Il ‘Made in Italy’ apre Cartoons on the Bay

Si aprono i lavori a Pescara, con un panel dedicato alla produzione italiana


PESCARA – Si aprono i lavori a Cartoons on the Bay, il festival dedicato al mondo dell’animazione in tutte le sue sfaccettature che si tiene a Pescara fino al 4 giugno.Dopo i saluti istituzionali e l’inaugurazione della mostra dedicata all’illustratrice Monica Manganelli, che ha realizzato la locandina del festival, e la presentazione delle giurie, il primo panel della giornata è dedicato all’UNICEF, “i diritti dei bambini non vogliono emergenze”, con l’intervento del portavoce UNICEF Andrea Iacomini e della direttrice di Rai Kids Mussi Bollini, che accompagna la proiezione di un mini cartoon dedicato al tema, specificando quanto sia importante sostenere i più piccoli e leggere la carta dei diritti dei bambini.

Il cuore della mattinata è però un panel sul Made in Italy, a cui partecipano Intervengono: Anne Sophie Vanhollebeke (Producer, Studio Campedelli), Pietro Pinetti (CEO, Studio Bozzetto), Vernante Pallotti (Showrunner, T-Rex Young), Pedro Citaristi (CEO, Red Monk), Giorgio Scorza (CEO e Direttore Creativo, Movimenti Production), Francesco Manfio (General Manager, Gruppo Alcuni).

Dice Pallotti: “il nostro obiettivo è soprattutto stare al passo coi tempi, ma prima va capito cosa questo significhi. Dobbiamo comprendere un mondo che sta cambiando, pieno di spauracchi come le nuove tecnologie e l’Intelligenza Artificiale. Abbiamo reagito cambiando del tutto il modello della nostra azienda. Un ragazzino di tredici anni può realizzare un’illustrazione in un secondo con l’AI. Alcuni ragazzi che hanno partecipato a un nostro laboratorio lo hanno fatto. Il risultato è notevole ed è dura da accettare per un creativo. Ma crediamo anche che le nuove tecnologie non sostituiranno la presenza umana, però vanno studiate e capite, soprattutto in un’ottica internazionale. Vanno integrate nel processo creativo, come dei tool di comunicazione: possono servire al brainstorming, a creare reference, o a suggerire un montaggio. Non è necessario che i giovani scappino sempre dall’Italia. Proviamoci. Lo stesso valga per il metaverso: stiamo sviluppando una serie supereroistica – dove gli eroi sono le maschere italiane, come Arlecchino o Pulcinella. che abbia un’estensione anche in quel senso

Prosegue Manfio: “Il vero Made in Italy è una questione di sapore. Come per la moda o per la cucina. Deve essere qualcosa di qualità, di ‘fatto bene’. Ma c’è anche una legge: il ‘Made in Italy’ deve essere pensato e realizzato in Italia. L’azienda che fa Made in Italy può non essere italiana? Certo, purché rispetti quanto detto sopra. Non conta la proprietà. Ma abbiamo una storia di acquisizioni di aziende di altri settori, che però sono finite male. Perché sono rimasti i dirigenti e il knowhow che c’era prima, e non sono state acquisite le proprietà del Made in Italy. Le aziende non italiane puntualmente se ne sono andate, e questo è un fatto. Inoltre c’è una questione di opportunità: se un’azienda italiana viene acquisita da un’azienda di un altro paese è certamente legare e regolare, però non c’è reciprocità. Gruppo Alcuni non è riuscita per una serie di motivi, di controllo statale, ad acquisire aziende di paesi confinanti, ed è una stortura di mercato”:

Citaristi dichiara: “E’ importante anche formare i giovani, creare lavoro su produzioni anche internazionali, abbiamo fatto un investimento in questo senso e abbiamo lavorato a produzioni esecutive attraendo investimenti dall’estero, come ad esempio per Spirit Rangers, una serie Netflix che partirà l’anno prossimo, o per Lego Friends, che stiamo sviluppando in questo momento. E poi naturalmente anche produzioni originali, tra cui alcune in live action, come Rome Sweet Rome”, che racconta un’Italia, finalmente, bella da vivere.

Pinetti racconta: “dal suo rilancio lo Studio Bozzetto ha sempre investito in Italia. Il primo progetto importante realizzato è stato Topo Tip, distribuito in 140 paesi. Un progetto dallo sviluppo interessante, mantenendo gran parte della produzione in Italia, ma era il primo periodo in cui si stava attivando il tax credit, per cui nonostante la grande creatività in studio siamo riusciti a mantenere poca continuità nel team. La creatività italiana per forza di cose finisce spesso per essere diluita con l’intervento di coproduttori che hanno anche forza maggiore. Oggi fortunatamente le cose sono diverse, per Gli Acchiappagiochi abbiamo il 70%. Coproduzione canadese ma per la maggior parte italiana, grazie agli aiuti di Rai e Ministero”.

Movimenti – aggiunge Scorza – cerca di insegnare ai propri producer gli standard internazionali, lavorando su prodotti stranieri, per evitare di essere solo “bravi per essere italiani”. La chiave è avere più interlocutori in grado di investire e non limitarsi a un tema di mera nazionalità. Non è scontato fare animazione in Italia su target che non siano i bambini. Zerocalcare è un’eccezione. Noi abbiamo concluso la seconda stagione di Topo Gigio, IP propriamente italiana, che è rimasta una produzione tutta italiana ma ha venduto in tutto il mondo”.

Vanhollebeke ricorda: “dieci anni fa la maggior parte degli studenti del dipartimento animazione del CSC dovevano fuggire all’estero, oggi siamo in grado di impiegarli subito nei nostri studi. Possiamo garantire a un team la continuità di lavoro. Abbiamo moltiplicato per cinque il numero di professionisti italiani che lavorano sul territorio. Una crescita eccezionale, grazie alle alleanze strategiche realizzate a livello internazionale”.

La giornata prosegue con il panel ‘A lezione di storytelling’, con Dario Tonani (Scrittore di Fantascienza), Andrea Frediani (Scrittore Storico), Paolo Di Orazio (Scrittore Dark e Horror), che si confrontano sul come scrivere una storia di grande impatto, sviluppare idee originali e costruire un universo seriale..

Andrea Guglielmino
01 Giugno 2023

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