di musica e lo spettacolo offerto all’Ariston è scadente anche se non mancano grandi canzoni come la vincitrice Per Elisa di Franco Battiato portata alla vittoria da Alice.

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Film e fiction ispirate al Festival 

L’organizzatore Gianni Ravera riesce a chiamare qualche ospite musicale in promozione (la francese Lio, i Bad Manners) insieme a qualche star internazionale come Charles Aznavour, i Dire Straits e Barry White. Manca però chi tiene alto lo show, qualcuno che faccia divertire il pubblico: così gli viene in mente di chiamare attori di diverse generazioni: Sordi, Tognazzi e Troisi, che ha in uscita nelle sale Ricomincio da tre. Troisi accetta. Sono previsti tre interventi nel corso della serata finale. La Rai è ancora scottata dall’esperienza dell’anno precedente quando Roberto Benigni mise in difficoltà il Festival con il suo Woytjlaccio e  stavolta non vuole problemi.

Quando Troisi arriva in Riviera per le prove gli vengono chiesti i testi del suo intervento e si capisce che l’attore parlerà di diversi argomenti tra cui l’Annunciazione e il terremoto dell’Irpinia. E inizia a crescere l’allarme. Che diventa allarme rosso quando Troisi si fa sfuggire con qualche giornalista che è sua intenzione improvvisare sul palco: “Prenderò di mira i soliti bersagli, il potere verso il quale noi meridionali tremiamo. Comunque deciderò quando sarò in onda”.

Parole che seminano il panico. La Rai propone all’attore di tagliare dal testo alcune parti scabrose anzi, meglio ancora, di scrivere tutto l’intervento riducendo al minimo l’improvvisazione. Troisi non ci pensa nemmeno. In questo contesto si inserisce una memorabile intervista rilasciata al giornalista Rai Gianni Vasino durante le prove in cui, giubbotto di pelle e barba incolta, l’attore spiega di essere a Sanremo per promuovere il suo film. Al giornalista che gli chiede cosa farà al Festival “perché tu hai piena libertà di poter far tutto”, Troisi risponde sornione: “Piena libertà? Sì…nel senso che loro mi hanno detto di fare tutto… meno di parlare di religione, di politica, di terremoto, perché sai, il paese sta in una situazione così…e allora ora sto indeciso tra una poesia di Giovanni Pascoli e Giosuè Carducci”.

L’intervista irrita ulteriormente la Rai: l’ultima proposta che gli fanno è di restringere gli interventi, non più tre ma uno, immaginando così di limitare i danni. Troisi non dice niente, chiede un po’ di tempo per riflettere e scompare per un’oretta. Poi nel pomeriggio qualcuno lo vede uscire dall’albergo con la valigia, infilarsi in una macchina e lasciare Sanremo, il Festival e pure il cachet che gli avevano comunque proposto di prendere. Per la cronaca, Ricomincio da tre incassò poi 15 miliardi di lire, risultando campione d’incassi assoluto nella stagione 1980-81.

redazione
09 Febbraio 2023

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