Da Spielberg a Cameron, tutte le sconfitte degli Oscar

Tra gli sconfitti illustri di questa edizione i registi di 'The Fabelmans' e 'Avatar 2'


Everything, Everywhere All At Once fa incetta di statuette mentre Brendan Fraser si prende la sua rivincita su Hollywood e il mondo.

E gli sconfitti, invece?

Male per Baz Luhrmann che, con il suo Elvis, concorreva per otto premi ma non è riuscito a portarne a casa nemmeno uno. Ma anche per l’interprete Austin Butler, che sperava di ripetere le gesta di Rami Malek che nel 2019 vinse portando al cinema Freddie Mercury.

In Italia facevamo il tifo per Aldo Signoretti, autore di trucco e acconciature di Elvis, che si è dovuto arrendere al lavoro immenso svolto da Adrien Morot, Judy Chin e Anne Marie Bradley per The Whale. Ancora peggio è, in generale, a Gli spiriti dell’isola, rimasto a bocca asciutta nonostante le nove candidature.

Lo stesso per The Fabelmans di Spielberg, tra le sue pellicole più sentite e personali.  Altre delusioni per le performance maschili di supporto, dove sia Brendan Gleeson sia Barry Keoghan hanno dovuto applaudire il Ku Huy Quan di Everywhere….

Sorpresa la vittoria di Jamie Lee Curtis che ha battuto Kerry Condon, ma soprattutto Angela Bassett. La star di Black Panther pregustava di essere infatti la prima donna a portare i Marvel Studios sul tetto di Hollywood, soprattutto dopo la vittoria del Golden Globe.

Ci è rimasta male, come dimostra la sua reazione all’annuncio già virale in Rete, come in generale non deve essere un boccone facile da digerire il fatto che il primo film sul Multiverso a ricevere un Oscar non venga da casa Marvel.

Lontani dai premi anche i campioni di incassi. Non si può vincere su tutto.

Tom Cruise e James Cameron, volti di Top Gun: Maverick Avatar 2, non si sono nemmeno presenati.

Se già avevano fatto rumore le esclusioni rispettivamente come attore protagonista e regista, ancora più forti risultano le poltrone vuote. Magra consolazione per il kolossal di Cameron il premio per gli effetti speciali– quinto successo per la Weta Digital di Peter Jackson – mentre il sequel dell’iconica pellicola anni ’80 con Cruise ha trionfato solo per il sonoro.

È andata di traverso anche a Disney, che celebra i 100 anni di attività senza la statuetta per l’animazione, finita nelle mani di Guillermo del Toro per Pinocchio.

Quanto alla colonna sonora, in molti attendevano il trionfo di John Williams che con on The Fablemans avrebbe potuto diventare il vincitore più anziano di sempre e portare a casa la sesta statuetta personale, ma si è arreso a Niente di nuovo sul fronte occidentale.

C’è sempre Indiana Jones e la ruota del destino, in uscita a giugno, su cui poter contare.

Andrea Guglielmino
13 Marzo 2023

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