Auguri a Sandra Milo, una carriera oltre ‘Ciro’

Voce in falsetto, atteggiamento bambinesco e il celebre scherzo telefonico su 'Ciro' hanno reso Sandra Milo un'icona pop


8 gennaio 1990.  

Sandro Milo è ospite della trasmissione “L’amore è una cosa meravigliosa”, su Rai 3. La conduttrice e attrice è in diretta quando riceve una telefonata sospetta da parte di una donna che l’avvisa di una tragedia: “Che ci fai lì? Tuo figlio ha avuto un incidente ed è ricoverato in ospedale. È gravissimo” dice la voce di una donna alla Signora Milo che, visibilmente sconvolta, scoppia a piangere e abbandono lo studio urlando il nome di “Ciro! Ciro! Ciro!”.

Il giorno dopo è sulla bocca di tutti.

Un deprecabile scherzo, che però ha fatto la storia della tv, immediatamente rilanciato da tutte le trasmissioni più in voga del momento, una delle quali, addirittura – ‘Ciro, il figlio di Target – ne prese il nome. Un momento cult che ancora oggi è tra i più visti sui social, e non solo, e che ha – suo malgrado – contribuito all’iconicità dell’attrice culto di Fellini e De Sica, che oggi, 11 marzo 2023, compie 90 anni.

Salvatrice Elena Greco, questo il vero nome, è nata tunisina, da padre siciliano e madre toscana, e ha trascorso la sua infanzia in un paesino chiamato Vicopisano, vicino Pisa. Si avvicina al mondo della recitazione sin da giovanissima, all’età di ventidue anni debutta infatti sul grande schermo nel film Lo scapolo, recitando accanto ad Alberto Sordi.

Nel corso della sua longeva carriera, ha collaborato con i più grandi artisti italiani: Totò, Nino Manfredi, Virna Lisi, Ugo Tognazzi, Roberto Rossellini, Marcello Mastroianni, Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman e Claudia Cardinale.

Riconoscibile per le sue forme vistose e per la voce ingenua da bambina, divenne una maggiorata del grande schermo e prese parte a numerosi film di genere. Il primo ruolo importante arrivò nel 1959 grazie al produttore greco Moris Ergas, che poi la sposò: si tratta de Il generale Della Rovere, per la regia di Rossellini, in cui interpretava il ruolo di una prostituta al fianco di De Sica. Un ruolo analogo fu quello ricoperto, nel 1960, in Adua e le compagne di Antonio Pietrangeli, che la diresse anche in seguito. Nello stesso anno fu diretta da Claude Sautet in Asfalto che scotta, con protagonisti Lino Ventura e Jean-Paul Belmondo, iniziando così un’intensa e promettente stagione di film d’autore.

Nel 1961 è stata protagonista con Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni di Fantasmi a Roma, diretto da Antonio Pietrangeli. Nello stesso anno la sua carriera ebbe tuttavia una brusca interruzione dopo la stroncatura al Festival di Venezia di Vanina Vanini, tratto dall’omonimo racconto di Stendhal e ancora una volta firmato da Rossellini. Il film, e soprattutto la recitazione della Milo, vennero accolti con aspre critiche e l’attrice per vario tempo venne sarcasticamente soprannominata “Canina Canini”.

Nel 1962 tornò alla ribalta con Il giorno più corto di Sergio Corbucci, dove recitò al fianco di Totò, Eduardo e Peppino De Filippo, Jean-Paul Belmondo, Ugo Tognazzi e Aldo Fabrizi.

Cruciale l’incontro con Federico Fellini – con il quale ebbe una relazione – che contribuirà alla sua maturazione artistica. Nei due capolavori del maestro riminese 8½ (1963) e Giulietta degli spiriti (1965) Sandrocchia (così veniva affettuosamente soprannominata dal regista) recita nei panni di una femme fatale ironica e disinibita che, oltre a incarnare l’immaginario erotico del regista, viene spesso messa in contrasto con le mogli, donne dall’aspetto più dimesso e dalla mentalità più borghese.

Per entrambi i film vinse il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista.

La sua burrascosa vita sentimentale, le nozze a quindici anni con il marchese Cesare Rodighiero nel 1948 (durate 21 giorni), la relazione durata undici anni con Ergas (da cui nacque Deborah, giornalista televisiva) e una successiva unione con Ottavio De Lollis (con la nascita di Ciro e poi di Azzurra), misero in secondo piano un’intensa attività cinematografica, che la Milo interruppe bruscamente nel 1968 in favore della famiglia.

Intervistata da ‘Diva e donna’, raccontò della guarigione della terzogenita Maria Azzurra, nata prematuramente al settimo mese di gestazione, che pareva morta alla nascita, ma tornò in vita. La Chiesa cattolica riconobbe l’autenticità del miracolo durante il processo di beatificazione di suor Maria Pia Mastena, fondatrice delle Suore del Santo Volto.

La stessa Milo, anche in seguito all’episodio, si è dichiarata credente e cattolica.

Dopo una lunga pausa, nel 1979 tornò al cinema recitando in alcune commedie di genere, come Riavanti… Marsch! di Luciano Salce e Tesoromio di Giulio Paradisi, cui seguirono Grog  (1982) di Francesco Laudadio e Cenerentola ’80 (1984) di Roberto Malenotti.

Vicina al Partito Socialista Italiano almeno dagli anni sessanta, fu molto vicina a Pietro Nenni. Negli anni ottanta  fu amante di Bettino Craxi, allora leader del PSI. Partecipò attivamente a diverse campagne elettorali posando anche per manifesti e fu proprio Craxi ad aiutarla a tornare in TV dopo la breve esperienza in Rai con Studio Uno e un’intervista concessa a Luigi Silori per ‘Uomini e Libri’.

Si ricorda in particolare la conduzione di ‘Piccoli fans‘, trasmissione pomeridiana per bambini (antesignana di programmi come Ti lascio una canzone e Io canto), che ha lasciato un segno nella storia della TV italiana: la conduzione esageratamente ingenua e bambinesca di Milo, la sua voce in falsetto e una serie di situazioni grottesche la resero nuovamente famosa al pubblico italiano, fin troppo spesso eclissando la sua grande carriera di successi cinematografici.

Andrea Guglielmino
11 Marzo 2023

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