Lessico morettiano: le frasi celebri di Nanni aspettando Cannes

In attesa di vedere il nuovo film Il sol dell'avvenire, in uscita il 20 aprile nelle nostre sale e in concorso al Festival di Cannes, ci siamo divertiti a collezionare alcune frasi iconiche


E’ ufficiale. Nanni Moretti con Il sol dell’avvenire (titolo francese Vers un avenir radieux), è uno dei tre autori italiani in concorso al Festival di Cannes, insieme a Marco Bellocchio e Alice Rohrwacher. Non è che sia proprio un colpo di scena. Il regista romano, ma nato a Brunico, che il 19 agosto prossimo compirà 70 anni, è, come si usa dire, un habitué del Festival di Cannes, dove ha vinto il Prix de la mise en scène per Caro diario nel 1994 e la Palma d’oro per La stanza del figlio nel 2001. Praticamente ogni suo film, nella seconda parte della sua carriera, è passato sulla Croisette, compresi gli ultimi due: Mia madre (2015) e Tre piani (2021). Nel 2012 ha anche presieduto la giuria del festival assegnando la Palma d’oro a Amour dell’austriaco Michael Haneke.

Non sono idilliaci invece i rapporti con la Mostra di Venezia, dove è stato l’anno scorso come produttore del documentario Las Leonas, e dove pure ha vinto il Leone d’argento – Gran premio della giuria per Sogni d’oro nell’81, ma dove clamorosamente non fu nella selezione ufficiale con Palombella rossa (1989), che venne accolto nella sezione indipendente della Settimana della critica per poi trionfare nelle sale, italiane e non: un vulnus probabilmente ancora aperto. Da ricordare anche l’Orso d’argento Gran premio della giuria vinto a Berlino con La messa è finita nell’86. Ma insomma Nannì Morettì, come lo chiamano i francesi, ha trovato il suo pubblico – e la sua critica – ideali proprio oltralpe, dove è stata sempre molto apprezzata anche la sua vis polemica e l’impegno antiberlusconiano. A coronamento di questo legame speciale è arrivato il titolo di Commandeur dans l’Ordre des Arts et Lettres, che vanta accanto a quello di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

In attesa di vedere, e raccontarvi, tra pochissimi giorni Il sol dell’avvenire, girato tra l’altro a Cinecittà, e che si preannuncia, a giudicare dal trailer, come una summa del suo cinema, per stile, cast e linguaggio (del resto tutta l’opera di Moretti va letta come un corpus unico con rimbalzi e autocitazioni da un film all’altro), ci siamo divertiti a collezionare alcune sue espressioni che sono divenute proverbiali e sono entrate nel linguaggio comune. Moretti, da sempre attento ad osservare e mettere in ridicolo stereotipi e luoghi comuni della comunicazione, personale e politica, ha infatti una innegabile capacità di coniare slogan e tormentoni. E intanto il percorso dell’autore, produttore, esercente non si ferma: a ottobre prossimo debutterà nella regia teatrale con due testi di Natalia Ginzburg.  

“Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?” (Ecce bombo, 1978)

 

“Giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio delle cose” (Ecce bombo)

“Parlo mai di astrofisica io? Parlo mai di biologia io? Io non parlo di cose che non conosco” (Sogni d’oro, 1981) 

“Continuiamo così, facciamoci del male” (Bianca, 1984)

“Siamo diversi ma uguali ma siamo diversi” (Palombella rossa, 1989)

“Ma come parla? Le parole sono importanti” (Palombella rossa)

“Voi gridavate cose orrende e violentissime, e vi siete imbruttiti. Io gridavo cose giuste e ora sono uno splendido quarantenne” (Caro diario, 1993)

“D’Alema di’ una cosa di sinistra, di’ una cosa anche non di sinistra, di civiltà. D’Alema di’ una cosa, di’ qualcosa, reagisci” (Aprile, 1998)

“Ho voglia di litigare con qualcuno” (Aprile)

Cristiana Paternò
16 Aprile 2023

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