‘Scordato’, Rocco Papaleo fa debuttare la cantante: ‘Amo Giorgia da 30 anni”

​Il film apre il Concorso del Bif&st 2023: il debutto della cantante come interprete, per una storia tra presente e passato, quello interiore del protagonista. In sala dal 13 aprile


BARI – “…facciamo lo stesso lavoro: lei accorda pianoforti, io accordo pianisti; ma all’occorrenza anche accordatori”, così – sull’opera 18 di Rachmaninov – Giorgia (la cantante) fa il suo ingresso nel cinema, nel film di Rocco Papaleo, Scordato, che apre il Concorso del Bif&st 2023. È così che lei dà anche qualche spunto per lasciar intuire il suo personaggio, Olga, fisioterapista e maestra di coro, e quello interpretato dal regista stesso, Orlando, accordatore di strumenti musicali, appunto.

Il passato per Orlando Bevilacqua è ipersaturo nel colore, il presente desaturato: sì, perché nella sua storia convivono in continuità l’uno dentro l’altro e viceversa, soprattutto dentro a Orlando stesso, di cui ricorre il 60mo compleanno – “il compleanno non è il mio giorno preferito”, dice al se stesso giovane, interpretato da un convincente Simone Corbisiero, la rivelazione del film. Papaleo mette infatti in scena il suo personaggio al presente, ma accanto – come fosse un fantasma, che tecnicamente tale non è – viaggia nella sua vita anche il sé del passato, nato a Lauria (vero paese natale del regista, dove il film è stato girato), una sorta di coscienza viva che pungola costantemente l’adulto, “un depresso che si accontenta di esserlo … crogiolandosi in questo stato di grazia”.

“È un film necessario per chi si mette in gioco, avevo bisogno di raccontare un personaggio non accordato col contesto: corrispondeva a un mio momento particolare della vita, così spontaneamente s’è messa in moto un’autoanalisi; l’isolamento della pandemia ha fatto sgorgare l’ispirazione per un uomo a disagio, che non riusciva a connettersi con la realtà. Non è stato solo un disagio relativo alla contingenza, ma verso un momento storico in cui le cose sono quel che sono: ho un po’ un disagio in questo momento, molto negativo per il mondo. I film sono anche dei meccanismi di intrattenimento, così ho cercato di mettere in piedi una storia con la prerogativa di essere in bilico tra leggerezza e poesia, con la ricerca della commozione. Ho bisogno di far cose che vorrei vedere come spettatore, attraversando tutti gli stati d’animo: ho bisogno di divertirmi e commuovermi. È un film sulla necessità del perdono e sull’inutilità del rancore”, racconta Papaleo.

Per Corbisiero: “Il ruolo era molto delicato, c’era da trovare un equilibrio per non diventare un fastidioso grillo parlante. È stato un lavoro di preparazione quasi teatrale. Abbiamo deciso di dar voce al giovane Orlando pensando a come fosse Orlando prima della disillusione. Ci siamo concentrati sulla sua libertà emotiva. Un altro rischio facile era imitare Rocco: lo sanno imitare in tanti ma in pochi hanno il suo punto di vista. Lui ha la dote di sperimentare non considerando la sceneggiatura come risultato ma come punto di partenza: mi ha dato la possibilità di scrivere una scena in itinere di riprese”.

Nella storia, il tempo che passa ticchetta anche sul fisico, così Orlando patisce di dolori posturali e Olga gli offre le sue cure professionali, ma proprio per meglio comprendere l’evoluzione del corpo del paziente gli chiede di vedere una sua fotografia da ragazzo, scatto che Orlando non ha con sé in città, e che lo costringe a tornare nel paese natale, un viaggio a ritroso – e da lui affrontato con ritrosia – verso l’entusiasmo dell’estate dell’82, quella del Mondiale; verso l’Hotel Ancora, diventato Anfora; verso la band de I ragazzi d’argento in cui suonava; verso il professor Deodato. Verso sua sorella, Rosanna (Angela Curri), “morta”. Se Orlando era stato un poeta in erba, e la poesia è rimasta nel suo animo di adulto tormentato, la sorella, da sempre complice, ha poi scelto un’altra strada, quella della fede politica comunista, deviata poi nel terrorismo, questione su cui Papaleo ha riflettuto, spiegando: “Non ho avuto legami parentali col terrorismo ma è una questione che ha riguardato tutti noi. Non mi interessava un punto di vista storico ma privato: cioè, capire cosa possa succedere in una famiglia se ci fosse un contatto col fenomeno. Il mio punto di vista è critico verso la violenza, ma quella degenerazione aveva una base poetica e fortemente ideologica in un momento in cui le ideologie erano azzerate. Per quelle persone, che hanno messo in discussione la loro vita, arrivando ad azioni che non condivido, alla base c’era una forte spinta poetica: una scena del film racconta il bivio, la divisione tra fratello e sorella, quella ‘sul ponte della poesia’. Ovviamente mi dissocio dall’esperienza terroristica ma non posso non subirne il fascino della sua origine”.

Papaleo, come prima compagna di questa storia sul grande schermo ha scelto dunque Giorgia Todrani, di cui racconta: “Io ce l’ho in mente da sempre, non m’è ‘comparsa’ in scrittura: amo Giorgia da trent’anni, platonicamente. La conosco da quando sbucò sul palcoscenico del Palladium di Roma, cantava La pelle nera: ho sempre avuto una passione speciale per il suo talento, la grazia, lo swing, per l’umanità che trapela. Ho sempre pensato avesse un talento oltre il musicale. L’ho molto studiata prima di provare a irretirla; non ho fatto altro che convincerla e godermela”.

E la cantante, che debutta, confessa: “C’ero già andata vicina un paio di volte, ma non ero mai pronta, poi Rocco è stato particolarmente convincente. All’inizio mi sono sentita usurpatrice perché non è il mio mestiere, ma lui mi ha fatta mettere in gioco. L’anello debole sulla carta ero io ma sono stata preparata con maestria e sensibilità. L’allenamento quotidiano di studio mi ha preparata anche a tirar fuori le mie risorse – e se non gli tieni testa ‘ti distrugge’ – ma quasi tutto devo a Rocco”. Quello col cinema per Giorgia, è un rapporto da “consumatrice: sono cresciuta con una mamma appassionata di Anna Magnani, della Lisi, la genialità di Totò, Sordi, Fabrizi. Il film di Rocco è un viaggio nelle emozioni e secondo me ti trasforma, ti lascia una traccia. Uno degli elementi che mi ha convinta è stato che Olga un po’ mi somiglia, vive con una certa libertà di pensiero e cerca sempre un motivo più profondo, crede nel lavoro interiore della persona. Lei però è più libera di me”.

Papaleo, si sa, è autore molto sensibile alla musica, musicista lui stesso, e per Scordato ha affidato la cura a Michele Braga con cui spiega di aver fatto: “un lavoro molto interessante, in un modo artigianale. Ci siamo fatti stupire dalla creatività, facendo suonare un trio jazz: come sempre nei miei film, la musica nasce molto estemporanea”.

Il film esce in sala dal 13 aprile con Vision Distribution: è annunciata un’uscita “larga” nelle sale.

Nicole Bianchi
25 Marzo 2023

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