Tommaso Ragno: “Riuscire a essere naturali è una forma di artificio suprema”

L’attore al Bif&st riceve il Premio Alberto Sordi come Miglior Attore Non Protagonista per Siccità, Ti mangio il cuore e Nostalgia. Prossimamente sul set di Maura Delpero


BARI – Tommaso Ragno riceve il Premio Sordi come Miglior Attore Non Protagonista per Siccità, Ti mangio il cuore e Nostalgia.

“Alberto Sordi rappresenta un attore immenso, ma anche una cultura: ha permesso di creare un sistema cinema che rende possibile una caratura rimasta fino a oggi”. 

In particolare, l’occasione al Bif&st offre all’attore di entrare dentro il mestiere dell’attore secondo lui, proprio partendo da Siccità: “fare un lavoro del genere con Virzì permette di mostrare la parte monicelliana, la storia della maleducazione dell’italiano medio: la commedia, molto complessa per certi punti di vista, in mano a Virzì mi ha permesso di mostrare un lavoro attoriale. I film, gli spettacoli, a cui partecipo sono crogioli di tutto ciò che io ‘ho rubato’: prima di Siccità ho rivisto tutti i film di Paolo, perché la commedia richiede attori e sensibilità, è un laboratorio chimico molto complicato. Per me è stata l’occasione in cui mostrare un carattere umano, italiano, e aspetti propriamente attoriali. Un’esperienza che mi ha permesso di essere molto stupido: sono molto attratto dalla stupidità, e questo film mi ha permesso di sondarla, anche la mia. Questo film, per me, è la più nuova delle cose capitate al cinema, mi ha permesso di mettere in gioco un sapere”.

E “a questa età io credo nello studio: è come quando credi di conoscere una lingua, ma riuscire a essere naturali è una forma di artificio suprema. A 20/30 anni credevo nell’immedesimazione, ma esistono diversi livelli: cerco l’ispirazione sì, ma l’attore è un lavoro ed è così che Monicelli trasforma Gassmann in un attore con una caratura comica pazzesca ne I soliti ignoti. Ho visto Esterno Notteper cui a Bari viene premiato Fabrizio Gifuni come Attore Protagonista – una delle cose più alte e entusiasmanti per complessità su cosa sia l’incarnazione: da attore quella qualità è molto difficile da raggiungere, cercando di appartenere alla scuola del talento. Io credo che se mai mi sia ‘abbandonato’ in un’interpretazione sia accaduto quando sono stato abbastanza fortunato da avere un suggerimento da… un tecnico delle luci, perché l’80-90% del mestiere è enorme studio, ma non solo intellettuale. Nel fare l’attore c’è anche un grado di insicurezza, non ricattatoria: l’abbandono è accompagnato da un atto di fede, dal credere, sei completamente nudo. Mi sono riuscito a abbandonare quando sono riuscito a dire: ‘ho fatto i compiti a casa e posso buttarli via’ e lasciarmi andare. La ‘notte oscura’ è una parte molto importante per un attore per arrivare all’abbandono”.

Tommaso Ragno, in questa stagione sta “portando in giro a teatro un racconto di KafkaUna Relazione per un’Accademia, in cui una scimmia racconta che all’arrivo in un nuovo mondo capisce di voler evitare gli esseri umani, non le piacciono, ne detesta l’odore ma si ritrova con due strade come destino: il giardino zoologico o il varietà, che sceglie. È una metafora dell’attore: l’essere altro da te. Da agosto, poi, farò un film con Maura Delpero”. 

Nicole Bianchi
27 Marzo 2023

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